Quando Piazza Tanaro, ora Piazza Gobetti, era nota con il nome di Valoria [Lisòndria tra Tani e Burmia]

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di Piero Archenti

 

Oggi la piazza ha assunto il nome di piazza Gobetti e si affaccia sul Tanaro esattamente come allora ma, inevitabilmente, quello che si vede oggi non ha più nulla a che vedere con l’immagine che la Storia ci ha tramandato nei secoli.
In prima battuta diremo che Valoria si affacciava sì sul Tanaro ma in quell’epoca il fiume era navigabile per cui, a giudicare dalle immagini che ignoti antenati ci hanno tramandato, le merci venivano scaricate dapprima sull’imbarcadero posto a pelo d’acqua per poi essere trasferite in Valoria posta all’interno della città fortificata.
Guardando l’immagine del Ponte sul Tanaro datata 1453 si vede l’antico ponte coperto e alle due estremità le fortificazioni destinate, probabilmente, ad ospitare anche i caselli del dazio. Una presenza che il tempo ha faticato a cancellare infatti, sono stati proprio i caselli del dazio. Presenti fino a non molto tempo fa all’imboccatura della città, si doveva dichiarare il valore delle merci in entrata o in uscita e conseguentemente pagare la tassa daziaria.
Le foto mostrano l’ex piazza di Porta Tanaro (oggi piazza Gobetti) in tempi più recenti, ossia quando la piazza ospitava le due palazzine del dazio, una in entrata e un’altra in uscita. Sulla piazza, come mostra la foto, si teneva periodicamente un mercatino. Sullo sfondo la Chiesa di San Giovanni Decollato (foto del 1908) fondata nel 1736 alla confluenza di via Vochieri con Corso V. Marini. Sconsacrata nel 1912 fu dapprima trasformata in deposito di macchine agricole e successivamente nel 1925 in seguito a lavori di ristruttuarazione venne distrutta una parte consistente della struttura originale, a tal puntto che della chiesa non rimane più nulla.
Le foto del 1910 mostrano invece i due caselli del dazio posti in prossimità di Porta Tanaro (piazza Gobetti). Anche questa foto mostra la periodica presenza del mercatino delle cose vecchie.
Della Chiesa di S. Siro, situata sul lato verso Porta degli Orti, sappiamo che figurava in un documento del 1169. La colonnina di granito che oggi vediamo sulla piazza del Duomo, al culmine della quale si trova un piccolo baldacchino metallico con all’interno un piccolo crocefisso, è l’unica testomonianza che ancora rimane della chiesa di San Siro. Anche questa chiesa come molte altre fu demolita nel 1831 per ragioni di carattere militare.
Sulla colonnina di granito in piazza Duomo è tutt’ora possibile leggere… in latino:
‘Questa colonnina che i nostri padri innalzarono – presso il ponte del Tanaro – a Siro discepolo dell’aposto­lo Pietro – essendo quello il primo banditore della fede cristiana – e che l’urgenza delle fortificazio­ni militari – aveva indotto a togliere nell’anno 1805 – gli amministratori del massimo tempio della città – per volontà degli alessandrini – qui ricollocarono – esultanti di gioia nel 1828’
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L’antico ponte coperto sul Tanaro così come si presentava nel 1453.
Cartoline del mercato di Piazza di Porta Tanaro, oggi Gobetti con caselli del Dazio, di Domenico Picchio
Colonnina in granito, ora in piazza Duomo, sopravvissuta all’abbattimento della Chiesa di S. Siro.
Piazza Gobetti, l’antica Valoria, come si presenta oggi.
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“Valoria” l’antica piazza Tanaro
Valoria è la prima denominazione conosciuta di piazza Tanaro: lo precisa anche in un sonetto, il nostro poeta dialettale Crispino Jachino che dice: “…d’ar pont d’Burgò…avnenda chi an Valoria…”.
