Il sindaco Cuttica: “Smart city, ponte Bormida, nuovi insediamenti produttivi: la crisi si sconfigge con lo sviluppo. Ma nostra priorità assoluta sarà il sostegno ai più deboli”

di Ettore Grassano

 

Il 2021 sarà l’anno della grande Alessandria? Detto così, dato il contesto di estrema incertezza legato al Covid, e alle sue terribili conseguenze sia sul fronte sanitario che economico, può apparire un’eresia, o una provocazione. Eppure è vero che quello che sta cominciando potrebbe essere per il capoluogo un anno per nulla banale e ordinario. Il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, lo sa bene, anche se sceglie, come ha sempre fatto durante il suo mandato da primo cittadino, la linea della prudenza e del buonsenso: “Rimaniamo con i piedi per terra, vicini ai problemi dei cittadini, a partire dalle categorie più deboli, e più colpite dalla pandemia. Ma è vero, questo sì, che nel corso del 2020 non siamo stati con le mani in mano, nonostante ostacoli enormi incontrati sul cammino. E quest’anno dovrebbero fare importanti passi in avanti alcuni progetti fondamentali perché Alessandria possa proiettarsi con slancio nel futuro”. In questa chiacchierata cerchiamo di capire quali sono le direttrici principali di sviluppo che caratterizzeranno l’ultimo anno pieno di mandato della Giunta Cuttica, “con l’ottimismo della volontà, perché non abbiamo mai smesso di progettare e di crederci: gli alessandrini chiedono e si meritano concretezza, e sanno capire la differenza tra chi lavora, e chi anche nell’emergenza rema contro, e cerca di sollevare polveroni sul nulla”.

Sindaco Cuttica, Alessandria un anno dopo. Il Covid-19 quanto ci ha segnati come comunità, e quanto ha rallentato i progetti dell’Amministrazione a Palazzo Rosso?
Parto dalla prima parte se mi consente, che è assolutamente la più importante. La pandemia ha tracciato un solco, lasciando un segno indelebile di dolore e di sofferenza in tante famiglie, ed è ancora in pieno svolgimento. Sono felicissimo che stiano partendo le operazioni di vaccinazione, e personalmente mi vaccinerò quando sarà il mio turno, evitando ‘pacchiane’ esibizioni di privilegio che abbiamo visto altrove. Ma dico agli alessandrini attenzione: i rischi non sono finiti, e lo stesso vaccino non sarà risolutivo, da solo. Nei primi sei mesi dell’anno una prevenzione ancora più rigorosa, e auspico anche che, oltre ai vaccini, la scienza medica individui presto anche una cura efficace per chi si ammala. Solo allora saremo davvero al sicuro, ma ci vuole tempo. Nel frattempo guai a stare fermi: per tutto il 2020 ci siamo adoperati, per quanto in nostro potere, per stare il più possibile vicino, con concretezza e non con parole al vento, a chi soffre, a chi è stato o sta male, ai malati ma anche ai tanti alessandrini impoveriti dalla situazione economica. Così continueremo a fare, e segnalo solo due delle novità di queste settimane. Da un lato l’hot-spot per tamponi rapidi che è stato attivato nei giorni scorsi alla ex Caserma Valfrè, seconda struttura di questo tipo in Piemonte dopo Torino. Consente agli alessandrini che ne hanno necessità, con prescrizione del medico di famiglia, di verificare in maniera quasi istantanea la presenza o meno del virus. Dall’altro lato abbiamo puntato sul potenziamento delle strutture di prima accoglienza per i più deboli, ossia le persone, purtroppo sempre più numerose, che si ritrovano senza una casa, oltre che senza lavoro e reddito. Il nostro assessorato ai Servizi Sociali, in collaborazione con il Cissaca, con le strutture della Caritas e con le associazioni e cooperative specializzate sta facendo un lavoro straordinario, e ringrazio personalmente per il suo impegno l’assessore Ciccaglioni. E’ fondamentale non lasciare indietro nessuno, e ci stiamo provando in tutti i modi.

