Contributi per mobilità sostenibile solo a chi vive in comuni sopra i 50 mila abitanti: perchè?

Il nuovo decreto che presto dovrebbe essere approvato dal Governo, prevedendo iniziative per un totale di 55 miliardi, attuerebbe un contributo di 500€ per incentivare l’acquisto di mezzi di trasporto sostenibili quali biciclette a pedalata assistita, monopattini elettrici, segway hoverboard ecc.

Iniziativa lodevole e auspicabile, sia in ottica di sicurezza relativamente al contenimento del Virus COVID-19, sia in termini di tutela dell’ambiente, ma incompleta e iniqua.

Il contributo sarà erogato indistintamente, senza considerare fasce di reddito e senza privilegiare le porzioni di popolazione meno abbienti, ma non solo; di fatto saranno esclusi dal contributo tutti i cittadini italiani che vivono in agglomerati urbani sotto i 50 mila abitanti. Nella nostra provincia centri come Acqui Terme, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada, Tortona saranno esclusi, perdendo un’importante opportunità di sostegno ad una mobilità sostenibile di cui la provincia, per certi versi, ha più bisogno delle grandi città.

Se nei grandi centri urbani, le alternative per la mobilità sono plurime, in questi centri no: all’isolamento, rischiamo di aggiungere l’arretratezza.

Non si escludono da questo ragionamento anche i piccoli comuni che, così, vengono sempre più relegati alla marginalità: già colpiti dallo smantellamento dei servizi, anche di trasporto pubblico, rischiano di vedere incrementare ancora l’indice di spopolamento.

Il Coordinamento provinciale di Alessandria di Italia Viva, auspica un cambio di rotta, con un ampliamento della platea dei beneficiari di questo contributo anche ai residenti dei comuni più piccoli e con criteri di progressività rispetto al reddito.

 

Segreteria Provinciale Italia Viva