Ridicole polemiche da 2 giugno, migranti senza controllo e solidarietà da monitorare [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Anche la Festa della Repubblica, ad Alessandria, è occasione di polemica politica: “Rossa-Cuttica, scintille tra 2 Giugno e sit-in contro il governo”.
Si legge: “L’esponente del Pd, infatti, sui social ha postato una frase per ricordare che “la fascia che sta indossando per celebrare la Repubblica, nata dalla lotta partigiana e dalla Resistenza, ha una sacralità laica. Il sangue versato per essa e le vite ad essa dedicata non meritano oltraggi”. Sono convinta che i partigiani se potessero per un attimo risorgere e urlare ciò che pensano dell’Italia di oggi..Ma è mai possibile utilizzare ogni occasione per far polemica? E è corretto strumentalizzare costantemente la Storia di 75 anni fa, autoproclamandosi unici eredi della Resistenza? Ci vuole certamente coraggio, questo sì, ed un’alta considerazione di se stessi. Però deve esistere sempre la possibilità, sia per il cittadino comune che per chi ricopre un incarico politico/istituzionale, la possibilità di dire come la si pensa, e anche di esprimere il proprio dissenso.
Condivido in pieno, peraltro non sono l’unica, il contenuto di questo articolo: “Molinari (Lega) al flash mob del 2 giugno: “Governo Conte senza nessuna idea di futuro: in autunno scenario economico devastante”. Il sindaco Cuttica ironizza: “Oltre alla mascherina c’è chi vorrebbe mettermi il bavaglio”. Ci stanno provando con ogni mezzo a mettere il bavaglio a chi non si omologa, e piano piano non solo il popolo, ma anche il Parlamento con la scusa dell’emergenza rischia di non avere più voce. Ma l’autunno, vedrete, sarà molto, molto caldo…
Voto: 2

 

 

2) “Chi tocca certi fili muore” … è solo un modo di dire, ma è per far capire che quando si tratta l’argomento immigrazione, il rischio è di beccarsi insulti a raffica. Questa pagella sarà come sempre indigeribile per molti, ma ho spalle larghe e quel che va detto va detto. Nei quattro mesi trascorsi in balìa del COVID19 per noi italiani con vari decreti è scattata la detenzione domiciliare, pena multe e denunce. Ancora oggi non abbiamo la completa libertà di muoverci nel paese, e per farlo dobbiamo attenerci a regole ‘da neuro’, a differenza di chi è sul suolo italiano in maniera clandestina irregolare, e può vivere libero come l’aria di fare ciò che più gli aggrada. Altro che “clausura”, mascherine, guanti, disinfettante e distanziamento. E mentre nel paese tutti eravamo bloccati e non si poteva entrare o uscire, “mamma” Africa ha continuato a “sfornarci” i suoi “migliori” figlioli, nonostante la pandemia e il rischio contagio. Riferisce il sito del Ministero dell’Interno che gli africani sbarcati a decorrere dal 1 gennaio 2020 al 31 maggio 2020 sono 5.119, perlomeno quelli “ufficiali”. Non esiste ovviamente un conteggio per chi è arrivato ‘in sordina’ su barchette, magari scaricato di notte al largo della Sicilia. Non sappiamo dove finisca chi riesce a scappare, ma certamente si tratta di vere e proprie ‘bombe ad orologeria’, e Alessandria non è certo esente da rischi.
Leggete qui, ad esempio: “Alessandria: uomo picchiato a sangue in via S. Francesco d’Assisi”. Domenica 31 maggio verso le 21.30 in pieno centro di Alessandria, in via san Francesco d’Assisi, a neanche 200 metri c’è Corso Roma, sembrava di essere nel Bronx. Lite tra sei nigeriani e marocchini, uno di loro picchiato a sangue. Hanno divelto alcuni rami dagli alberi dei giardini pubblici e glieli hanno branditi soprattutto sul capo e sul volto, facendolo cadere a terra quasi esanime. Poi sono scappati. Si legge: “Scene di guerriglia urbana, un pestaggio forse per un pugno di droga, forse per qualche sorso di birra di troppo, iniziato proprio in quei giardini che ormai da tempo sono diventati la terra di nessuno, o meglio, la terra di spaccio, di risse, di alcolizzati e di chi passa le ore su panchine dimenticate dalla gente per bene, che un tempo da quelle parti ci portava i propri figli a giocare”. Mentre stilo le pagella, leggo anche “Tunisia: liberati 1.420 prigionieri causa coronavirus”.Indovinate dove sbarcheranno e chi se li prende? Malta, Grecia e Spagna no di certo, e il resto d’Europa è girata da altra parte, ben felice che al Governo italiano vi siano Conte e la la “dormiente” Lamorgese.
Voto: 2

 

3) Dipartimento Protezione Civile: raccolta fondi di solidarietà con lo slogan pubblicitario: “Aiuta la Protezione civile a sostenere il Sistema Sanitario nella lotta al Coronavirus” (seguono i dati IBAN per versare presso Banca Intesa Sanpaolo Spa). Non ho idea se il cittadino comune, quello solidale sempre generoso, conosce lo scopo di tale raccolta denaro, a quanto ammonta la cifra raccolta e se tanta generosità viene devoluta allo scopo oppure se ne sta ammucchiata sul conto corrente, sul modello deposito di Paperon Dè Paperoni. Siccome fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, date le precedenti raccolte per i terremotati del centro Italia 2016 e a seguire, comunico che di fondi ve ne sono due e sul sito si legge: “Emergenza coronavirus come donare – Fin dall’inizio dell’emergenza epidemiologica legata al virus COVID-19 lo slancio solidale è stato molto forte e partecipato. Per questo motivo il Dipartimento della Protezione Civile ha aperto due conti correnti bancari per due raccolte specifiche”. Copia-incolla dal sito: FONDO n.1- Fondo per l’acquisizione di dispositivi di protezione individuali e attrezzature sanitarie: la cifra raccolta è pari a 157.698.730 euro, di cui 147.840.545 euro di bonifici in uscita, suddivisi in 14.405.456 euro per ventilatori, 128.474.176 euro per Dispositivi di protezione individuale e 4.960.913 euro per le spese di trasporto (aggiornamento al 3 giugno 2020). Tali donazioni sono finalizzate all’acquisizione di dispositivi di protezione individuali, respiratori, ventilatori, presidi medico-chirurgici, allestimenti per stanze di terapia intensiva. FONDO n.2 – Fondo per le famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita nella lotta al Coronavirus – Sempre con voi: La cifra raccolta è pari a 9.005.691 euro (aggiornamento al 3 giugno 2020). Queste donazioni hanno l’obiettivo di sostenere le famiglie di medici e infermieri che hanno perso la vita a causa del Covid-19 svolgendo sul campo le attività di contrasto al coronavirus”.
Siamo a giugno, la batosta è in fase calante, sarebbe interessante conoscere se agli ospedali italiani nei momenti peggiori della crisi, quando ce n’era davvero bisogno, sono arrivati i dispositivi della solidarietà ricevuta dal Dipartimento, a chi e quando. Sarei curiosa di conoscere quante famiglie degli operatori, medici, infermieri morti sul campo da COVID19 hanno già ricevuto un assegno della solidarietà raccolta dal Dipartimento. Chissà! Tanta solidarietà dovrebbe essere devoluta fino all’ultimo centesimo e in breve tempo. Spero che qualche politico monitorizzi la situazione.
Voto: 4