L’arco di Via Urbano Rattazzi: una cartolina deturpata e restaurata [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina

 

Oggi voglio presentare una cartolina inconsueta per i giovani alessandrini e nostalgica per chi ha già una certa età e – quindi – è in grado di riconoscere il posto ritratto per averlo visto e frequentato. Naturalmente sto parlando di un luogo che ormai nella realtà presenta caratteristiche completamente diverse da quelle mostrate dall’immagine.

Anche chi non era ancora nato quando questa costruzione è stata abbattuta è forse in grado di riconoscere il luogo per averlo già visto in analoghe immagini. Per la verità il passaggio verso i Giardini Pubblici in fondo a Via Urbano Rattazzi (quest’ultimo tratto di strada in seguito è stato ribattezzato Via San Francesco d’Assisi) non era molto fotografato e tantomeno mostrato in cartolina come lo sono stati, per esempio, Corso Roma o Piazzetta della Lega Lombarda. Si conoscono però almeno tre varianti fotografiche d’epoca di quest’arco che dava accesso a Corso Crimea.

Una delle immagini veramente artistiche è presentata da una cartolina – questa che pubblichiamo oggi – del grande ed insuperabile Editore G. Vistosi.

I fotografi – quelli grandi – hanno il senso del bello e lo sanno cogliere e trasmettere a chi poi osserverà i loro lavori.

I demolitori, quelli che sono venuti dopo con ruspe e picconi, possiedono invece solo il senso del denaro e della speculazione, compiendo atti – a mio parere – vandalici e privando la città di angoli caratteristici. Il tutto in ossequio al Dio Denaro. (Vandali non sono solo i demolitori materiali ma anche i politici conniventi, quelli che – per diversi motivi – permettono che si compiano certi disastri).

Atti di vandalismo. Non si può definire diversamente la sorte toccata a tante costruzioni più o meno pregevoli e più o meno artistiche della città. Possiamo trovare centinaia di esempi disseminati dovunque, a cominciare dal centro storico per arrivare fino agli Orti o alla Pista. Chiunque, anche il più sprovveduto osservatore, può rendersi conto di quanti danni abbia portato la speculazione edilizia degli anni ‘60, ‘7080, per arrivare fino ai giorni nostri; (ma si possono osservare anche esempi di sfaceli urbanistici appartenenti al Ventennio o, andando ancora indietro nel tempo, in Epoca Napoleonica, che è tutto dire!).

Dal momento che non si può sempre piangere sul latte versato ci conviene tornare ad osservare la cartolina di oggi.

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A prima vista sembra perfetta. L’immagine cattura lo sguardo e non permette immediatamente di notare alcuni enormi difetti della cartolina. Osservando meglio si notano due tagli trasversali che la interessano al bordo superiore e al bordo inferiore. Qualcuno, per motivi sconosciuti, aveva tranciato di netto i bordini orizzontali. Qualcun altro, in seguito, aveva cercato di limitare (o camuffare) il danno almeno in parte, regalando alla cartolina monca un nuovo bordo bianco superiore e uno inferiore e utilizzando per questa operazione parti di un’altra cartolina d’epoca. Si nota che il restauratore però, pur discretamente bravo, non sia riuscito a trovare parti perfettamente adattabili a questa necessità ed infatti si osserva che la frastagliatura delle parti aggiunte è diversa da quella dei bordini verticali. Le parti sono state unite sfruttando esclusivamente lo spessore della carta ed incollandole proprio lungo il taglio.

Per osservare meglio il risultato ho fatto una sorta di radiografia alla cartolina, anteponendola ad una fonte luminosa. In questo modo appare tutto il danno e si notano inoltre alcune erosioni dovute ai tarli che diversamente non si sarebbe potuto notare così bene.

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Propongo quindi ai miei affezionati lettori il fronte, il verso e la radiografia della cartolina, augurando un buon Natale a loro e anche al signore che ha demolito l’arco di Via Urbano Rattazzi e che ancora passeggia indenne su questa terra mandrogna.

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