Il sindaco Riboldi: “Efficienza, solidarietà, sussidiarietà: così Casale Monferrato ha sconfitto il Covid 19. Ora pensiamo a imprese e occupazione”. Presto nuovi insediamenti produttivi sul territorio?

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di Ettore Grassano

 

 

“Sono ottimista di natura, e per dovere. Se scegli di avere un ruolo pubblico, al servizio della collettività, non puoi che guardare al futuro con fiducia, cercando di migliorarlo: e Casale ha dimostrato in questi mesi di essere una comunità di persone straordinarie e solidali”. A Federico Riboldi, sindaco della ‘capitale’ del Monferrato, l’entusiasmo non manca di sicuro, e neppure l’iniziativa: “Siamo stati tra i primi in Italia a sperimentare i test sierologici, poi divenuti uno standar nazionale in tutte le aree più colpite. In certi momenti devi lanciarti, e osare quando esiste un’oggettiva necessità. I casalesi sono stati meravigliosi, e oggi ci stiamo tutti rimboccando le maniche: sappiamo bene che le difficoltà economiche sono appena all’inizio, e che l’emergenza sanitaria potrebbe tornare: ma insieme, con organizzazione e cuore, ce la faremo”.

 

Sindaco Riboldi, tre aggettivi per definire il suo primo anno di mandato?
(riflette, ndr) Efficiente, solidale, sussidiario. Non mi riferisco a me personalmente, sia chiaro, ma allo spirito con cui il mio staff e la mia amministrazione hanno affrontato il mandato che ci è stato consegnato dagli elettori. Si trattava, già prima del Covid, di prendere in mano una realtà non semplice, in cui alcune scelte erano state prese con superficialità. Penso all’organico del comune, ad esempio: abbiamo deciso di sospendere un concorso di assunzione di 10 impiegati generici (detti C, in gergo tecnico), per destinare quelle risorse, anno dopo anno, al rilancio della città, e delle sue infrastrutture. Sono scelte impopolari? Non credo, la gente sa distinguere fra chi investe sulla città con una prospettiva, e chi alimenta spesa improduttiva.

Poi è arrivato il Covid: si aspettava una ‘botta’ così pesante?
Sono sincero: no. Il mio capo di gabinetto, Enzo Amich, glielo può confermare: fino all’ultimo sono stato ottimista: “vedrai che da noi non arriva, o sarà una febbre influenzale come tante”. Non è stato così, purtroppo. Ma Casale ha risposto alla grande….e non ne avevo dubbi: siamo fatti così noi monferrini, non ci arrendiamo mai.

Lei in particolare ha dato dimostrazione di grande vitalismo, sempre in prima linea: l’opposizione ad un certo punto ha provato ad accusarla di autoritarismo, ma sembravano crederci poco pure loro…
E’ stato un momento di divertimento, mi hanno fatto sorridere in mesi di tensione, ce n’era bisogno. Scherzi a parte, credo che la gran parte dei casalesi abbia apprezzato l’impegno con cui sindaco, giunta, dirigenti e staff del comune hanno affrontato la fase Covid 19. Ricordo che siamo stati tra i primi in Italia a distribuire gratuitamente mascherine e altri strumenti di protezione al personale sanitario, alle forze dell’ordine e alla popolazione. Ma è giusto evidenziare soprattutto la grande generosità dei casalesi: in poche settimane abbiamo raccolto oltre 700 mila euro, che sono stati destinati in parte al nostro ospedale, per l’acquisto di tecnologie e strumentazioni di emergenza, e in parte per iniziative sociali, di sostegno ai più deboli. Mi fa piacere segnalare, ad esempio, l’acquisto dei pc per gli studenti con famiglie meno abbienti: è soprattutto investendo sui più giovani che una comunità ritrova se stessa, e scommette sul futuro.

