10 al Prof. Cavalchini, 2 al Governo Conte su scuola e migranti [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Questo articolo merita di avere una seconda vita dopo una settimana dalla sua pubblicazione, per dare la possibilità a chi se l’è perso di poter prendere visione del suo contenuto: “Un invito a tornare a studiare. Con determinazione”. L’autore è il Prof. Pierluigi Cavalchini, alessandrino, insegnante, docente di materie letterarie, ambientalista, a lungo impegnato anche in politica. E’ un articolo molto lungo e non facile, ma basta impegnarsi un po’ per recepire il messaggio di fondo, molto importante: una riflessione sul compito che hanno gli studenti, ossia impegnarsi nell’apprendimento. Per farlo nel modo più idoneo, a scuola si torni nei banchi, perché è essenziale il contatto fisico con gli insegnanti e con i compagni. Il suo contenuto dovrebbe far capire alle generazioni che stanno avanzando il valore dell’istruzione e della formazione culturale, lo scopo è lo sviluppo sociale e accrescimento della libertà di ogni cittadino, per acquisire gli strumenti e la capacità di interessarsi alle tante questioni di interesse collettivo, ma anche individuale. L’articolo spiega cosa può accadere ad un popolo ignorante. Lo dicono anche le ricerche scientifiche, dimostrando che i paesi con la migliore qualità della vita e i livelli più elevati di benessere (classifica in cui l’Italia scivola sempre più in basso) sono quelli dove gli abitanti hanno la maggiore istruzione. Sappiamo che il nostro Paese in 15 anni ha tagliato di 2/3 gli stanziamenti per istruzione e sanità, e la spesa pubblica per la ricerca è stata tagliata del 21% in dieci anni, dal 2007 al 2016, notizia del 2020: “L’Italia è ultima in Europa per fondi alla ricerca e istruzione. Così sì uccide un Paese!”
E’ chiaro che il nostro Paese non può avere buone aspettative. Il mio invito è di leggere con attenzione l’art. del Prof. Cavalchini: l’Italia non deve retrocedere ulteriormente perché siamo ignoranti, ma svilupparsi, e il compito di reagire è nostro.
Voto: 10

 

2) Scuole completamente chiuse da marzo a settembre, in Italia. Possibile che in questi mesi il Governo e il Ministero competente non siano riusciti ad organizzarsi per tempo, per cui ora in estremo affanno cercano di ‘metterci una toppa’, situazione sotto gli occhi di tutti? Conte&Compari hanno toppato persino nella scelta della data, non è possibile aver messo insieme “elezioni” con “lezioni”. Il 14 settembre a scuola, dopo averle ristrutturate, creato distanziamenti, sanificate e poi neanche quattro giorni dopo l’apertura tutto in pausa per allestire i seggi elettorali, in cui affluiranno migliaia di persone per poi ricominciare a sanificare più approfonditamente: o almeno si spera perché sarà tutto da verificare. Siamo proprio in Italia. Il buon senso avrebbe dovuto far lavorare la “materia grigia” di tutto il Governo, posticipando la data di partenza delle lezioni al 1° ottobre, semmai recuperando nel proseguo dell’anno. Il tutto avrebbe permesso agli istituti scolastici di completare l’organizzazione con un minimo di serenità. Ormai è chiaro agli italiani, in tutti i settori questo Governo dà l’idea di una armata di Brancaleone in estrema difficoltà, sta in piedi ma non cammina, dichiara e si smentisce un minuto dopo perché ognuno parla una sua lingua, pare una Babele. Da nonna, auspico un po’ di sale in zucca per un ripensamento sulla data. Chiudo questa pagella con il mio pensierino sui banchi scelti, a rotelle, o piccole scrivanie dove sopra ci sta poco, scelta che ha incassato pesanti critiche. Mi chiedevo chi avesse preso certe decisioni, e per bocca della ministra Azzolina si è venuti a conoscenza che sono state suggerite da tecnici che interpellati in proposito hanno dichiarato: “L’utilizzo del banco singolo è formalmente consigliato dal nostro Comitato tecnico scientifico come misura di distanziamento”. A mio pensare sono soldi buttati, e sono convinta che presto verranno sostituiti perché inadeguati. In che mani siamo!
Voto: 2

 

3) Immigrazione clandestina: quanto costa ai contribuenti italiani? Durante il periodo di isolamento del Paese, con un distanziamento sanitario totale tra consanguinei, amici, vicini di casa etc., nei programmi di intrattenimento politico TV è calato un silenzio totale sull’argomento immigrazione. Solo qualche notizia sporadica sul web, che preannunciava il pericolo di un nuovo ‘arrembaggio’ delle nostre coste dall’Africa. Porti chiusi a tutti, meno che per agli immigrati clandestini. Eppure già dal 18 marzo si leggeva: “I primi focolai di Coronavirus in Africa”.
A marzo su 54 stati africani 29 erano già ufficialmente colpiti dal coronavirus, lanciando l’allarme di una rapida diffusione. Altra notizia del 10 aprile: “Coronavirus, Oms: “Bene calo in Europa, preoccupa l’Africa”.  Non lo dico io ma fonti autorevoli, anche se a lungo il nostro Governo ha negato esistesse un ‘rischio’ Africa.
Così in un silenzio complice sono aumentati gli sbarchi in massa dall’Africa di individui malati non solo di Covid, come ben sappiamo. Ormai tutti ne parlano, ed è un argomento di dibattito, tranne il Governo e il Quirinale: da lì silenzio assoluto.
La domanda: quanto costa all’Italia accogliere chiunque dall’Africa, soprattutto in questo momento di gravissima emergenza sanitarioa ed economica per il paese? La spesa per l’accoglienza dei migranti nel 2018 è stata di circa 4,648 miliardi euro. La UE sta girata dall’altra parte, e nel 2017 il contributo europeo per far fronte alle spese italiane sul fronte accoglienza è stato di 77 milioni, meno del 2% delle spese totali, mentre le promesse contenute nel piano di ricollocamento di emergenza dei richiedenti asilo verso altri paesi europei sono state realizzate solo in piccola parte, ricollocando circa 13 mila migranti a fronte di 35 mila promessi. Questi sono i dati 2018/2019. In questo 2020 ci aggiungiamo oltre quattro milioni di euro (più Iva), che è il costo previsto dal Governo per l’affitto di navi per l’accoglienza dei migranti soccorsi in mare o giunti sul territorio nazionale nell’ambito dell’emergenza coronavirus. Il costo è di 160 euro al giorno a migrante per 4.800 euro di spesa mensile per ogni ospite a bordo. Per concludere aggiungiamo gli 11 milioni di euro dei contribuenti italiani alla Tunisia per rafforzare il controllo delle sue frontiere marittime, e chissà quanto altro di cui non ci è dato a sapere. Siamo diventati la repubblica di Bengodi? Chiaro è che l’accoglienza fa molto comodo ed è business. Notizia del 31 agosto: “Fondi per l’accoglienza migranti: la Guardia di Finanza sequestra beni per 900.000 euro a una cooperativa e una onlus del Lecchese”.
Abbiamo un enorme debito pubblico, in crescita esponenziale nel 2020: siamo sull’orlo del default e, mentre gli altri paesi UE cercano di pensare ai propri cittadini, questo Governo ha emanato solo decreti di promesse, molti non attuativi con zero o rari aiuti, ma spende e spande per accogliere. La colpa è pure di noi italiani, apatici e in perenne letargo, che accettiamo tutto ciò che ci viene imposto.
Voto: 2