Cavour passa in secondo piano a fronte del Coronavirus [Lisòndria tra Tani e Burmia]

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di Piero Archenti

 

L’intento iniziale era quello di ricordare cosa accadde nel 1706 quando Alessandria passò di mano dalla Lombardia al Piemonte trovando però il veto dell’Austria. Ebbene, sono troppe e troppo gravi le notizie che riguardano gli eventi che stiamo vivendo per evitare di fare un rapido escursus di quanto accadde invece in fatto di eventi calamitosi nel corso dei secoli nel mondo intero.
Infatti, le cronache di questo anno di grazia 2020 ci hanno portato in dote un flagello che nessuno si sarebbe mai immaginato, d’altra parte chi si aspettava un simile stravolgimento di eventi. Ovviamente mi riferisco al Coronavirus, l’utimo flagello che ci è capitato fra capo e collo. Non è il primo evento catastrofico provocato da una epidemia, infatti la storia, che ha buona memoria, ci ricorda “la peste di Giustiniano”, a Costantinopoli dove lo stesso Imperatore Giustiniano ne fu colpito ma riuscì a salvarsi.
Quindi è la volta della “peste nera”, a metà del XIV secolo tra il 1346 e il 1353. Fu una delle maggiori pandemie della storia. Solo cinque secoli dopo venne scoperta la sua origine animale e il suo collegamento con i ratti che durante il Medio Evo convivevano nelle grandi città con le persone. Secondo i dati in possesso degli storici si stima che la penisola iberica perse circa il 60-65% della popolazione e la Toscana tra il 50 e il 60%. La popolazione europea passò da 80 a 30 milioni di persone.
Poi fu la volta del “vaiolo” che ebbe un periodo di drammatica espansione durante il XVIII infettando e sfigurando milioni di persone. Si espanse massicciamente nel Nuovo Mondo quando i conquistattori iniziarono ad attraversare l’Oceano colpendo polazioni con difese molto basse contro nuove malattie. Fortunatamente è una delle due uniche malattie che l’uomo è riuscito a debellare con la vaccinazione. Nel 1977 è stato registrato l’ultimo caso di contagio del virus che da allora è considerato estinto.
Quindi, nel marzo 1918, durante gli ultimi mesi della Prima Guerra Mondiale, fu registrato il primo caso di influenza “spagnola”, paradossalmente, in un ospedale degli Stati Uniti. Gli venne dato questo nome perchè la Spagna rimase neutrale nella Grande Guerra e le informazioni sulla pandemia circolavano liberamente, a differenza degli altri Paesi coinvolti nella lotta che cercavano di nascondere i dati. Questo ceppo virulento del virus dell’influenza si diffuse in tutto il mondo contemporaneamente agli spostamenti delle truppe sui fronti europei. I sistemi sanitari rischiarono il collasso e le camere mortuarie funebrri non riuscivano a stare la passo con le vittime. Si stima che il tasso di mortalità globale fu tra il 10 eil 20% degli infetti, e in tutto il mondo morirono tra le 20 e le 50 milioni di persone. Addirittura c’è chi ipotizzaa che si raggiunsero le 100 milioni di vittime.
Nel 1957 ecco spuntare “l’infulenza asiatica”, registrata per la prima volta nella penisola di Yunan, in Cina. Il virus influenzale A (H2N2) di origine aviaria, in meno di un anno si diffuse in tutto il mondo. A quel punto il ruolo dell’Oganizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il braccio medico dell’Onu creato nel 1948, progettava ogni anno un vaccino destinato a mitigare gli effetti delle mutazioni influenzali. Sebbene i progressi medici in relazione alla pandemia dell’influenza spagnola abbiano contribuito a contenere molto meglio l’avanzata del virus, questa pandemia ha registrato un milione di morti in tutto il pianeta.
Soltanto dieci anni dopo aver superato l’ultima grande pandemia influenzale, apparve, ancora una volta in Asia, la cosiddetta “influenza di Hong Kong”. Una variazione del virus influenzale A (H3N2) fu registrata in questa città nel 1968 e si diffuse in tutto il mondo con un modello molto simile a quello dell’influenza asiatica. Questa volta furono un milione di persone le vittime che causò questo nuovo ceppo di influenza.
Una delle più gravi e più recenti pandemie conosciute dalla società odierna è quella del virus dell’Immunodeficenza umana (HIV), meglio nota come “AIDS”. I primi casi documentati sono apparsi nel 1981, e da allora il virus si è diffuso in tutto il mondo concentrando gran parte degli sforzi delle organizzazioni mondiali della sanità. Si pensa che la sua origine sia stata animale, e i suoi effetti contemplano l’indebolimento del sistema immunitario. Di per sè il virus non è letale, ma lo sono le sue conseguenze perchè lasciano l’organismo indifeso di fronte ad altre malattie. Anche se queste vie di trasmissione lo rendono meno contagioso, a priori, rispetto ad altri virus come l’influenza, l’ignoranza iniziale ha permesso che si diffondesse molto rapidamente. Si stima che l’HIV abbia causato circa 25 milioni di morti in tutto il mondo.
