Pafumi (Acos)”: “L’unica politica che facciamo qui è quella dei fatti, puntando su innovazione e partnership di territorio”

di Ettore Grassano

 

 

“Sa qual è l’unica politica che facciamo in Acos? La politica dei fatti”. Dopo quasi un’ora di conversazione piacevole e a tutto campo, è quando siamo quasi ‘sull’uscio’ che Giorgio Pafumi estrae dal cilindro la sintesi più efficace, e il titolo perfetto per l’intervista.  Dirigente d’azienda, 62 anni non dimostrati (“sono nato il 20 aprile, lo stesso giorno di Hitler e di D’Alema: ma spero di non assomigliare a nessuno dei due”), novese doc, Pafumi due mesi fa ha accettato una sfida non priva di insidie, ma certamente anche molto stimolante: mettersi al timone della multiutility del Basso Piemonte (“Sei società, più la capogruppo: bilanci in ordine, e una squadra con professionalità straordinarie”, precisa all’inizio della chiacchierata) dopo Mauro D’Ascenzi, che Acos l’ha fatta nascere, nel 1991, e guidata appunto  fino allo scorso giugno. Con il suo predecessore Pafumi ha avuto due incontri molto cordiali (“ma sempre fuori Novi, a Roma e a Torino, in ambito Utilitalia”), ma altrettanto non si può dire per alcuni esponenti del Pd novese, che scordandosi savoir faire e diplomazia bollarono come ‘inadeguate’ a priori le nomine ai vertici Acos (Giorgio Pafumi è Amministratore Delegato, mentre Maura Laveroni è il nuovo Presidente). Una bocciatura che, come vedremo, Giorgio Pafumi affronta con un sorriso, e con determinazione: “gli azionisti valuteranno in base ai risultati: certo un po’ di amarezza c’è stata, di fronte ad una simile accoglienza, ma ognuno risponde del proprio stile, e delle proprie affermazioni”.

 

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Giorgio Pafumi, sulla sua scrivania ci sono carte, numeri, tabelle: sta studiando?
(sorride, ndr) Molto, mi creda: non per un esame universitario, ma per cercare di conoscere a fondo le aziende del Gruppo. Sono stato accolto però, fin dal primo giorno, da una squadra straordinaria, con professionalità di prim’ordine e un forte senso di appartenenza. Il che mi fa ben sperare…

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Lei sa che questo è stato per trent’anni il ‘fortino rosso’ di Novi, mentre a sceglierla è stato il sindaco della Lega: non teme ostracismi?
Assolutamente no, e a parte qualche dichiarazione un po’ prevenuta e superficiale della politica locale, non ho nessun motivo per preoccuparmi, su questo fronte. Davvero si percepisce che chi lavora in Acos mette l’interesse del Gruppo, e delle sue aziende, al primo posto. Il che è fondamentale, oggi più che mai.

 

Si aspettava la nomina?
Per nulla, anzi avendo alle spalle quarant’anni di professione nel privato, come manager d’azienda, stavo valutando se avvalermi o meno di ‘quota cento’ per andare in pensione. La proposta del sindaco Cabella all’inizio mi ha spiazzato, ma sa una cosa? Questo incarico mi ha restituito un entusiasmo straordinario, mi sembra di avere di nuovo vent’anni…facciamo trenta dai!

Fino ad ora ha avuto incarichi dirigenziali solo in aziende private: cosa cambia?
Tutto, e nulla. Alla base del lavoro c’è sempre che devi dare il massimo, e rispondere del tuo operato agli azionisti. Nel caso di Acos in prevalenza azionariato pubblico, ma c’è anche Iren, socio privato e player di livello nazionale. In ogni caso, stiamo parlando di un Gruppo importante, ben gestito, e soprattutto proiettato nel futuro.

Le incognite però ci sono sempre però: come fa una multiutility di provincia a fronteggiare oggi la concorrenza di grandi competitors che vi ‘assediano’, incalzando la clientela quotidianamente con proposte al telefono, via e-mail e sui social?
Puntando sulla qualità del servizio, e del rapporto con la clientela nel pre ma anche nel post vendita. Le faccio una considerazione da utente finale: qualche anno fa, stanco dell’inefficienza di un grande player nazionale che non citiamo, decisi, da novese già cliente del Gruppo Acos per acqua e gas, di
rivolgermi a questi sportelli anche per l’energia elettrica. Ebbene, qualità di servizio e di assistenza non paragonabile. Ecco, la sfida, al di là di promozioni, sconti, pubblicità, credo che alla fine si vinca così: grazie alla professionalità di chi lavora nelle nostre aziende.

