di Graziella Zaccone Languzzi
1) Scuola, una buona notizia. “Fornaro (LeU): “Dal Governo 3,7 milioni di euro per le scuole alessandrine danneggiate dal maltempo”.
Dopo il maltempo che ha danneggiato gravemente molte scuole cittadine il contributo assegnato per il riprisino degli edifici consentirà ai nostri studenti di tornare regolarmente a scuola (Covid permettendo!) in condizioni di sicurezza.
Ovviamente al rientro si dovranno utilizzare tutte le precauzioni sanitarie anti Covid, tenedo conto di quei bimbi con problematiche di allergie respiratorie di vario tipo. Un ulteriore ‘blocco’ delle scuole sarebbe di una gravità assoluta per il futuro di queste generazioni veramente sfortunate. Lo dichiara l’ONU, parlando di una vera e propria “catastrofe educativa”. Interessante leggere l’articolo de “Il Sole 24 ore” in merito: “Subito un piano di emergenza contro la perdita di apprendimento”.
Oggi è il 31 agosto e mancano quattordici giorni all’inizio dell’anno scolastico.
Anche Mario Draghi al meeting di Rimini ha incalzato su istruzione e formazione per la ripartenza. Ha dichiarato che ai giovani bisogna dare di più, e che vanno posti al centro di ogni riflessione per rimettere in moto i loro percorsi formativi dopo la catastrofe della pandemia. La scuola di base nel suo percorso formativo da troppo tempo soffre di un diffuso disagio, con interventi riformatori molto discussi e orientati prevalentemente a mere esigenze di contenimento dei costi, a discapito della qualità. Il grave problema italiano è causato dall’analfabetismo funzionale, giovani e adulti sono capaci di leggere e scrivere, ma con difficoltà a comprendere testi semplici. Siccome penso sovente male, il mio pensiero è: alla politica quanto fa comodo, un popolo analfabeta funzionale lo si manipola molto meglio, e senza sforzo. Come ebbe a dire Ernesto Che Guevara: “Un popolo ignorante è un popolo facile da ingannare”. Consiglio questa lettura: “Il peso dell’ignoranza sull’efficienza della democrazia”.
E’ compito della politica far tornare gli studenti nelle aule e in tutta sicurezza: ce la faranno?
Voto: 8
2) Nella Sanità pubblica non si fanno più radiografie. Il caso concreto: la scorsa settimana mi telefona un’amica per un saluto e mi racconta le tribolazioni per ottenere una radiografia della colonna lombo-sacrale (RX). Ai primi agosto con l’impegnativa si reca all’Ospedale Civile di Alessandria (ASO/AL), dal CUD viene mandata prima in radiografia nuova poi in quella vecchia e lì rispondono che tale prestazione non la fanno, invitandola a rivolgersi al Patria (ASL/AL). La mia amica ha dolori, fatica a camminare e decide di telefonare. Chiama il centralino del Patria al n. 0131/306111, le viene suggerito di digitare il n.0131/ 307492, ma chi risponde spiega che è un settore del Patria che nulla a che fare con la sua richiesta e tanti saluti. Richiama il centralino che le consiglia di rivolgersi al numero verde 800119511. Ci prova molte volte ma a questo numero non risponde nessuno. Sono già trascorsi alcuni giorni, stanca si rivolge alla Clinica Salus (via Trotti), ma anche lì le viene detto che al momento tali radiografie sono sospese, e di rivolgersi alla Clinica del Cuore. Le viene fornito il numero telefonico 0131/314500, prova e riprova per due ore ‘subendo’ la musichetta, e l’invito ad attendere perché tutti gli operatori sono impegnati. La signora si rassegna e si reca sul luogo, chiedendo un po’ a questo e un po’ a quello su e giù per la struttura. Alla fine la indirizzano in un luogo dove due infermiere le consigliano di telefonare, perché non sono tenute a prendere appuntamenti. La mia amica spiega che al centralino non risponde nessuno, e che è lì di persona perchè ha trascorso due ore al telefono senza ricevere