Tempi lontani di quando ancora la Cittadella non esisteva ed al di là del Tanarosi stendeva con i suoi palazzi e le sue Chiese l’antico popolso rione di Borgoglio. Di quando la parte della città sul Tanaro era ancora quasi al livello del fiume e chi veniva in “Valoria” dal Ponte vedeva bene in alto a sinistra S. M. Di Castello e al fondo della Piazza la bella facciata della Chiesa di San Siro innalzata da una grandiosa gradinata di cui gli alessandrini andavano orgogliosi.
Tutta la contrada sul Tanaro era chiamata “La Val” e la denominazione è ancora spesso usata dai nostri vecchi per indicare appunto la parte terminale di v. Milano la dove si vedeva “u stalon” (Foro Boario, poi ex Gil). Per sfregio Valoria era anche detta la “Val di rat” a motivo delle molte catapecchie che abbiamo visto distruggere nel 1937 intorno alla via Caraglio.
In origine Valoria era chiusa soltanto da due lati: S. Siro e v. Casale di oggi. Da questa parte si andava alla Porta Sotella (exCanottieri) e questo lato vantava case signorili (ancora vediamo il palazzo Prati) e diverse Chiese e Oratori di cui ricordiamo i nomi: S. M. Nova e S. Simone; S.M. dell’Acqualonga e S.M. Dell’Acquanigra; S. Sebastiano e notissimo San Giovanni Decollato la cui Confraternita assisteva i condannati a morte. Di S. Siro, sul lato verso Porta degli Orti, (allora situati dove oggi vediamo il Gasometro), sappiamo che questa Chiesa già figurava in documento del 1169, che sul sagrato recava la stessa colonna che oggi vediamo sulla piazza del Duomo, che fu demolita nel 1831 per ragioni d’ordine militare.
S. Siro era compreso fra due strade tutt’ora ben note: la “Maestra” (v. Milano) sempre movimentata per le sue botteghe e il suo traffico; la “Reale” (v. Vochieri) strada delle cerimonie o, come si diceva, dei Trionfi. Non per nulla i francesi la chiamarono “rue Napoleon”. Sappiamo ancora che fin dal tempo degli Spagnoli all’imbocco del Ponte, vi erano le così dette “Rocchette di Piazza Tanaro”: rinforzate più tardi da altre opere di difesa (sacrificando le Chiese di S. Baudolino e di S. Siro) si presero gran parte della Piazza, limitata al solo Largo che ora vediamo davanti a v. Caraglio (già v. del Bigatto) in parte occupato dal Palazzo a portici.
Un ritorno all’antico si ebbe dopo il 1859; divenute inutili le opere difensive, la piazza riprese il primitivo aspetto. In quell’occasione sulla destra del Ponte quasi sul Tanaro, fu ricavato uno spiazzo per il gioco del pallone, utilizzando taluni lavori fatti eseguire da Napoleone per rendere navigabile il Tanaro sino al Po. Quel campo di gioco fu colmato sul finire del secolo scorso.
Nel 1874 sorse il Foro Boario e la vasta area fu divisa in tre settori; ai lati il mercato del bestiame, e al centro la piazza vera e propria. Nel 1930 il Foro Boario cedeva il posto alla Casa della G:I:L: semidistrutta nel 1943 e che ora dà tanto triste spettacolo si sè. Nel 1937 fu presentato un progetto che conferiva decoro all’importante ingresso della città. Demolendo molte vecchie case venne aperta una comunicazione fra le piazze Tanaro e S. Stefano: Il progetto comprendeva palazzi a portici sia sulla piazza, sia sulla linea di sventramento: fu soltanto un inizio rimasto senza esito.
Oggi la grande piazza di cento anni fa, che nulla ha perduto dell’antico traffico e movimento, è definitivamente ristretta dalle nuove costruzioni sorte sui due fianchi. Anche nel titolo non ha mai avuto fortuna: per qualche secolo fu detta Valoria e Piazza Tanaro; poi sui primi dell’800, il lato verso la città (ex S. Siro) divenne per poco C.so Monferrato; nel 1936 abbiamo la Piazza Biffi; dopo il 1945 Piazza Gobetti. Tuttavia per il popolo che non ha mai seguito queste varianti, quell’ingresso è rimasto sempre “La piasa del Pont”.
Piero Angiolini