Santa Maria di Castello, il più antico monumento storico di Alessandria [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Una prima notizia della Chiesa di Santa Maria di Castello appare in un documento del 1107 nella quale è citata quale “Basilica” costruita “infra Castrum Robereti”.
Una indicazione importante che prova altresì l’effettiva esistenza del Castello ritenuto Aleramico grazie anche a certi disegni riportati su alcuni arredi della stessa Chiesa.
Ne ricaviamo quindi che la Chiesa di Santa Maria di Castello è sicuramente il monumento più antico della nostra città, già esistente in Rovereto prima ancora che si parlasse di Alessandria.
Santa Maria infatti, dapprima fu detta di Rovereto e solo successivamente il titolo cambiò in Castello allorquando i Canonici che accudivano il Tempio, acquistarono il Castello adiacente poiché ospitava una Madonna assai venerata dalle genti del Borgo.
Fu così che la Madonna fino ad allora nota come Rovereto divenne successivamente venerata come Madonna di Alessandria e da ultimo della Salve.
Fu una grande Abbazia nel 1629 ma successivamente Santa Maria di Castello subì parecchie menomazioni per cause belliche. Soppresso il Convento nel 1798 al tempo dei francesi, fu declassata a semplice Parrocchia del Rione di Rovereto che tutt’ora, a distanza di molti secoli, presenta una struttura medioevale.
Il visitatore, qualora avesse la fortuna di trovare il portale di accesso aperto, non deve tralasciare la visita dell’interno della Chiesa, costituita da tre navate, ma soprattutto non può evitare di visitare, fra l’altro, lo straordinario gruppo in terracotta raffigurante la “Deposizione di Cristo”, opera di un artista lombardo del 1530.
E’ altresì interessante notare, sul fianco destro della Chiesa, la primitiva porta di accesso, anche se da tempo sono andate perse le decorazioni che originariamente decoravano lo stipite primitivo come testimonia una vecchia foto.
===================================================
Il Castello di Rovereto
Per la storia nostra – racconta Piero Angiolini su Vecchia Alessandria – ha particolare interesse Rovereto, situato su di una piccola altura alla confluenza del Tanaro con la Bormida, confluenza che nei tempi passati avveniva press’a poco dove oggi vediamo il ponte detto degli Orti.
Il nome di Rovereto si fa derivare da rovere a conferma dei molti boschi esistenti intorno; il Castello del borgo aveva due torri come ancora vediamo effigiato su qualche arredo sacro della Chiesa di S. Maria che stava proprio accanto al Castello. E’ sorto sicuramente prima del mille e si dice costruito da Aleramo importante personaggio dell’epoca feudale, Signore di quella Marca Aleramica che separata poi dalle langhe montuose, divenne il Marchesato di Monferrato, incomodo vicino di Alessandria.
Aleramo ha scelto per il suo Castello, l’altura sul Tanaro in considerazione della naturale e forte difesa dei due fiumi; per la stessa difesa naturale dovrà sorgere più tardi la piazza forte di Alessandria, che diventerà una delle più importanti d’Europa.
Intorno al Castello aleramico e alla sua Chiesa, crescerà col tempo un grosso borgo tipicamente medioevale, formato da un groviglio di case e cortili, di strade strette e tortuose che salivano tutte verso il Castello dominante. Caratteristica propria dei borghi medioevali e che ancora oggi si rileva nel nostro rione cittadino che conserva l’antico nome di Rovereto.
Di fronte al Castello al di la del Tanaro, dove oggi vediamo la Cittadella, si stendeva tutto pianeggiante, un centro agricolo chiamato Borgoglio. Era assai vasto ed aveva strade diritte e regolari simili ad un accampamento romano da cui forse era derivato il borgo stesso.
Rovereto e Borgoglio insieme uniti, saranno il nucleo fondamentale della anzidetta “Cittanova” che in seguito prenderà il nome di Alessandria.