Lettera aperta al Direttore del Piccolo di Alessandria

Caro Direttore vogliamo usare una parola forte, che supera l’indignazione, è l’aggettivo ignobile.

Questo pensiamo del suo articolo di fondo sui tre vigili del fuoco morti nella strage di Quargnento.

Nell’articolo ha messo sullo stesso piano, assassini e vittime, senza alcun scrupolo, convinto di fare il suo dovere di giornalista: il diritto di cronaca.

Quale il confine tra diritto di cronaca e disprezzo della memoria?

Vediamola questa cronaca, quali i fatti? Tre uomini sono morti, due feriti e c’è un assassino reo confesso. Direttore i fatti, questo fa il giornalista, racconta i fatti.
Non è un fatto aver rinvenuto tracce di droga, se sarà confermato, perché non ha nulla a che vedere con le dinamiche del crimine, lo ricorda lo stesso procuratore addetto alle indagini.

Dove è la notizia Direttore? Infangare la memoria di persone che hanno perso il privilegio di difendersi, perché non ci sono più, è un atto grave, avrà ripercussioni sulla vita dei familiari, che dopo aver visto morire i propri cari, ora devono assistere allo scempio di vederli sbattuti in prima pagina a caratteri cubitali, trattati alla stregua di criminali.

Non accettiamo il tono moraleggiante dell’articolo, che banalizza concetti quali la deriva della società, la perdita delle virtù, dell’innocenza. Gli “eroi” Direttore li create voi con i vostri titoli, noi vigili del fuoco non siamo eroi, non lo erano nemmeno Marco, Matteo e Antonio, siamo uomini che fanno il loro lavoro con dedizione, senza copertura assicurativa INAIL, senza tutele assicurative, con attrezzature e mezzi vetusti, abbiamo le nostre debolezze come tutti, il mantello che Lei Direttore cita, è nella sua mente, ricamando con una malcelata retorica su una tragedia.

Si riferisce alla disperazione dei coniugi Vincenti, quasi scusandoli, negando comprensione per i nostri colleghi morti, vittime del dovere. Questa non è retorica è un fatto.

Il suo articolo Direttore si conclude con un’arringa cruda, sembra uscita da un libro di appendice, partendo dalla prosopopea dell’eroismo si scade sulla fragilità della condizione umana. Direttore i fatti, questo fanno i giornalisti, raccontano i fatti, i vigili del fuoco spengono gli incendi, questi sono i fatti, a volte muoiono facendolo, più raramente vengono assassinati, come avvenuto in quella terribile notte di novembre: questo è un fatto.

Cosa serve ora moraleggiare sulle eventuali debolezze dell’umano, dando un giudizio tagliente ed ingiusto, in quanto non si sanno i fatti. Oppure Direttore per lei è tutto bianco o nero? Se ammesso che un soccorritore abbia fatto uso di sostanze stupefacenti, fa automaticamente di lui un “tossico”?

Si è domandato: l’eventuale dose assunta, il periodo trascorso tra l’assunzione e l’accaduto. Fare seriamente la sua professione Direttore, impone porsi delle domande, comprendere le conseguenze
di quanto si scrive.

Riteniamo ignobile il suo articolo perché non c’è la notizia, quello che invece si è fatta, è una operazione da giornale scandalistico, da paparazzi, si è gettato fango sulle vittime, scusando i carnefici.
Questi sono i fatti che noi come USB Vigili del Fuoco abbiamo letto nel suo articolo.
Attendiamo le sue scuse e soprattutto attendiamo una dura condanna dei carnefici di Antonio, Matteo e Marco, ai quali va il nostro ricordo più caro e la vicinanza ai loro cari.

Noi non vi dimenticheremo e preserveremo la vostra memoria con orgoglio e forza.

USB VVF Alessandria