Le note del compositore tortonese Lorenzo Perosi protagoniste venerdì al Teatro Carlo Felice di Genova

 “Ancora oggi il compositore tortonese Lorenzo Perosi è ricordato per la musica in ambito religioso o sacro, in patria e fuori. Tuttavia, fino a pochi anni fa, non si conosceva quello cameristico, strumentale, sinfonico. Con il festival perosiano qualche cosa si é costruito, visto che  “l’altro Perosi” sarà protagonista con la suite ‘Genova’ venerdì 31 Luglio, al Carlo Felice in occasione del concerto offerto al capoluogo ligure nell’ambito degli eventi legati alla tragedia del ponte Morandi e alla inaugurazione del ‘Genova San Giorgio’. Aprirà infatti lo spettacolo proprio dopo il brano di Ennio Morricone; un onore per Tortona che a maggior ragione a Ottobre 2020  riproporrà il Festival”. Lo annuncia don Paolo Padrini, responsabile della comunicazione della Diocesi tortonese e ideatore e Direttore artistico della manifestazione perosiana ‘Tortona Città della Musica’.

“Il contesto dell’inserimento perosiano fra la prima esecuzione assoluta di ‘Tante pietre a ricordare’, scritta da  Morricone in memoria delle vittime del Ponte Morandi, l’altra prima importante del “Quoniam”  di Saverio Mercadante, su partitura custodita nell’archivio della famiglia Cattaneo-Adorno, Verdi con l’opera lirica genovese per eccellenza Simon Boccanegra,  Paganini  e  Rossini, finalmente promuove Perosi come merita tra i grandi di ogni tempo”, continua don Padrini.

Senza contare che a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Carlo Felice (preparato da Francesco Aliberti), sarò uno dei più importanti direttori al mondo: il genovese Fabio Luisi, mentre  l’insieme dei cantanti solisti comprende  nomi della scena lirica internazionale e giovani già in carriera come Serena Gamberoni (soprano), Martina Belli (mezzosoprano), Francesco Meli (tenore), Michele Patti (baritono), Luca Salsi (baritono), Giovanni Battista Parodi (basso), Roberto Scandiuzzi (basso).

“La scelta  di Perosi e in questa collocazione così straordinaria – aggiunge don Padrini –  si deve al Sovrintendente del Carlo Felice Claudio Orazi e rappresenta anche un contributo unico alla cultura musicale in genere perché il primo movimento suite Genova che Perosi scrisse per questa città è l’ unica opera di musica classica al mondo che ha come nome Genova e non è mai stata eseguita se non nella première dallo stesso autore quando era in vita. Si tratta di una esecuzione parziale perché ascolteremo  un movimento su tre ma di fatto sarà la prima esecuzione moderna”.

Lorenzo Perosi nacque a Tortona il 21 Dicembre 1872, morì a Roma il 12 Ottobre 1956 e fu un presbitero della Congregazione di Don Orione a sua volta tortonese. Prete e musico, Perosi fino a pochi anni aveva fama  legata alle composizioni di musica sacra noto per i suoi oratori le sue messe polifoniche e i suoi mottetti. Scrisse  anche molta musica liturgica ed è considerato guida e  principale esponente del cosiddetto Movimento Ceciliano che innovò le celebrazioni liturgiche cattoliche portando stili  ispirati alla  musica operistica con l’obiettivo attraverso il canto di una maggiore partecipazione alla liturgia dell’assemblea dei fedeli.  Perosi per decenni fu direttore della Cappella Sistina a Roma.

Come autore di musica da camera e di composizioni per orchestra fu stimato da musicisti della levatura di Mascagni, Puccini e Toscanini. Nel tempo però sulla sua figura scese l’oblio fino al 2016, quando in occasione del 60° della sua morte, per iniziativa dalla Diocesi e dal Comune di Tortona, è nata la manifestazione perosiana “Tortona città della musica”, sostenuta da enti prestigiosi  e patrocinatori quali tra gli altri il MBAC, il Consiglio Regionale del Piemonte, Radio Vaticana ed il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. L’iniziativa è poi diventata itinerante con applaudite ‘riprese’ durante l’anno fino ad oggi.

Perosi, messo da parte dalla cultura dominante del ‘900 per la portata spirituale  cattolica della sua produzione, non solo riconquista grazie al sovrintendente del Carlo Felice Claudio Orazi il pulpito che merita, ma soprattutto la sua musica può tornare a offrire  alla gente la consolazione, l’ispirazione, la speranza di cui è portatrice. Un dono di Dio  alla comunità umana che una ideologia contro l’uomo aveva ingiustamente cercato di spegnere.

Dichiara il Sovrintendente Claudio Orazi: “La Fondazione Teatro Carlo Felice è lieta di collaborare con il Festival Perosiano per la valorizzazione di un grande compositore quale Lorenzo Perosi, che merita di essere maggiormente eseguito e conosciuto. La Suite ‘Genova’ è la prima occasione per il Teatro Carlo Felice ed il Festival Perosiano di un percorso artistico dedicato alla riscoperta di pagine musicali tanto straordinarie quanto sconosciute; un’occasione per illuminare quella grande parte del repertorio musicale dei primi decenni del ‘900, spesso tralasciato.”

Conclude don Padrini: “Tortona continuerà a  portare avanti il credo perosiano per diffondere sempre più questi capolavori musicali finalmente liberi dalle critiche prezzolate di sempre, senza più l’ombra di benpensanti prigionieri di stereotipi di ogni sorta, scevra da preconcetti e intellettualismi (anche se permane ancora qualche forma paludata); i modi di sentire e vedere la musica per fortuna sono cambiati e a ‘fare tendenza’ sono sempre più le persone con i loro bisogni autentici. Queste gemme musicali perosiane sembrano scoperte e intarsiate solo ieri, grazie alla personalità prorompente del nostro Perosi, un vero ponte fra passato e futuro. Già Giuseppe Martucci si augurava, tra i primi, che Lorenzo Perosi volgesse le sue forze alla musica sinfonica, costruendo  legami nella tradizione musicale assoluta. E’ cosí che Perosi iniziò a progettare intorno al 1906 e poi a comporre la serie delle 9 Suite orchestrali dedicate a città italiane, le Suites Roma, Venezia, Firenze, Messina, Tortona, Milano, Torino, Genova e forse Napoli, incompiuta. Numerosi scrittori, musicologi dell’epoca si sono affaccendati nel capire se tali composizioni fossero di natura descrittiva. Di sicuro segnano un nuovo aspetto della genialità del Maestro nel servirsi dell’orchestra.  La Suite “Genova”, come le altre, risente di quell’intimo sentimento d’incantesimo, contemplando l’ambiente e le strutture preposte all’umanitá, come prodigiosi doni dell’essere. Tutte le suite poi avrebbero dovuto riunirsi attraverso una serie di ‘ponti’ che attraversano e collegano la penisola, in una decima Suite chiamata “Italia”. Ponti musicali come simboli dell’eterno ponte tra la vita e le morte, tra le difficoltà dell’esistere e il coraggio e la speranza degli umani”.