La paura di invecchiare [Il Flessibile]

print

di Dario B. Caruso

 

Ciascuno è assalito da paure.
È umano.
E ciascuno affronta le proprie come meglio ritiene.
Personalmente io soffro di aracnofobia e acluofobia.
La prima mi paralizza; se mentre guido l’automobile un piccolo minuscolo ragnetto scende appeso alla tela davanti al mio naso perdo il controllo di me stesso e rischio di sbattere.
La seconda mi attanaglia fin da bambino, il buio mi spaventa non tanto per quello che ci si può nascondere dentro quanto per la sensazione di disorientamento che mi avvolge.

Le mie paure non influiscono sulle vite degli altri se non in misura insignificante.
Da piccolo mi svegliavo al buio e strillavo come un ossesso minando la salute dei miei genitori; oggi un insetto in auto viene sacrificato da mia moglie perché mors sua vita nostra.

Da ligure e da cittadino del mondo mi preoccupa la paura di invecchiare del Governatore Toti. Quella incide in modo significativo sulla vita di molti.

Il giorno di Ognissanti, facendo un bilancio sulle vittime e i contagi relativi al Covid per il mese di ottobre, dichiara in un tweet che “gli anziani non sono indispensabili”.
La cazzata è talmente priva di qualsiasi motivazione tant’è che i tentativi di giustificarsi peggiorano la situazione; fa la figura dell’esploratore immerso nelle sabbie mobili in attesa di un Tarzan che non arriverà mai.

Pochi giorni fa dichiara che i nonni a casa coi nipotini farebbero più danni di chi va nei centri commerciali a fare shopping.
Quest’altra cazzata accentua la gerascofobia di quest’uomo che governa la regione più anziana d’Italia.

Forse è per questa ragione che durante le interviste e gli interventi televisivi utilizza le medesime luci delle due Barbare (D’Urso e Palombelli) prese a Mediaset in comodato d’uso gratuito dalla moglie.
E forse è anche per questa ragione che viene soprannominato Yoghi come l’orso della sua (e della nostra) infanzia: gli piace sentirsi un cartone, resta sempre uguale a se stesso nonostante il tempo avanzi.

È un peluche che non vuole passare di moda ed esorcizza la sua paura facendola pagare agli altri.
È un bancomat che a fronte del codice pin eroga preoccupazioni.
Per questo motivo Toti mi ispira tenerezza: non si rende conto del danno che fa, vive nel mondo dei sogni.