Attualmente dobbiamo prendere nota che il 31 dicembre 2019 le autorità sanitarie cinesi hanno notificato un focolaio di casi di polmonite ad eziologia non nota nella città di Wuhan (provincia dell’Hubei, Cina). L’11 febbraio 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato che la malattia respiratoria causata dal 2019-nCoV è stata chiamata “COVID-19” (Corona Virus Diesase).
Questo fatto però sta facendo sorgere il dubbio che la Cina sapesse fin dal sorgere dei primi focolai di quanto fosse pericoloso il COVID 19, ma che le autorità cinesi abbiano tenuto nascosto al mondo intero la sua pericolosità. Vera o falsa la notizia, resta il fatto che a far data 23 aprile 2020, in Italia sono stati 189.973 i casi totali dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente positive sono 106.848, 25.549 deceduti e 57.576 guariti. Speruma bén!!
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Cavour e le fortificazioni
Nel 1706 il passaggio di Alessandria dalla Lombardia al Piemonte, trovò il “veto” dell’Austria che vi consentì solo a condizione di limitare le fortificazioni intorno alla città. Gli Ausburgo, padroni di Milano, certo temevano quella famosa e importante fortezza!
Un secolo dopo Napoleone farà di Alessandria un grande Campo trincerato; ma venuta la Restaurazione, l’Austria si affretterà ad occupare Alessandria distruggendo tutto quanto i francesi avevano costruito. Ancora più tardi, nel 1849, dopo la battaglia di Novara, la nostra città, precauzione in allora inutile, è occupata dagli austriaci!
Nel 1857 Cavour in “connubio” con Rattazzi, prepara la seconda guerra di indipendenza e per prima cosa provvede alle fortificazioni di Alessandria. Certo Cavour ricordava che Lamarmora, Ministro della Guerra, prima di partire per la Crimea, così aveva detto: “Se voi non pensate alle fortificazioni di Alessandria, al ritorno farò una pubblica protesta!”.
Non di meno il progetto di legge relativo, presentato alla Camera il 14 Marzo 1857, incontrò forte opposizione, sostenuta dal Conte Solaro della Margherita che disse inutile la proposta in quanto le fortificazioni di Alessandria erano non necessarie alla difesa del Piemonte, anzi pericolose per la provocazione che ne derivava all’Austria! Stranamente il Solaro aveva dimenticato che alle spalle di Alessandria, l’Austria aveva frattanto fortificato Piacenza, in territorio non suo!
In difesa del progetto di legge insorge proprio il Conte di Cavour ed è interessante per noi alessandrini, risentire giusto a distenza di cento anni, le ragioni del grande Ministro su di una questione proprio di casa nostra.
Considerare, così inizia Cavour, le fortificazioni indispensabili alla difesa del Piemonte, è idea antica; anche Carlo Alberto vi aveva pensato e forse contro i suoi stessi Ministri! (E’ un riferimento alle opere del cosidetto isolotto Galateri). Forse che avanti la rivoluzione francese non esistevano potenti difese a Valenza, a Tortona, e nella stessa Alessandria? E se questi baluardi erano inutili perchè mai l’Austria ha posto tanto impegno per rovesciarli? Riconosco che l’on Solaro non ha posto una questione militare, ma politica. Dice infatti: Le fortificazioni sono inutili perchè l’Austria non vuole aggredirci; se poi lo volesse sono inutili egualmente, in quanto quel baluardo non impedirebbe di portarsi su Torino! Io ho ferma opinione (così esclama con forza Cavour) che finchè l’esercito piemontese non fosse distrutto e rimanesse fra Casale e Alessandria, nessun Corpo austriaco si periterebbe di marciare direttamente sulla nostra Capitale!
Proseguendo nel suo discorso dice poi: L’aiuto di una potenza straniera (leggi Francia) non renderebbe meno inutile la fortezza di Alessandria, giacchè o Signori, onde questo aiuto riesca per noi veramente efficace, sarebbe necessario che prima di fare assegnamento sull’aiuto altrui, facessimo calcolo sulle proprie forze! Quando il Paese aggredito avesse compiuti tutti i suoi sforzi, avesse gagliardamente resistito, il soccorso altrui non sarebbe umiliazione, ma sussidio valevole a compiere forse grandi imprese! Ed a poter resistere, e fortemente resistere, Signori, le fortificazioni di Alessandria sono una necessità!
Questi i punti principali del discorso che fu detto fermo e deciso. Gli avvenimenti del 1859 preparati dal Conte di Cavour stesso, hanno poi dato ragione al nostro grande “Tessitore”.
Piero Angiolini 31-12-1955