risposta. Il consiglio che riceve è: “continui a telefonare”. Ora per sopportare il male si riempie di medicinali e antinfiammatori, le rimane solo più un’ultima possibilità prima di andare a pagamento: lo Studio Radiologico Centocannoni, ma avrà necessità che qualcuno l’accompagni in macchina o dovrà prendere un taxi. Finalmente la Centocannoni gli fissa l’appuntamento con l’impegnativa: il prossimo 10 settembre. Quante persone in questa città e provincia sono nelle condizioni della mia amica? E’ mai possibile che la nostra sanità sia ridotta al punto che l’ASO/AL e l’ASL/AL non sono in grado di fare una radiografia lombosacrale o di altra necessità? Conosciamo i tagli nella sanità dal governo Monti in giù, non dimentichiamo l’inesorabile mannaia sui servizi sanitari al cittadino, le manovre regionali di riduzioni, le riconversione a semplici strutture sanitarie degli ospedali di questa provincia effettuati nel periodo Chiamparino/Saitta con il potente direttore Moirano. Ora però servirebbe il ritorno dei servizi soppressi, come spiega bene in questa intervista l’On. Rossana Boldi: “Boldi (Lega): “La sanità non è solo Covid: ripensiamo il modello Piemonte, valorizzando gli ospedali di territorio. Irccs ad Alessandria sarà salto di qualità per tutta la provincia”.
Il caso che ho citato ad esempio ritengo sia una vergogna. La sanità pubblica deve tornare ad essere al servizio del malato, i cittadini pagano da sempre un servizio che ormai viene loro negato, mentre se ne servono gratis e in abbondanza pure quelli che arrivano da lontano senza aver mai contribuito, e qui è meglio che mi taccio.
Voto: 2
3) Provo a dire la mia sul Referendum relativo al taglio dei parlamentari, in programma il 20 e 21 settembre. Sono una cittadina senza particolari competenze specifiche in merito, ma sono convintamente per il NO, e voterò di conseguenza. Il Referendum si poteva evitare perché già deciso, e perché i SI vinceranno visto l’avversione da parte dei cittadini verso la politica, quindi il risultato sarà scontato ma voterò NO per due motivi. Il primo motivo: non intendo asecondare i propugnatori di questa ‘trovata’ nata all’alba di un movimento anti-casta che si dichiarava “puro”, quando il loro guru nel 2013 urlava: “Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno. Scopriremo tutti gli inciuci, gli inciucetti e gli inciucioni”, e si sa che oggi in quella “scatoletta di tonno”, simbolo di potere, ci stanno asserragliati dentro, tenendo le porte d’uscita ben serrate, come il caveau della Banca di Italia. D’altra parte quando si assaggia per la prima volta la cioccolata è dura rinunciarvi.
Sono convinta che gran parte dei deputati e dei senatori, di tutti gli schieramenti, siano sotto sotto per il No, e non pochi anche per interesse di categoria.
Ma vero motivo per cui io voterò No è che ritengo che, con la riduzione dei parlamentari, i territori periferici (come la nostra provincia) perderanno quote di rappresentanza, e voce in capitolo.
Per chi pensa il contrario, segnalo che oggi l’Italia ha una percentuale di parlamentari per numero di abitanti simile a quella dei grandi paesi europei, mentre dopo la riforma diventerà invece uno dei paesi con il più basso livello di rappresentanza politica in rapporto alla popolazione dell’intera Unione Europea. Col taglio avremmo il Parlamento meno rappresentativo d’Europa. Quanto al risparmio, Carlo Cottarelli l’ha stimato nello 0,007% della spesa pubblica: l’equivalente di un caffè all’anno per italiano. Stanno perpetuando un’amputazione masochistica democratica che porterà solo problemi. A fare un paragone, ne uscirà un pasticcio alla Delrio (Gov. Letta/Renzi/Gentiloni): ricordate la (finta) eliminazione delle Province lasciate a mezzo guado e amputate?
Voto: 2