Concentriamoci proprio su Palazzo Rosso: quanto il Covid-19 condizionerà anche il 2021 dell’Amministrazione comunale di Alessandria?
Facciamo prima un passo indietro, se possibile. Per ricordare a tutti gli alessandrini che nel 2020, nonostante l’emergenza pandemia, abbiamo raggiunto un risultato storico e davvero positivo: ossia il via libera dalla Corte dei Conti al nostro Piano di Riequilibrio ventennale. Nel corso del 2019
abbiamo avuto questa ‘tegola’ sul capo: non nostro, come singoli amministratori, ma di tutta la comunità alessandrina. Ossia ci è stato comunicato dalla Corte dei Conti che i conti dell’Ente degli anni precedenti, predisposti e approvati dall’amministrazione di centro sinistra che ci ha preceduti, non erano corretti, e andavano rivisti completamente. Non è stato semplice, mi creda, e devo ringraziare non solo l’assessore al Bilancio Lumiera e gli altri assessori, ma tutto lo staff di dirigenti e tecnici, oltre al consiglio comunale. Il semaforo verde della Corte dei Conti ci ha consentito di tirare un sospiro di sollievo: ma adesso comincia il bello. Ossia il Piano di Riequilibrio occorre rispettarlo, in un contesto di risorse già scarse, e con una pandemia economica che rischia di avere effetti ancora più devastanti di quella sanitaria.

Eccoci al punto vero Sindaco Cuttica: nei prossimi mesi tanti alessandrini, soprattutto le categorie produttive che non hanno stipendi pubblici e pensioni garantite, dovranno fare i conti con uno scenario che rischia di essere senza precedenti. Cosa può fare il Comune?
Prima di tutto farsi ascoltare (non come singolo ente, ma come Anci o come Ali) dal Governo Conte: la mia impressione è che ci sia da parte di questo esecutivo una forte sottovalutazione delle difficoltà in cui milioni di persone si trovano già oggi, e in cui potrebbero ancor più trovarsi tra qualche mese, quando scadranno gli ammortizzatori, e non poche aziende licenzieranno per ristrutturare, e sopravvivere. Alessandria, su questo fronte, per ora ‘ha tenuto’ sul fronte delle fabbriche grandi e medie presenti sul territorio, per fortuna, e per merito delle imprese. Ma tutti coloro che operano nel commercio, nel terziario, nel turismo, nei servizi sportivi, culturali e artistici sono davvero già adesso in condizioni estreme. Il Governo fa troppo poco per loro, e noi come ente locale intendiamo sostenerli il più possibile. Ricordo le agevolazioni Cosap per tutti i commercianti, ambulanti compresi. E mi ha un po’ amareggiato constatare che persino simili provvedimenti per il commercio locale, o a sostegno degli artisti e dei media del territorio, sono stati ignorati o peggio osteggiati dall’opposizione. Ci sono momenti in cui la coesione generale è più utile e necessaria della critica sterile. Comunque, continueremo a fare tutto quel che possiamo, con il rischio che sia troppo poco.

 

 

Sacrosanto pensare ad agevolazioni e sostegno per chi è in difficoltà, ma la vera sfida è lo sviluppo. Quali sono le leve strategiche, su questo fronte?
La prima si chiama certamente Smart City, ossia cambiare completamente volto e marcia ai servizi pubblici erogati sul nostro vastissimo territorio provinciale: dal centro al più piccolo dei sobborghi. Con il Gruppo Amag ci stiamo lavorando senza sosta, il Presidente Arrobbio non si è risparmiato, e dopo aver provveduto, nel 2019, a pagare oltre 15 milioni di euro a migliaia di fornitori, immettendo liquidità sul mercato economico locale, ora è il momento di ridisegnare le infrastrutture. Ci sono tre percorsi, ovviamente pluriennali, e paralleli: 1) il project financing per la digitalizzazione di tutto il territorio comunale sia sul fronte dell’illuminazione ‘integrata’, con i cosiddetti pali intelligenti, sia su quello della raccolta rifiuti, che sarà realizzata sempre con il porta a porta, e attraverso cassonetti ‘a scomparto’ con tessera ad accesso personalizzato in tutto il resto del comune. 2) Il rinnovo di tutte le infrastrutture idriche 3) l’altro project financing per un Biogestore che trasformerà i fanghi di depurazione e il tranciato del verde pubblico in energia pulita, con un perfetto esempio di economia circolare. Parliamo di investimenti complessivi per 55 milioni di euro: una sfida con un impatto positivo evidente su tutta l’economia locale del prossimo decennio.

