Alessandria, maglia nera dei rifiuti [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

In Piemonte la raccolta differenziata nel 2019 ha superato il 63 per cento, mentre il capoluogo si ferma al 48,5 e la provincia al 57

 

                       La percentuale di raccolta differenziata nel 2019 (dati Regione Piemonte)

Che la situazione non fosse proprio ottimale era noto, ma i numeri dell’andamento della raccolta differenziata in Piemonte nel 2019 confermano la pessima posizione in cui si trova la provincia di Alessandria. Il confronto, in base alle statistiche diffuse dall’assessorato regionale all’Ambiente, sono decisamente impietose. A livello provinciale il raggiungimento dell’obiettivo previsto dalla normativa nazionale e dal piano regionale rifiuti (65 per cento) è superato da tutte le province, ad eccezione di Alessandria e della Città metropolitana di Torino che restano al di sotto del 60 per cento (Alessandria 57 per cento, Città Metropolitana di Torino 58 per cento). In particolare, per quanto riguarda quest’ultima, le performance migliorano, a parte Torino città che resta ancora al di sotto del 50 per cento di raccolta differenziata. Per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata nei capoluoghi di provincia, in testa alla classifica c’è Verbania (81,8 per cento), seguita da Biella (78,5 per cento) e Novara (73,9 per cento), chiudono Alessandria (48,5 per cento) e Torino (47,7 per cento).

                                        La situazione della raccolta a livello provinciale

«Per quanto riguarda la produzione totale dei rifiuti, anche se a livello regionale il valore è in lieve calo, a livello di province – si legge sul comunicato stampa dell’assessorato – nessun territorio ha ancora raggiunto l’obiettivo di riduzione previsto dal piano regionale per 2020. Per alcune province, come Asti e Biella, l’obiettivo non è distante mentre quelle di Cuneo, Alessandria e Verbano Cusio Ossola, presentano ancora valori sopra ai 500 chilogrammi per abitante».

Il segno più quasi dappertutto

La raccolta differenziata in Piemonte è aumentata di oltre 2 punti percentuali (2,2) rispetto all’anno precedente e cala, di contro, la percentuale dell’indifferenziato che registra una contrazione del 6,7 per cento. Nel 2019 è stata toccata quota di differenziata con un milione e 359.000 tonnellate e la percentuale del 63,4 per cento sul totale dei rifiuti prodotti. La quota pro capite di rifiuti raccolti e separati dai cittadini è passata da 305 a 313 chili all’anno. «In Piemonte sono 557 i comuni che hanno superato quota 65 per cento, la maggior parte dei quali, l’85 per cento, hanno meno di cinquemila abitanti» sottolinea il comunicato. La frazione maggiormente raccolta è la carta con 65 chili per abitante, seguita dalla frazione organica con 63 chili, quindi sfalci e potature (34 chili), vetro (41 chili), plastica con 30 chili. Nel complesso, con la frazione organica (organico, sfalci, potature e compostaggio domestico), si superano i 106 chili per abitante, corrispondenti a circa il 34 per cento dei rifiuti raccolti dai cittadini in modo differenziato.

 

La differenziata nei Consorzi di raccolta

L’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, afferma che la strategia regionale «è quella di sviluppare considerevolmente la raccolta differenziata e ridare ai rifiuti un riuso sostenibile. Nel prossimo futuro – aggiunge – il conferimento dei rifiuti in discarica sarà sempre meno ma per poter trasformare i rifiuti in risorse serve una filiera di aziende e impiantistica complessa, in grado di trattarli e avviare un’economia circolare piemontese».

Oltre alla “filiera di aziende e di impiantistica complessa” di cui parla Marnati, è comunque necessario un mercato, nazionale e internazionale, in grado assorbire i materiali e riutilizzarli in modo corretto e una cultura e coscienza ambientale da parte dei cittadini. Molti dei quali, ancora oggi, trovano più facile abbandonare il sacchetto di spazzatura di fianco al cassonetto vuoto oppure non fanno tre passi in più per raggiungere quello più vicino.