Corso XX Settembre [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina

 

A volte ci si avventura per vecchi solai polverosi, ci sai aggira ripostigli di cose inutili e vetuste di decenni… altre volte ci si avvia per strade sconosciute e fuori mano. Naturalmente tutto questo inseguendo le emozioni che le cartoline antiche ci riportano alla mente.

Stavolta il centro della chiacchierata e della nostra passeggiata settimanale è un lontano viale alberato, Corso XX Settembre. Ho usato l’espressione lontano solo per il fatto che questo posto è, o meglio, per me ragazzo era lontano dai luoghi che abitualmente frequentavo.

Oggi certamente non potrei sostenere la stessa tesi. In neppure dieci minuti dal centro città, infatti, si può giungere in questa strada e percorrerla tutta o in parte – a seconda della lunghezza della gamba di ognuno o della preparazione atletica – quindi non può certamente essere definito un luogo distante.

Per me ragazzo, abituato a giocare nel cortile di casa o nelle adiacenze di quell’isolato, questa zona della città – la Pista – era quasi una sorta di finis terrae.

Poco male se a quei tempi, in quegli anni lontani, non ho frequentato questo grande e bel rione. I giochi e le passeggiate, le strade percorse erano molto più centrali. Anche gli amici e le amiche, fino ad una certa età, sono stati scelti (o son capitati) in zone centrali di questa piccola città; nel microcosmo della vecchia Alessandria.

Solo in età più matura ho scoperto quanto ci ho perso in termini di rapporti umani. La Pista era – e forse è sempre stata – un’oasi misteriosa in cui pullulavano belle ragazze. Donne belle ed in quantità industriale… (e forse magari avrei potuto trovare anche qualche amico).

Tutte le scoperte, o forse meglio dire la maggior parte, sono state fatte in tempi relativamente recenti e per il grande desiderio di conoscere tutta quanta la città.

Le cartoline, infine, mi hanno permesso di conoscere e studiare aspetti insoliti ed insospettabili e per giunta di vedere e gustare una città diversa, come è stata un tempo e come ormai non è più.

Come sempre la cartolina giunge allo studioso, al curioso, ma anche al nostalgico, come mezzo insostutuibile per affondare lo sguardo in un mondo scomparso, per curiosare in un microcosmo di stili, di architetture ma anche di vita e di sentimenti che diversamente sarebbero spariti con il passare del tempo e senza lasciare traccia.

Tra le belle cartoline della Pista – poche ma belle – ce n’è una che per diversi motivi voglio pubblicare oggi. È un omaggio ai lettori che con costanza seguono questa Rubrica, alle belle ragazze della Pista di oggi e di un tempo e soprattutto all’amico Antonio Silvani, che ci ha lasciati qualche anno fa, e che di questo rione fece il centro della sua esistenza. Non ultimo voglio ricordare anche il dottor Corsico, l’amico Sandro Corsico[1] che in quest’angolo di città ha vissuto e di questo bel rione era forse il maggior e più attento conoscitore.

Le case della Pista, le belle costruzioni di inizio secolo, ormai sono rare come le mosche bianche. Nessun riguardo (anche qui) per la bellezza e per il decoro che queste nuove costruzioni erano riuscite a portare in quest’angolo oltre canale[2] della città che si espandeva. La serie di belle case e di gradevoli ville di cui tutta la zona era ricca è stata rovinata e deturpata per sempre da spregevoli grattacieli. La speculazione edilizia, anche qui come in ogni dove, ha fatto man bassa di arte e di stile nel nome del dio denaro. Della serie di case a due o tre piani ne restano ancora poche e spero che a nessuno venga il desiderio di riprendere in mano il piccone demolitore.

I fregi e le belle rifiniture di questi edifici erano quasi il blasone degli inquilini che esse ospitavano.

Come non apprezzare ed allo stesso tempo essere dispiaciuti per la fine che tanti di questi edifici hanno subìto?

Basta, non voglio più annoiare il paziente lettore; cedo spazio all’osservazione di questa veduta e lascio luogo al lettore che avesse ancora qualcosa da dire, parole da aggiungere in merito a questa Alessandria scomparsa…

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[1] Alessandro CorsicoDa “Pista” a rione: storia della nascita di un quartiere alessandrino; appendici a cura di Ugo Boccassi; con scritti di Giuseppe Baretta e altri – AlessandriaiGrafismiBoccassi, 2004 .

[2] La Pista era separata dal resto della città dal Canale Carlo Alberto, che all’epoca di questa cartolina scorreva proprio in fondo al viale e dava energia a diverse fabbriche e mulini che si trovavano lungo il suo percorso, non ultima la Fabbrica Borsalino.


Pista---Corso-XX-Settembre

Cronachetta – Il canale Carlo Alberto è stato deviato. Ve ne sarete accorti, no? La frase è perfettamente sbagliata. Non è il canale che è stato deviato, è l’acqua. Tutt’alpiù han costruito un altro fossato, o alveo, o letto che dir si voglia. Ed è rimasto quello vecchio. È rimasto con ponti, con erbe, con tubi di scarico, con tutti quei rottami che esistevano sott’acqua. Tolta, pardon, deviata l’acqua. Son rimasti… ahi! Ho fatto una “gaffe”: sono andati nel vecchio canale Carlo Alberto i… topi. Se stessero li è niente; Ne formeremo uno “zoo”. Il male è che i topi vanno a spasso e non chiedono permesso. Il guaio maggiore… breve. Ogni casa della vicina “pista” ha preso un topo in adozione da allevare, da mantenere.
Abbandoniamo gli scherzi: non potrebbe il Municipio sistemare definitivamente il canale? Si evita puzza, topi; si migliora igienicamente una zona che davvero la merita. Domani sarà fatta la fognatura; ma per oggi cosa si potrebbe fare?

«Marius » 

[La Libertà – Settimanale Cattolico della Provincia di Alessandria – Organo della Giunta della Diocesi di Alessandria – Anno XV – Numero 45 – Alessandria – Giovedì 8 novembre 1934 – Anno XIII E.F.]