Confesercenti alle istituzioni: “Così non ce la facciamo, commercio a rischio collasso e usura”

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Manuela Ulandi è il nuovo presidente provinciale di Confesercenti CorriereAlLa lettera aperta è indirizzata a tutte le autorità territoriali: dal Prefetto a deputati e senatori, assessori e consiglieri regionali, sindaci, presidente della Camera di Commercio.

E dice in sostanza: i commercianti così non ce la fanno, stretti nella morsa della scarsa liquidità, delle regole, del rischio usura.

Confesercenti, a firma del suo Presidente provinciale Manuela Ulandi, lancia dunque un estremo segnale di allarme: cambierà qualcosa?

Ecco il testo completo della lettera:

 

Pregiatissime Autorità,

 

la Presidenza provinciale CONFESERCENTI è fiduciosa  di rivolgersi alle massime autorità Istituzionali della nostra Provincia per condividere criticità, richieste e proposte che pervengono dalla categoria degli   imprenditori delle PMI,  che ci onoriamo di rappresentare.

Confesercenti è molto preoccupata  per le tante, troppe attività che sono a corto di liquidità, causata da mesi di lockdown e da una pregressa crisi in cui versa da anni il commercio al dettaglio. Imprese già indebitate,  con il pericolo che in questa situazione si annidi il rischio di ricorrere a prestiti usurai, cessioni o infiltrazioni nelle  compagini sociali di soggetti criminali.

L’imprenditore disperato, senza soldi, rischia di cedere alla chimera di denaro liquido ed immediato che può essergli offerto da privati e quindi vedere nello strozzino  un salvatore, che gli tende una mano e in realtà lo rovina.

In particolare i pubblici esercizi lanciano un grido di allarme per le difficoltà in cui devono riaprire, molti  saranno costretti a chiudere  o a ridurre il personale dipendente.

Se non arrivano  soldi, finanziamenti, fondi perduti, la malavita avrà gioco facile.

Ad oggi gli imprenditori hanno ricevuto, esclusivamente i € 600 dall’Inps, bonus del mese di marzo, i loro dipendenti non hanno ancora ricevuto la Cassa integrazione in deroga. La situazione sta diventando insostenibile.

Con queste premesse il più bel regalo che si può fare alla delinquenza è quello di promettere fondi agli imprenditori e poi inficiare tutto per eccesso di burocrazia.  Il prestito usuraio viene fatto con l’illusione  di saldarlo con l’erogazione del contributo o finanziamento, che non arriva e scatta la cosiddetta cravatta.

Abbiamo appena appreso dal sito della Regione Piemonte che i bonus a fondo perduto, presentati come un’iniezione di liquidità a zero burocrazia non corrispondono al vero.

Infatti, constatiamo che, praticamente nessun  piccolo imprenditore, è in grado di poter utilizzare le modalità di accesso indicate e nessuno è in possesso delle credenziali richieste. Anche la necessità di allegare il documento fronte retro può  esser un problema, visto che molti piccoli imprenditori non sono dotati di uno scanner. Se poi si assiste al  tutorial, sembra una vera e propria impresa anche la sola compilazione della domanda da  tablet o da dispositivo mobile. Per non parlare delle troppe categorie escluse, in modo assolutamente ingiustificato. Considerando che era stato annunciato come un bonus facilissimo da ottenere, Confesercenti invita  la Regione Piemonte a semplificare  l’accesso e che includa le troppe categorie rimaste escluse. Non faccia figli e figliastri.

A tale proposito, Confesercenti si rivolge alle Istituzioni tutte proponendo alcune riflessioni, su cui lavorare in squadra:

Dal momento che oggi, i movimenti societari e immobiliari sono pochi  non sarebbe difficilissimo  fare controlli a tappeto su tutti. La malavita deve sapere che tutti i movimenti societari (reperibili attraverso la Camera di Commercio) e immobiliari (agenzie immobiliari) sono tracciati e osservati.

E’ fondamentale che si sblocchino i finanziamenti dei € 25 mila e forse occorrerebbe  qualcuno che faccia da tramite tra associazioni di categoria e banche.

Limitare l’uso del denaro contanti, privilegiando  quello elettronico, alla condizione di eliminare i costi agli imprenditori e accollandoseli lo Stato, come campagna contro l’evasione e la prevenzione di infiltrazioni criminali.

Questo può avvenire solo con un lavoro di squadra tra rappresentanti nelle Istituzioni comunali, regionali e nazionali, associazioni di categoria, professionisti, banche, Camera di Commercio.

Confesercenti è al fianco delle Imprese, ma teme il collasso sociale ed economico, vogliamo giocare la nostra parte, essere coprotagonisti nel riscrivere le regole di una modificata  società e di una rigenerazione urbana,  ma da soli e divisi non si ricostruisce il futuro.

Confidiamo di poterci confrontare con Voi, anche attraverso  l’ausilio della tecnologia,  sugli aspetti che abbiamo sintetizzato.

Vi ringraziamo dell’attenzione che ci riservate e rimaniamo disponibili ad ogni azione.

In fede

 

La Presidenza Provinciale CONFESERCENTI