Infrastrutture all’avanguardia significano anche capacità di attrazione per nuovi insediamenti produttivi, in prospettiva…
Assolutamente sì, ma su questo fronte non stiamo con le mani in mano neppure ora: Alessandria in passato occasioni di sviluppo ne ha perse anche troppe. Già nel corso del 2021 ci saranno novità importanti, con nuove realtà che apriranno i battenti sia nell’area del centro commerciale Panorama, nell’area del fiume Bormida, sia nella zona industriale di Spinetta. L’auspicio è che questo possa significare almeno 300-400 nuovi posti di lavoro, e voglio essere esplicito: no a logiche da cooptazione di amici, e amici degli amici. Certamente parliamo di aziende private, che sono libere di scegliere le professionalità necessarie sul mercato, ma come comune intendiamo aprire un confronto rapido con sindacati e parti sociali, perché si tengano in particolare considerazione le persone che, a causa della pandemia finanziaria ed economica, hanno perso l’occupazione, o la stanno per perdere. Dopo di che, è chiaro che la nostra zona ha forti potenzialità, date dalla sua collocazione geografica. Quindi occorre fare in modo che nuove aziende considerino interessante insediarsi alle porte di Alessandria.

Pensa soprattutto alla logistica? A che punto è il progetto dello Scalo Ferroviario di Alessandria?
La logistica è una carta fondamentale, che dobbiamo giocarci al meglio. Come comune, in collaborazione con la Fondazione Slala, abbiamo fatto il possibile per creare le condizioni per il rilancio di un’area che riteniamo essenziale, nell’ambito di uno scacchiere logistico non solo provinciale, ma dell’intero nord-ovest. L’asse creato con il sindaco Bucci di Genova, e le decisioni prese sulla logistica dal governo precedente a quello in carica, grazie all’interessamento diretto dell’on. Riccardo Molinari, sono la cornice dentro cui ci auguriamo possano crescere e svilupparsi diversi progetti sinergici. Il rilancio dello Scalo Ferroviario ora è nelle mani della proprietà, ossia RFI, che mi pare ci stia lavorando con estrema determinazione.

Lei ha recentemente ribadito che il nuovo ponte sulla Bormida si farà…
Assolutamente sì. I 10 milioni di euro riconosciuti al comune di Alessandria come fondi compensativi per i lavori del Terzo Valico saranno essenziali, e a chi ha sollevato qualche polemica ricordo che non parliamo di un ponte comunale, ma di un’infrastruttura essenziale di collegamento per il traffico in arrivo e in partenza da e verso un’ampia parte della nostra provincia. Nelle prossime settimane riceveremo la visita di tecnici del Ministero, che valuteranno la situazione: ci auguriamo che la realizzazione avvenga in tempi non decennali, anche se in questo caso non è previsto un commissario straordinario, come per il nuovo Ponte Morandi a Genova, per capirci. Quindi i tempi saranno quelli ordinari per un’opera di questo tipo. Segnalo anche, a proposito di fiumi e sicurezza, che si sta finalmente per procedere con i lavori di pulizia e sistemazione delle sponde del Tanaro, nel tratto che attraversa Alessandria. Per questo ringrazio l’Agenzia Interregionale dell’Aipo, ma anche la tenacia del nostro consigliere comunale Gianni Ravazzi, che in questi anni ha creduto nel progetto, e ha saputo stimolarne la ripresa anche quando per varie ragioni, dalle alluvioni al covid, pareva esserci incagliato.

Proprio il consigliere Ravazzi ci spiegò in passato le potenzialità del progetto di Coesione Territoriale: nel 2021 ci saranno novità?
Mi auguro di sì, e credo anche importanti. Si tratta di un’iniziativa importante, che vede Alessandria capofila di 33 comuni del bacino fluviale del Tanaro, e che prevede non solo attività di recupero ambientale, ma di rilancio dell’economia del territorio, con partnership pubblico private in comparti che vanno dalla ricezione turistica all’industria green, alle energie rinnovabili e tanto altro. Abbiamo organizzato e coordinato nel 2019 oltre un centinaio di incontri, poi il Covid naturalmente ha rallentato tutto, ma speriamo davvero che quest’anno si cominci a fare sul serio. Le potenzialità del progetto sono notevoli, e vorrei chiarire anche ai sordi, o a chi dall’opposizione fa finta di non capire, che da qui possono arrivare importanti risorse anche sul fronte del rilancio del nostro teatro. Ma la vicenda è assai complicata, e con l’inevitabile fallimento di Aspal stiamo cercando di capire come il comune può fare a tornare nel pieno possibile del diritto di superficie, e dell’immobile. A quel punto sarà possibile procedere con il concorso di idee, per la valorizzazione e la gestione multifunzionale della struttura.