E oggi, sindaco? Come vivono i casalesi questa strana estate, tra pandemia economica appena cominciata, e timori che il virus possa tornare nei mesi più freddi?
L’apprensione esiste, così come la consapevolezza che molte decisioni non dipendono dai cittadini, o dal sindaco, ma da livelli superiori: questo Governo è davvero troppo tentennante su troppi fronti, mentre con la Regione e il Presidente Cirio abbiamo un dialogo aperto, un confronto costante. I casalesi, comunque, sono persone che si rimboccano le maniche: non stiamo ad aspettare l’elemosina di nessuno, e anzi siamo proattivi e propositivi. Mi aspetto grandi risultati dalla campagna del 5xmille lanciata a favore del comune: i cittadini sanno che si tratta di risorse preziose, immediatamente reinvestite sulla città.

Riboldi/Capra versus Palazzetti/Ravetti: 'volano stracci' nella sanità casalese. E ad Alessandria? CorriereAl 1

Sanità e sviluppo economico sono due asset fondamentali per ripartire. Partiamo dalla prima: l’Ospedale Santo Spirito va potenziato?
Assolutamente sì, anche se non si può prescindere, su questo fronte, dalle decisioni del Governo, e su scala regionale dalla revisione della famigerata 1/600, la normativa che, recependo le scelte folli del Governo Monti, di fatto ‘smontò’ la nostra sanità territoriale. E che bel regalo Chiamparino e Saitta hanno lasciato ai piemontesi, soprattutto in questa parte della Regione, lo abbiamo sperimentato ad inizio pandemia: dai laboratori alle strumentazioni, mancava praticamente tutto. E ricordo il complice silenzio di accettazione del centro sinistra di casa nostra, ora sempre pronto a criticare. In ogni caso, si deve guardare avanti: il Santo Spirito ha almeno 4 reparti ad alta specialità e professionalità, ed è anche strategico, molto attrattivo da fuori territorio. Non sono di quelli che pensano che il proprio ospedale cittadino debba avere tutto: ma che siano necessari investimenti importanti è fuori discussione.

IRCCS: un progetto che viaggia sull’asse Casale Monferrato Alessandria, Aso e Asl: ci arriveremo, e in che tempi?
Non sono un tecnico della sanità, ma si tratta di un percorso assolutamente ben avviato, in cui Casale Monferrato dovrà avere un ruolo centrale: d’altra parte stiamo parlando di un IRCCS che avrà il suo ‘cuore’ scientifico nello studio del mesotelioma. Per questo è giusto che sia Casale ad ospitarne la sede legale e amministrativa, pur essendo evidente che Azienda Ospedaliera e Upo avranno ad Alessandria un peso altrettanto rilevante. Del resto parliamo del primo Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico pubblico di tutto il Piemonte: quella di Candiolo è una struttura privata.

Parliamo di economia e territorio: come, concretamente, un comune può fare da volàno alle imprese?
La mano pubblica può e deve, soprattutto in una fase di crisi epocale come quella che stiamo vivendo, creare le migliori condizioni perché le imprese possano crederci, investire sul futuro, crescere. Il comune di Casale si è già mosso concretamente, alleggerendo le imprese dei costi di tosap e tari per i mesi di durata del Covid: parliamo di un aiuto da circa 400 mila euro, non proprio briciole. Non solo: la nostra amministrazione investirà tutto il possibile nella modernizzazione delle infrastrutture sul territorio, per far sì che Casale Monferrato torni ad essere un’area ‘attrattiva’ per le imprese che arrivano da fuori. Facendo gli scongiuri del caso, posso preannunciare che, a breve, ci auguriamo di poter fare, su questo fronte, qualche annuncio importante….

Bene. Intanto avete dato il via libera ad una partnership importante con Valenza, sul fronte della gestione dell’acqua….
Un passo fondamentale, per poter contare su una nuova società, più forte e patrimonializzata, in grado di effettuare gli investimenti necessari a gestire il servizio idrico integrato in 12 comuni, per oltre 60 mila abitanti complessivi. Ci aspettiamo, nei prossimi anni, una crescita della qualità del servizio, a costi sostenibili.

