Invisibile [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Abbiamo a che fare con un nemico invisibile.

Il virus è ignavo e codardo ma non ha bisogno di nascondersi perché anche se presente non si fa notare.

È il protagonista delle nostre vite ma non è vanitoso, non ama mostrarsi.

Ogni volta che usciamo di casa al mattino ci gettiamo nella mischia e il nemico potrebbe essere ovunque ma non ci è dato saperlo. Con il tempo ci stiamo abituando a non distrarci perché è la distrazione che ci frega.

Ricordo che da bambino mia mamma mi diceva “stai attento e non distrarti”.

Quella raccomandazione mi risuona oggi nella testa quando esco di casa. Ma ancor di più quando rientro: se il nemico invisibile entrasse dentro casa resterebbe invisibile ma ancor più pericoloso.

I nemici invisibili sono molti.

La paura è invisibile ma non abbastanza, si legge negli occhi delle persone.

La paura non è solo delle persone fragili, la paura è delle persone accorte.

Non ricordo in quale film il protagonista dicesse “la paura ti salva, ti salva sempre”. Diceva il vero, è la paura che ti fa fare un passo indietro per non finire nel precipizio, ti fa fare un passo di lato per schivare l’attacco frontale, ti fa fare un balzo avanti per prevenire il crollo, ti fa stare fermo, paralizzato, per non fare rumore e nascondere la tua presenza.

In quest’ultimo caso la paura non è invisibile ma ci rende tali.

 

Il più pericoloso tra i nemici invisibili è l’ignoranza.

Si nasconde nei gesti, si mimetizza nelle espressioni, fatica a celarsi nelle parole ma qualche volta ci riesce.

È questo il vero dramma: non esiste ancora un obtuseness detector.

Ciascuno di noi ha l’opportunità di affrancarsi dalla propria ignoranza, in mille modi; difficile invece liberarsi da quella altrui.

È a quel punto che, quando l’ignoranza si vede, scompare l’altro e non sai con chi parlare perché non hai interlocutore.

L’invisibile c’è.

Guardiamolo negli occhi.