A proposito della chiusura delle sedi della DENTIX ITALIA

La Commissione Albo Odontoiatri Nazionale ha ricevuto numerose segnalazioni dalle CAO territoriali e ha preso visione anche di vari articoli di stampa che riguardano una grave situazione che si sta verificando, anche a causa dell’attuale crisi economica collegata alla situazione epidemiologica del Paese: una struttura sanitaria che ha sedi in varie Regioni italiane ha interrotto l’assistenza odontoiatrica senza dare adeguate comunicazioni ai pazienti.

È un problema sempre più diffuso che vede come soggetto debole il paziente, abbandonato in corso di trattamento, con conseguenti gravi danni per la tutela della salute orale.

Altra criticità da evidenziare riguarda l’aspetto economico, in quanto il “modus operandi”, secondo le notizie che si leggono dalla stampa, prevede l’iniziale attivazione di finanziamenti che, tramite società finanziarie, coprono l’intero pagamento in formula anticipata. Pertanto, il paziente si trova in una situazione debitoria nei confronti della società finanziaria anche se non ha potuto usufruire della prestazione odontoiatrica prevista.

Non è possibile rimanere silenti di fronte ad uno scandalo di vaste proporzioni che crea inaccettabili, gravissimi danni sia sanitari che economici a carico del contraente debole che incautamente si è affidato ad una struttura odontoiatrica che non si è rivelata in grado di mantenere i proprio impegni.

La chiusura degli ambulatori odontoiatrici della catena low cost DENTIX ITALIA ha interessato, come ben noto, anche la nostra provincia.

Questo probabile fallimento, (al momento non ancora ufficializzato) non è il primo del settore ed ha portato solo in Italia alla chiusura di 57 sedi lasciando, cosa grave, senza cure migliaia di pazienti e senza lavoro medici, igienisti, assistenti di studio, personale di segreteria e senza avere estinto i debiti nei confronti dei laboratori odontotecnici che avevano prodotto per loro i manufatti odontoprotesici. (Le sedi Dentix nel mondo sono 325).

La speranza di tutti noi deve essere che, affinché non si ripetano più situazioni analoghe, l’unione di forze e di intenti da parte della Commissione Albo Odontoiatri, ANDI, AIO e altre Associazioni professionali con le Associazioni dei consumatori, riescano a sensibilizzare velocemente il mondo della politica affinché nuove regole vengano introdotte in merito.

A tal proposito vorrei sottolineare il lavoro svolto dalla nostra Collega dott.ssa Onorevole Rossana Boldi, iscritta all’Albo degli Odontoiatri della nostra Provincia, che ha portato prontamente un’interrogazione sulla questione Dentix in Commissione Affari Sociali.

I temi su cui dobbiamo riflettere sono più di uno. Ad una società di capitale stanno più a cuore gli interessi e la salute dei pazienti (che per gli amministratori sono clienti) o i dividendi? Tali società sono S.R.L. (società a rischio limitato, capitale sociale di Dentix 110 mila euro): se la controparte è il paziente, questo non può essere tutelato con un rischio limitato. Il medico odontoiatra libero professionista si assume le responsabilità del suo operato professionale ed extra professionale in toto.

Inoltre queste strutture si definiscono low cost (a basso costo): studi indipendenti hanno dimostrato che i costi delle loro prestazioni sono allineati a quelli degli odontoiatri liberi professionisti. I finanziamenti: normalmente prima si acquisisce il bene e poi si inizia il pagamento delle rate, invece rivolgendosi a questi centri il paziente accede fin da subito al finanziamento e inizia a pagare le rate senza ancora aver ricevuto le cure del caso.

Gli ambulatori di queste catene vengono pomposamente chiamate cliniche: nulla hanno di più o di diverso dagli studi o ambulatori dei liberi professionisti. Il termine clinica dovrebbe essere applicato a strutture che erogano prestazioni sanitarie più complesse e che possono provvedere anche al ricovero dei pazienti.

Molte volte le catene low cost pubblicizzano la tecnologia di cui sono in possesso: ormai la tecnologia è presente in tutti gli studi, ma i colleghi odontoiatri sono ben coscienti che la tecnologia non è scienza medica, per questo non si finisce mai di aggiornarsi.
Nel caso di chiusura improvvisa dello studio un odontoiatra libero professionista non lascerebbe i pazienti “in mezzo alla strada” ma, consegnando loro la propria cartella clinica, li guiderebbe verso altri Colleghi. L’alleanza medico paziente è la caratteristica peculiare quando si tratta di salute; penso che al momento i liberi professionisti e le S.T.P. (società tra professionisti) siano al primo posto nel garantire questo patto.

A nome della Commissione Odontoiatri di Alessandria e di tutti i Colleghi della provincia mi auguro di essere riuscito a trasmettere qualche informazione utile ai cittadini, informandoli anche che quando scelgono un odontoiatra possono verificare che sia abilitato alla professione consultando il sito della FNOMCeO o rivolgendosi direttamente all’Ordine Provinciale.

Dott. Pier Angelo Arlandini
Presidente della Commissione Albo Odontoiatri di Alessandria