Sezzadio, 700 piante nuova cintura vegetale di Cascina Borio

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Sono circa 700 gli alberi messi a dimora dal Gruppo Riccoboni nei giorni scorsi sul sito, in costruzione, dell’impianto per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi di Cascina Borio, a Sezzadio. Si tratta di esemplari di Cupressocyparis leylandii, ossia cipressi di Leyland, che serviranno a costituire una siepe di separazione vegetale con la strada provinciale 195 e lungo i lati perimetrali nord-est e nord-ovest del cantiere.

La posa della nuova barriera vegetale arriva in prossimità della Giornata nazionale degli alberi del 21 novembre, una ricorrenza istituita con legge della Repubblica e in vigore dal 2013 per porre l’attenzione sull’importanza degli alberi per la vita dell’uomo e per l’ambiente che, tuttavia, rimane poco conosciuta. In uno scenario come quello del bacino padano, ogni contributo alla creazione di nuove zone verdi rappresenta un aiuto al contrasto del cambiamento climatico.

Gli alberi rappresentano la difesa più efficace per diminuire l’inquinamento da gas serra come l’anidride carbonica, nell’intercettare le polveri sottili, nel proteggere dal rumore e nell’assorbire l’acqua in caso di precipitazioni. Secondo un recente studio del gruppo di ricerca di Ecologia del Sistema Globale del Politecnico di Zurigo, piantare 1,2 trilioni di alberi in parchi, foreste e zone verdi abbandonate, avrebbe un impatto nel contrastare il cambiamento climatico superiore a qualsiasi altra misura adottata dall’essere umano e potrebbe compensare l’intera quantità di CO2 generata dalla nostra civiltà nell’arco di un decennio. Quest’analisi ha dato impulso anche alla campagna Trillion Tree, sostenuta dall’Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente).

L’insediamento dei cipressi di Leyland ha carattere transitorio ed è previsto che la siepe vegetale venga rimossa (con la ripiantumazione altrove delle piante) con la fine dell’esercizio del sito di smaltimento rifiuti, in modo da consentire il ripristino della connessione con il paesaggio agroforestale circostante e godere dei risultati del progetto di ripristino ambientale individuato per l’area dal Gruppo Riccoboni, che prevede la messa a dimora di 18.000 piante di specie autoctone sui 10 ettari di superficie.

Angelo Riccoboni, Amministratore delegato del Gruppo Riccoboni, commenta: «Con la messa a dimora di 700 nuovi alberi prosegue il nostro impegno per mitigare, anche a livello paesaggistico, l’inserimento del nuovo impianto sul territorio. Abbiamo scelto questa soluzione per creare una schermatura verde che potesse risultare gradevole all’occhio umano e utile all’ambiente. Le caratteristiche della chioma e del fogliame di queste piante le rendono, ad esempio, più accoglienti per l’avifauna rispetto ad altre soluzioni di piante da siepe che ci erano state prospettate e ci consentiranno di disporre di un’ulteriore barriera frangivento per la difesa passiva del sito».