Vita da ratti di Marc Moreno [ALlibri]

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a cura di Angelo Marenzana

 

Ancora un salto nel mondo letterario estero, quello compiuto da Davide Indalezio e con le Edizioni della Goccia, dopo la scoperta de La donna in grigio della scrittrice catalana Anna Maria Villalonga e l’avventura con l’antologia di racconti pubblicata lo scorso autunno Davanti agli occhi del colombiano Juan Quintero Herrera.

 

Partecipe la traduttrice Laura Mongiardo, i due complici si sono messi sulle tracce di Marc Moreno (giornalista, scrittore ed editore della casa Librès del Delicte, interamente dedicata alla letteratura noir catalana) autore di Vita da ratti, romanzo con il quale ha ottenuto il prestigioso premio, Crims de Tinta 2017, il più importante riconoscimento per la narrativa gialla catalana.

Con la sua scrittura ruvida e diretta al cuore nero del lettore, Marc Moreno ci porta a Barcellona, sua città natale. Moreno ci prende per mano per farci respirare atmosfere non abituali, prive del sapore artefatto dei circuiti turistici. Ci conduce con penna graffiante là dove si consumano le contraddizioni sociali e dove sfide e contrapposizioni non conoscono età o sesso.

La Barcellona raccontata è quella dove, nel tentativo di sopravvivere a se stessa, si incarna una forma di crminalità spesso senza vie d’uscita e senza redenzione. Del resto ci parla di una violenta disarmonia sociale non differente da quella che caratterizza le periferie delle grandi città del mondo.

La narrativa di Marc Moreno riesce a presentare personaggi dai contorni foschi ma anche a fare i conti con la loro assenza di aspirazioni e desolazione, elementi primari della vita di giovani senza futuro che, sempre ai confini della legalità, ammazzano le ore al parco rischiando di finire nelle grinfie della malavita. Eloi è uno di loro, uno del quartiere Verneda, e quando accetta di nascondere uno zaino contenente una grossa quantità di cocaina per conto di un pusher locale comincia a scivolare ancora più in basso, dritto verso l’inferno. La paura e la paranoia per avere in custodia il carico di droga non gli impediranno di utilizzarne una parte per pavoneggiarsi con gli amici e le ragazze, attirando così l’attenzione dei boss del quartiere, sempre in lotta tra loro, e di poliziotti corrotti abituati a convivere con il crimine e, spesso, a farne parte. L’obiettivo di Eloi, quindi, non sarà più quello di superare la noia per arrivare a sera, ma di arrivarci vivo.

Buona lettura con un breve estratto di Vita da ratti.

 

 

Tutto ha inizio con un tizio che deve svignarsela perché vogliono farlo fuori. Ha in casa quasi otto chili di cocaina e vede solo una via d’uscita possibile. Se lascia la droga nel suo appartamento, se la può scordare. Se la porta via con sé, corre il rischio di farsi beccare con tutta la roba. E così pensa al ragazzo di diciannove anni che abita alla porta accanto. Attraversa il pianerottolo, suona il campanello e, quando il vicino apre, gli rifila uno zaino nero con gli otto chili di droga.

«Nascondilo sotto il letto finché non riesco a tornare a riprendermelo. E non dirlo a nessuno!»

Il ragazzo, che è mio amico da una vita, non sa cosa ci sia nello zaino, ma non è stupido. Lo sappiamo tutti che il tizio della porta accanto è un pusher, e quindi spaccia. Ne è a conoscenza persino la madre del ragazzo, che non sa nemmeno cosa siano le droghe.

Per quello, esita.

È la prima volta che parla direttamente con il vicino e sa bene che non è uno di tante parole.

«È che, zio, non lo so…» balbetta il ragazzo.

«Che cazzo dici? Ti sto chiedendo di nasconderlo per un po’ finché non torno!»

«Ma, zio, che c’è dentro?»

«Non fare il coglione! Nascondilo, cazzo! Non mi scassare le palle! Lo zaino, non lo devi toccare. Quando torno, me lo ridai e basta. Intesi?»

Il ragazzo continua a esitare, ma il tono dell’uomo non ammette un rifiuto come risposta. Sa che è pericoloso e che questa gente non negozia. Prende lo zaino senza fiatare.

Chiude la porta.

Si dirige verso la camera e, senza guardare cosa ci sia dentro, nasconde lo zaino nero sotto il letto. Ben addossato al muro.