Pietro Moro, il sindaco della nuova Alessandria [Alessandria in Pista]

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di Mauro Remotti

 

Pietro Moro nasce ad Alessandria il 29 marzo 1829 da una famiglia originaria della Lomellina. Avviato dal padre alla professione forense, in breve tempo diventa un abile penalista. “Aveva sposato una giovane cugina del ramo lombardo, Erminia Moro, creatura bellissima e dolce che gli fu cara compagna, ma che morì, immaturamente, a trentasei anni, dando alla luce una figlia. Dal loro felice matrimonio ne eran nati nove”. [1]

Si dedica con passione anche all’attività politica, e il 27 agosto 1883 assume la carica di sindaco facente funzioni della sua città; nomina poi confermata con regio decreto. Moro può considerarsi un sindaco di area centrista appoggiato dalla sinistra rattazziana vicina a Paolo Ercole[2].

Alcuni giorni dopo il suo insediamento, il nuovo primo cittadino inaugura alla presenza del re Umberto I un monumento a Urbano Rattazzi di Giulio Monteverde[3]. La statua in bronzo, su basamento di marmo con quattro grifoni posti agli angoli, verrà abbattuta nel 1943 al fine di fondere il metallo e riutilizzarlo per la costruzione di cannoni. Un nuovo monumento allo statista alessandrino verrà collocato in piazza della Libertà il 21 giugno 1998.

Uno dei primi e strategici provvedimenti dell’amministrazione Moro è la nomina a ingegnere capo di Ludovico Straneo[4] per mezzo del quale il sindaco darà il via a importanti interventi urbanistici volti a creare una “nuova città” e nel contempo “per dare lavoro ai poveri”.

Ricorda Pietro Angiolini[5] che: “sino al 1914, all’ingresso degli Uffici Municipali del piano superiore si poteva vedere, in un quadro di ampie proporzioni, la pianta di Alessandria del 1887 (compilata dal geometra Ercole Callegaris dell’ufficio di Arte Municipale”.

Il cosiddetto ‘Piano Straneo’ prevede, tra l’altro, lo spostamento del Canale Carlo Alberto da corso Cento Cannoni all’attuale corso Teresio Borsalino, permettendo in tal modo la costruzione della caserma Valfrè e la realizzazione di piazza Garibaldi (in un primo tempo chiamata piazza Savona).

Ad avviso di Claudio Zarri, per l’uniformità stilistica degli edifici e l’apertura sui giardini Pubblici, piazza Garibaldi può considerarsi la più bella piazza di Alessandria. “I lavori di sistemazione portarono in un primo tempo alla realizzazione di una piazza meno estesa dell’ attuale, con il lato maggiore che ad oriente si arrestava davanti a piazza Marconi; l’edificio che chiude la piazza ad est fu costruito in un secondo tempo, a seguito della demolizione dei preesistenti fabbricati, e portò ad un nuovo assetto viario in corrispondenza dell’imbocco di Corso Cento Cannoni che prima formava una biforcazione a Y proprio all’altezza di piazza Marconi”.[6]

Viene altresì realizzato il nuovo ponte Cittadella sul Tanaro in sostituzione del precedente ponte coperto (risalente alla fine del XV secolo), demolito nel 1889 poiché ritenuto ormai troppo stretto.

Molto attento al sociale, il sindaco istituisce i bagni pubblici e raddoppia le spese per l’istruzione. Inoltre, “accoglieva la richiesta del presidente dell’Associazione Pedagogica di Alessandria, Ludovico Corti, per la creazione di un ricreatorio laico che i bambini delle elementari […] I locali scelti furono quelli del Collegio di Santa Maria, contigui al nosocomio di via Venezia”.[7]

Sul finire degli anni ’80, la nuova normativa introdotta dal Testo Unico della legge comunale e provinciale (approvato con Regio decreto del 10 febbraio 1889, n. 5921) introduce importanti innovazioni in tema di legislazione amministrativa. Viene previsto, tra l’altro, che nei capoluoghi e nelle città con più di 10.000 abitanti la nomina del sindaco debba avvenire direttamente da parte del consiglio comunale sulla base del voto di fiducia.

La riconferma di Moro, attraverso le elezioni amministrative del 1889, lo fa diventare quindi il primo sindaco elettivo della città di Alessandria.

Si dimette però qualche anno più tardi – gli succede Enrico Fortunato[8] – per ritirarsi a vita privata, spegnendosi il 19 dicembre del 1900. Nella commemorazione funebre, l’allora sindaco Antonio Franzini[9] si fa interprete dell’accorato rimpianto di tutta la cittadinanza.

 

 

 

[1] Savina Isa Moro Pagliari, Pietro Moro primo sindaco elettivo di Alessandria, in Provincia di Alessandria, numero luglio-agosto, 1966.

[2] Paolo Ercole (Quattordio 1821 – Felizzano 1895), deputato per otto legislature, sodale di Agostino Depretis, capo della sinistra parlamentare.

[3] Giulio Monteverde (Bistagno 1837 – Roma 1917) scultore. Tra le sue opere più significative, si ricorda il monumento a Giuseppe Saracco nella città di Acqui.

[4] Ludovico Stefano Straneo (Pontestura 1841 – Alessandria 1934) ingegnere capo del Comune di Alessandria a cui si devono i principali interventi urbanistici ad Alessandria durante il periodo umbertino.

[5] Pietro Angiolini (Alessandria 1888 – 1979), direttore generale della Cassa di Risparmio e vice presidente della Società di Storia, Arte e Archeologia – Accademia degli Immobili di Alessandria. E’ autore del Compendio di storia municipale dalle origini ai tempi nostri, Tipografia Ferrari Ocella & C. Alessandria, 1956.

[6] Claudio Zarri, Alessandria da scoprire, Ugo Boccassi Editori, 1994.

[7] Lucio Bassi e Alberto Ballerino, Il Palazzo comunale di Alessandria, Edizioni il Piccolo, 2008.

[8] Enrico Fortunato (Alessandria 1851 – 1921) avvocato, sindaco di Alessandria dal 1895 al 1899.

[9] Antonio Franzini, possidente terriero, diventa sindaco di Alessandria dal 1899 al 1905.