Il nuovo primo giorno [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso

 

In questo periodo di tempo sospeso, parte l’anno scolastico 2020/2021.
Siamo combattuti, non potrà essere come prima: e se scoprissimo che sarà meglio?

Tutte le inutili discussioni – che attengono più all’aspetto della becera politica da bar piuttosto che alla vera politica sul campo – saranno sbaragliate, riusciremo a crescere e a cambiare un modus operandi obsoleto che in questi anni si è adeguato all’impoverimento di valori culturali e principi morali, guarderemo alla sostanza e la forma diverrà funzionale.

La canzone “Il primo giorno di scuola” di Elio e le Storie Tese (2015) – che ogni anno personalmente posto sui social per festeggiare la ripresa delle ostilità – dovrà subire modifiche nel testo.
Ci sono frasi e rime poetiche che attualmente risultano invalide o ingiustificate.

Alcuni esempi.

“Il cortile è affollato e mi scappa la pupù”
L’affollamento non è previsto, sulla pupù invece non ci sono limitazioni.

“Mamma lasciami la mano un bambino non son più”
In questo frangente tenere la mano della mamma non è possibile: è opportuno non toccare nulla e lavarsi con l’apposito gel.

“Chi saranno i miei compagni? Quello lì meglio di no
Lo conosco dall’asilo e mi sta sulle balle”
Il vantaggio della mascherina è che i ragazzi potranno non riconoscersi fino a data da definire, magari il 10 giugno 2021.

“Benedetto intervallo, si potrebbe giocare”
Ciò dipenderà dagli spazi aperti disponibili; chi non li ha si attacca.

Per fortuna ci sono anche buone notizie: in alcuni passaggi il testo poetico resterà in vigore.
“Nel frattempo un compagno che non pensa al futuro
Sta mangiando qualcosa che gli è uscito dal naso”
Ciò è permesso, le buone abitudini di chi mantiene invariato il prodotto interno lordo non muteranno anzi saranno incentivate.

Ci apprestiamo dunque ad un nuovo giorno, un nuovo primo giorno per imparare.