Castello del Monferrato, sabato riapertura con la mostra Jas – Just Another Stage

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Il Castello del Monferrato ripartirà da dove lo avevamo lasciato: dall’inaugurazione del progetto Jas – Just Another Stage, La via dell’infinito. Un percorso espositivo pensato e allestito per la Giornata Mondiale della Donna, ma che l’emergenza Covid 19 ha stoppato ancor prima di partire.

«Dopo la pronta riapertura del Museo Civico e delle Biblioteche cittadine – hanno spiegato il sindaco Federico Riboldi e l’assessore Gigliola Fracchiaè con immensa gioia che annunciamo la possibilità di tornare nelle sale espositive e sugli spalti del Castello del Monferrato da sabato prossimo, 6 giugno. Un evento che si inserisce nel percorso che stiamo affrontando per riaprire, in piena sicurezza e nel rispetto delle linee guida, tutti i luoghi della cultura della città. E per festeggiare al meglio l’evento, sarà inaugurata l’attesa mostra Jas».

Ad accogliere la mostra saranno le sale al secondo piano del Castello a partire dalle ore 10,00 di sabato 6 giugno. Per garantire la piena sicurezza dei visitatori, gli accessi saranno contingentati (massimo 15 persone alla volta) ed è consigliata la prenotazione, che potrà essere effettuata alla pagina www.comune.casale-monferrato.al.it/jas-prenotazioni del sito del Comune di Casale Monferrato oppure telefonicamente ai numeri 0142. 444329 – 330.

Jas resterà aperta fino al 28 giungo con i seguenti orari: sabato e domenica dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00. Per accedere alle sale sarà obbligatorio indossare la mascherina.

«A marzo – ha voluto ricordare l’assessore Fracchia – erano previste a corredo della mostra tre settimane di concerti di musica, presentazioni letterarie, rappresentazioni teatrali, cinema. Purtroppo non sarà possibile proporre questo tipo di iniziative, ma per poter vivere appieno e al meglio l’esposizione abbiamo deciso di tenerla aperta per ben quattro fine settimana e di realizzare una serie di video interviste alle artiste come preludio all’apertura di Jas».

La curatrice della mostra Paola Casulli, infatti, proporrà a partire da domani, martedì 2 giugno, fino a venerdì 5 giugno, delle brevi interviste a tutte le artiste di Jas. L’appuntamento sarà alle ore 15, quando sulla pagina www.comune.casale-monferrato.al.it/jas saranno caricati quattro video al giorno.

Ma cos’è Jas? Un viaggio che si percorrerà con la fotografia, la scultura e due istallazioni attraverso le sette età della vita di una donna: concepimento/nascita, infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia, morte e, la settima stanza, nominata Another/Altra, la rinascita, cioè il giardino segreto in cui ogni donna custodisce le energie necessarie come la forza, la determinazione e il coraggio per rinnovarsi sempre e comunque.

La mostra vedrà l’esposizione delle fotografie di Alle Bonicalzi, Marina Caccia, Paola Casulli, Anne Conway, Donatella D’Angelo, Cecilia Gioria, Petra Probst, Isabella Sommati, Marina Tomasi; le sculture di Anna Galli, Silvana Marra, Florine Offergelt, Mariagrazia Degrandi e le installazioni di Elena Caterina Doria, Cate Maggia. Il progetto grafico di Jas è di Elena Caterina Doria.

La mostra prevede anche un percorso nel Torrione Est, dove il duo fotografico Light Lens, composto da Laura Marinelli e Alessandro Magagna, presentano il loro lavoro, Donne incartate. Progetto fotografico per gridare un forte No alla violenza sulla donna. Un “urlo visivo”, di grande impatto emozionale, celato dietro alla grazia, alla delicatezza e alle metafore dei loro scatti.

Il progetto è stato realizzato a “quattro mani” attraverso un’accurata scelta dei tipi di carta, la realizzazione manuale dei vestiti, un approfondito studio della composizione fotografica e delle luci per dare rilievo al significato di ogni scatto e di ogni creazione. Niente è stato aggiunto in post produzione.

Un ulteriore arricchimento alla mostra sarà dato dal contributo prezioso del fotografo Enrico Minasso che presenta il suo lavoro Il femminile di uguale. Nove Racconti che vogliono essere la celebrazione delle donne, della loro resilienza e della costante lotta per il raggiungimento della parità di genere. Oumou, Aminat, Maria, Rose, Florence, Beth, Lucrezia, Laure e le sorelle Rysper e Gladys sono donne che hanno vissuto direttamente situazioni di discriminazione, ma che sono riuscite a reagire con forza, tentando di abbattere gli ostacoli che la vita ha posto loro davanti: famiglie oppressive, disparità nell’accesso ai servizi sanitari, a un’educazione di qualità o ad opportunità lavorative. Un intreccio tra Italia e Africa, un ponte dal Piemonte al Kenya per raccontare con schiettezza e genuinità esperienze personali profonde e toccanti, affrontando consapevolmente gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda ONU 2030. Le protagoniste si raccontano e si emozionano di fronte all’obiettivo della fotocamera, condividendo la propria, mai scontata, versione della parità di genere.