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Il percorso di bonifica integrale dall’amianto a che punto è?
Siamo molto ben avviati, i tempi sono e saranno rispettati. Certamente Casale Monferrato su questo fronte può contare su risorse significate, ma è giusto che sia così, considerato quanto la nostra comunità è stata colpita su questo fronte. In ogni caso, già oggi esiste molto più amianto nelle infrastrutture delle grandi città italiane che a Casale: ma non ci fermeremo certo qui.

Sindaco Riboldi, lei è stato anche vice presidente della Provincia di Alessandria, ed attualmente è assessore ai Lavori Pubblici: il che significa gestire la ‘rogna’ delle strade, spesso malridotte. Andrà meglio?
Facciamo il possibile, anzi l’impossibile, ma le risorse dell’ente sono pressoché inesistenti. E’ in corso un nuovo piano di dismissioni immobiliari, ma è evidente che le Province sono un’altra vittima delle finte, e costose, riforme del centro sinistra. A farne le spese però sono sempre i cittadini: basti pensare appunto alla viabilità, ma anche alla manutenzione del territorio, o degli edifici scolastici. E’ fondamentale che un Governo lungimirante (per cui dubito che possa occuparsene l’attuale esecutivo) rimetta seriamente mano alle Province, ripristini le elezioni dirette, e soprattutto chiarisca quali sono le competenze, e quali le risorse per fare fronte alle stesse. Altrimenti continueremo a vivere di ‘rattoppi’ ed emergenze, e non solo nei Lavori Pubblici di mia competenza.

Una riflessione politica finale, Riboldi: lei è anche segretario provinciale di Fratelli d’Italia, e ricopre un ruolo significativo nel partito sul fronte dei rapporti con gli enti locali. A casa nostra, in autunno, si voterà a Valenza, e tra due anni ad Alessandria. Il suo partito a livello nazionale è dato in crescita: qui che succederà?
Noi siamo da sempre convinti, al di là della crescita di Fratelli d’Italia e del consenso della nostra leader Giorgia Meloni, che il centro destra vince ovunque, se è unito e sa interpretare le esigenze del popolo degli elettori. Non ci interessa rivendicare poltrone o cariche, ma discutere di scelte politiche, di cose da fare. Certamente considero l’on. Riccardo Molinari, Presidente dei parlamentari della Lega alla Camera, un amico leale oltre che un politico di razza, con qualità davvero rare. Con Molinari il confronto è aperto e costante, e a Valenza come ad Alessandria faremo le scelte più utili a tutta la coalizione, e alle rispettive città.

Ad Alessandria, in particolare, ci sono nel centro destra due figure di rilievo, Giovanni Barosini e Emanuele Locci, le cui storie politiche potrebbero intrecciarsi con Fratelli d’Italia?
(sorride, ndr) Gianni è un amico che più volte negli ultimi due anni, dalle elezioni provinciali alle liste nei centri zona, ha mostrato grande attenzione verso Fratelli d’Italia: sono certo che il percorso di collaborazione potrà continuare, se ci saranno sviluppi e in che direzione lo vedremo. Emanuele ha un percorso tutto interno alla destra italiana, ma da Fratelli d’Italia decise di uscire in passato. Più volte si è discusso di un suo rientro, ma ha sempre scelto diversamente. Ora, con il partito in forte crescita nei sondaggi, ci corteggiano in tanti, è naturale: ma in politica, come in amore, tendo a fidarmi di più di chi mi apprezzava anche da povero, diciamo così. I matrimoni di interesse non fanno per me.

Federico Riboldi cosa sogna davvero, per il suo futuro?
Fin da ragazzino ho sempre desiderato, più di ogni altra cosa, essere il sindaco di Casale Monferrato: per cui oggi sto sognando ad occhi aperti, ed è bellissimo così. Lavoriamo perché il sogno duri, e produca risultati concreti per la città: poi si vedrà.