Tortona, restaurati i dipinti dell’ufficio del Sindaco

E’ stato recentemente completato, da parte dello studio “Gabbantichità” di Tortona, il restauro dei dipinti presenti da anni nell’ufficio del Sindaco, una collezione che consente di mettere in risalto gli aspetti qualitativi della “Scuola Tortonese nel ‘900”.

Con il termine Scuola Tortonese si va a identificare un gruppo di pittori e una corrente di origine paesaggista che parte dal realismo e successivamente usa il realismo come pretesto per superarlo in chiave strettamente informale.  I suoi esponenti, legati alla città di Tortona e al Tortonese, area non lontana dai centri più importanti della pittura dell’Ottocento come Torino e Milano e dalle relative Accademie, formano un nutrito gruppo di artisti che frequentano le accademie e vivono dei proventi della loro pittura e fanno sì che Tortona diventi tra Ottocento e Novecento un centro quasi unico di produzione artistica, soprattutto se si considera che nelle città limitrofe la presenza artistica è nettamente inferiore.

Grazie ai suoi pittori Tortona sviluppa istanze di ricerca “colte”: come la forte marcatura cromatica di Angelo Barabino, che avuto l’imprinting dal grande Giuseppe Pellizza ed esprime intorno agli anni Trenta del Novecento spunti di ricerca verso la rielaborazione della forma, utilizzando un colore sovrapposto e materico, disegnando con uno straordinario grafismo, sovrapponendo e togliendo i colori  e sottolineando attraverso linee di contorno i margini delle figure, portando così l’opera ad un potenziamento dell’espressione. Si intensificano in quegli anni le esposizioni del gruppo, in un rapporto di profonda amicizia con gli altri componenti del sodalizio artistico quali Saccaggi, Boccalatte, Cuniolo. La difficoltà d’inserimento di  pittori profondamente solitari e ribelli come Mario Patri in un movimento come quello tortonese, è senz’altro palese, ma è lui che traccia le linee qualitative verso la negazione della forma: gli altri artisti si possono definire come pittori “post-impressionisti di tendenza espressionista”, ma per Patri si può parlare soprattutto di pittura moderna, informale. Infatti dal 1935 Mario Patri esegue un’ infinità di studi che precedono le prime istanze europee e mondiali – in parallelo con i pionieri della fotografia astratta- sulla negazione della forma. L’arte informale è, più o meno consapevolmente, la risposta artistica che l’Europa dà alla profonda crisi morale, politica e ideologica conseguente agli orrori messi in luce dalla seconda guerra mondiale.

Un particolarissimo dipinto di Patri è ora esposto proprio di fronte alla scrivania del Sindaco: si tratta di un quadro realizzato intorno al 1928 con una veduta dall’alto di Piazza del Duomo; una sorta di progetto per un abbellimento della piazza grazie ad una nuova pavimentazione che si sviluppa per settori delimitati da una raggiera che confluisce al centro in una monumentale fontana, peraltro mai realizzata.

Nell’anticamera del Sindaco, oltre ad un bellissimo Paesaggio di Gigi Cuniolo, ad una veduta romana con Castel Sant’Angelo di Giovanni Cavanna, ad un Pietro Dossola ed un Boccalatte,  è esposto anche un importante dipinto di paesaggio del grande pittore torinese Cesare Maggi, unico artista fuori dalla compagine tortonese, ma che sicuramente era in contatto sia con Cesare Saccaggi che con altri tortonesi che frequentavano Torino per seguirne le tendenze artistiche.

Le altre sale vedono esposti due importanti dipinti di Angelo Barabino, un luminosissimo paesaggio montano di Cesare Saccaggi, un ritratto di bimba con bambola sempre di Saccaggi, un ritratto di Leardi realizzato da Pietro Dossola e alcuni mirabili ritratti aggiunti recentemente.

Grazie al restauro sono state approfondite le indagini diagnostiche su queste opere, andando ad arricchire la banca dati dei pigmenti utilizzati dai vari artisti nelle diverse epoche e portando a conoscenze più approfondite sulle tecniche e sui disegni preparatori grazie alle immagini “Wood” e alle riflettografie. Tutto ciò porterà  ad altri approfondimenti critici e aprirà la strada a nuovi studi sui “nostri” pittori, valorizzando un patrimonio artistico che troverà la sua piena valorizzazione con il prossimo riallestimento della Pinacoteca Civica, che oltretutto negli ultimi anni si è arricchita di due cospicue donazioni: nel maggio del 2017 gli eredi di due grandi artisti tortonesi, Alessandro e Sergio Sorli, hanno offerto al Comune di Tortona un importantissimo nucleo (ben 45 opere) che mostra un chiaro excursus della loro vasta produzione artistica e che erano già state esposte in anteprima dal 14 maggio al 4 luglio 2017 nelle sale del Ridotto del Teatro Civico. E’ invece proprio di quest’anno un’altra generosa donazione da parte dei discendenti del pittore Pietro Dossola: anche questo nucleo di dipinti, che vede opere anche di grandi dimensioni, è stato restaurato negli ultimi mesi grazie alla sensibilità dell’amministrazione comunale e sarà prossimamente esposto  con un evento alla presenza dei donatori in una sezione appositamente dedicata in una sala di Palazzo Guidobono.