Teatro Comunale di Alessandria: nostalgia o rottamazione? CorriereAl

Ecco, chiariamo bene questo punto: a prescindere dalle dinamiche legate all’amianto che dieci anni fa portarono alla chiusura, vogliamo dirlo senza remore che la Fondazione che gestiva il Teatro Comunale, nella sua ultima fase quanto meno, perdeva un sacco di soldi, e che tornare ad una struttura simile, mantenuta solo con soldi pubblici, sarà impossibile? Altrimenti l’opposizione di turno continuerà a fare demagogia, e non ne usciremo mai….
(riflette, ndr) Per questo ho parlato di un progetto che stimoli idee su come valorizzare la struttura, ma anche su come gestirla non solo in termini di contenuti, ma di equilibrio economico. E per questo ho detto struttura polifunzionale: pensare ad un ritorno al passato è impossibile, nessuno può immaginare che il comune di Alessandria, o sue partecipate, tornino a finanziare a fondo perduto il Teatro con centinaia di migliaia di euro all’anno di perdita. Serve un nuovo progetto, che guardi al futuro, e sia al passo con i tempi.

Palazzo Rosso è stato protagonista negli ultim tre anni di un profondo restyling, in parte ancora in corso….
Si tratta di un recupero importante, e fortemente simbolico. Il palazzo comunale è la casa di tutti gli alessandrini, il centro della nostra comunità. Oltre che naturalmente il luogo di lavoro di tante persone, che hanno diritto di svolgere la loro attività in un contesto decoroso. Il rifacimento della facciata del Palazzo, in particolare, testimonia l’intenzione di Alessandria di essere all’onor del mondo, dignitosa e artefice del proprio futuro.

Ex Ospedale Militare, e Chiesa di San Francesco: a che punto siamo del percorso di recupero dell’area?
Nel 2021 parte il cantiere, e si va a gara. La riqualificazione di quell’area strategica sarà fondamentale per il rilancio dell’intero centro cittadino. Grazie ad una parte dei fondi Por.Fesr diventerà polo logistico culturale dalle grandi potenzialità attrattive, anche sul fronte turistico. Vogliamo che sia utilizzato non solo dagli alessandrini insomma, ma che rappresenti un punto di riferimento anche per chi arriva da fuori: con ricadute positive sull’intera città.

Anche l’Università cresce in maniera costante, sia pur senza grande enfasi…
Questo è un po’ il limite di noi alessandrini: siamo più inclini all’autocritica e al mugugno che a valorizzare ciò che di buono abbiamo, e stiamo facendo. Oggi l’Upo, sede di Alessandria, è una struttura formativa di eccellenza, con un nuovo fiore all’occhiello che cresce, anno dopo anno, e si chiama Medicina. Si va verso il completamento progressivo del corso di laurea, in un’ottica di forte integrazione con l’Azienda Ospedaliera. Oggi siamo tutti travolti dall’emergenza Covid, ma è importante evidenziare che il Santi Antonio e Biagio sta diventando Ospedale Universitario. E il passo successivo, assolutamente fondamentale, è arrivare al riconoscimento del nuovo Irccs tra Alessandria e Casale, dedicato alla ricerca e allo studio sul mesotelioma. Sarà la seconda struttura del genere in tutto il Piemonte, dopo Candiolo: anche qui le ricadute positive, in termini sia culturali che economici, non solo per Alessandria ma per tutta l’area vasta provinciale saranno enormi. Ecco, se posso evidenziare un limite che ancora percepisco sul fronte universitario cittadino è la mancanza di adeguate strutture di accoglienza, sia sul fronte delle residenze universitarie che dei contenitori culturali, fruibili dalla popolazione universitaria, sia studenti che corpo docente. So che ci si sta lavorando, ed è un percorso che deve coinvolgere non solo l’Upo, ma tutte le istituzioni e i soggetti economici che operano sul nostro territorio.

Abbiamo squadernato un 2021 dalle grandi ambizioni, sindaco Cuttica: ma è evidente che l’anno comincia con tante incognite….
Lo so bene, e oltre all’emergenza sanitaria, che è ancora in pieno svolgimento, mi preoccupa moltissimo la situazione economica dei prossimi mesi, quando tante piccole e medie aziende, che sono la spina dorsale del nostro territorio, dovranno fare i conti con la conclusione del finanziamento degli ammortizzatori sociali, peraltro ampiamente insufficienti. Dobbiamo attrezzarci per affrontare una realtà nuova, per niente facile: il Comune sta già cercando di fare la sua parte, e siamo prontissimi a confrontarci con le parti sociali, le associazioni di categoria, i sindacati, e tutti coloro che hanno proposte costruttive da mettere in campo.