Povera adolescenza [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso

 

Povera adolescenza che non si accorge di ciò che realmente accade.

Le agenzie di comunicazione (perché quello è il mercato unico moderno) concentrano l’attenzione su un nord magnetico che non orienta: svia. Le generazioni più fresche (e con esse i fresconi di tutte le generazioni) vengono portate fuori pista.
Il risultato è che si confondono le priorità, ciò che appare sostanziale è il superfluo e ciò che resta a margine rappresenta il fondamento.
Le difficoltà di questa povera adolescenza non possono essere ammortizzate dalle famiglie perché i genitori, avvezzi al giovanilismo, cercano nei figli un esempio da seguire e i nonni fungono da assistenti sociali, babysitter, finanziatori e sponsor.

Povera adolescenza che scende in piazza per protestare contro il Governo affinché apra le scuole superiori quando oggi non è il Governo che le chiude ma sono i Presidenti di Regione.
Vuole la digitalizzazione ma non può fare a meno del rapporto umano.
Comunica preferibilmente con lo smartphone ma ricerca gli incontri per un aperitivo.

Mi ritengo fortunato.
L’adolescenza che ho vissuto non è questa e anche se non c’è più la sento sempre addosso.
Poveri adolescenti di oggi che cercheranno di rimuovere al più presto.