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Parliamo di rifiuti: cosa vi aspettate dal ‘porta a porta’ che state implementando in queste settimane anche a Novi città?
Il ‘porta a porta’ a Novi (e a Tortona) arriva dopo essere già stato sperimentato in altre aree del nostro territorio di competenza, per certi versi più agevoli. In città ci saranno da ‘tarare’ alcuni aspetti, legati ad esempio al servizio nei condomini più grandi. Puntiamo moltissimo sulla collaborazione e sul senso di responsabilità dei cittadini: una raccolta rifiuti efficace significa miglioramento della qualità di vita per tutta la comunità. L’obiettivo è raggiungere in breve tempo non solo la quota di ‘differenziata’ di legge, ossia il 65%, ma puntare al 75%.

Ogni tanto c’è un’accelerazione sul fronte dell’inceneritore, o meglio valorizzatore come si dice adesso. Poi ogni volta arriva la frenata: si farà mai?
E’ una valutazione complessa, che coinvolgerà nel caso anche soggetti più grandi di Acos: penso naturalmente in primo luogo a Iren, nostro azionista, e tra i grandi protagonisti di questo mercato. Personalmente preferisco il termovalorizzatore ad un territorio saturo di discariche, che mi pare che questa sia la direzione percorsa da tutti i paesi più avanzati. Peraltro oggi un termovalorizzatore di nuova generazione inquina quanto un motorino, o poco più: insomma si è molto attenti, giustamente, all’impatto ambientale. Semmai c’è una questione di costi, di investimenti: per questo occorre ragionare in termini di area vasta. Un termovalorizzatore solo per Novi e Tortona non ha senso: ma se si pensa all’intera provincia di Alessandria, e al contempo alla Liguria, la prospettiva cambia. Occorre insomma ragionare sulla base di un territorio con un milione o un milione e mezzo di utenti. Per ora siamo in fase di osservazione e valutazione.

 

A proposito di risorse, l’acqua è sempre più bene scarso, e gli acquedotti necessitano di interventi costanti (e costosi) di manutenzione e ammodernamento…
Prima del mio arrivo, nel 2019, su questo fronte è stato avviato un percorso fondamentale, che ci vedrà impegnati fino almeno al 2034. Gestione Acqua infatti, insieme a Amag Reti Idriche e a
Comuni Riuniti Belforte Monferrato ha dato vita al Comitato di Gestione della Rete Idrica AGC, che ci consentirà, attraverso apposito Contratto di Rete, la gestione del servizio idrico integrato sul territorio di riferimento delle tre aziende, su incarico di Egato6, Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale. Questo significa avere le risorse per importanti investimenti infrastrutturali, fondamentali per garantire alla popolazione un servizio idrico di sempre maggior qualità.

Un’alleanza sull’acqua con Alessandria e con l’Ovadese insomma: guardate anche ad altre possibili partnership di territorio?
Posto che ogni Gruppo ha la propria identità e i propri progetti, credo che oggi più che mai sia necessario vedere nel vicino di casa non un avversario, ma un possibile alleato: a condizione naturalmente che si individuino progetti concreti da realizzare insieme, che possano essere un valore aggiunto per tutti.

Una risposta quasi da politico: ha mai avuto esperienze su questo fronte?
(sorride, ndr) Una sola, nel 2004 se ben ricordo, a guida di una lista civica alle comunali di Novi: ma davvero eravamo cittadini che provavano a dare una mano, e nulla più. Pur essendo da sempre elettore di centro destra non ho mai avuto esperienze politiche dirette, e va benissimo così: non ho ambizioni in questa direzione.

Cosa fa Giorgio Pafumi nel tempo libero?
Quale tempo libero? Ho trascorso tutto agosto qui in Acos a studiare dossier, si figuri. Una grande passione c’è però, da sempre, ed è la musica. Rock in particolare, e non solo da ascoltatore: suono la chitarra, sia elettrica che acustica, e per tanti anni con un gruppo di amici ci siamo anche esibiti nei locali del Basso Piemonte, con un repertorio soprattutto ‘disco’ anni Settanta. Ma sa qual è stata l’unica volta che sono rimasto davvero senza parole, io che ho sempre fatto il venditore, e puntato sul dialogo? Nel 2006, quando fui tra gli organizzatori della reunion locale dei grandi Jethro Tull qui in basso Piemonte. Mi ritrovai a fare da autista al mio idolo musicale, Ian Anderson, portandolo dalla tenuta La Bollina fin qui a Novi, e non riuscii letteralmente a proferire parola: ammutolito di fronte ad un mito della mia gioventù!