Emergenza e prospettive: un bel 2 al Governo Conte. Ma gli italiani non si arrendono [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Al Governo Conte un sonoro 2. Le mascherine per difenderci dal contagio coronavirus “non inviate” agli italiani dal governo Conte (2020) e gli euroconvertitori inviati dal Governo Berlusconi (2002). Questa pagella ha lo scopo di fare un paragone comportamentale come attenzione e atto di responsabilità verso l’Italia intera, e per intera intendo tutti, comprese le famiglie. In questo periodo di “clausura” c’è molto tempo per pensare e pure fare paragoni, ma andiamo per gradi: fine 2001, al Governo del paese c’è Berlusconi, arriva la moneta unica che si chiamerà euro e la lira italiana sarà mandata in pensione, Grande eccitazione nella politica e nel mondo economico finanziario, un po’ meno per la restante umanità del paese. C’è da convertire il valore della moneta per iniziare ad abituarci, e non è semplice per tutti. Certamente non si tratta di emergenza sanitaria come in questo momento, ma Berlusconi invia milioni di euroconvertitori agli italiani, uno in ogni famiglia, allo scopo di dare un supporto. Si trattava di una minicalcolatrice da taschino, semplice nello stile ed elementare nell’uso, per aiutare tutti gli italiani a ‘fare amicizia’ con la valuta unica, e per far sì che dal primo gennaio 2002 il problema del cambio da una moneta all’altra si potesse risolvere pigiando un tasto. L’euroconvertitore veniva accompagnato da una lettera a firma Silvio Berlusconi, che iniziava così: “Caro amico, cara amica… Vi faccio avere questo piccolo omaggio proprio per rendere più facile le operazioni di calcolo, per trasformare le lire in euro”. A pensarci, oggi lo considero un gesto di presenza e di attenzione dello Stato nella vita dei suoi cittadini.
Arriviamo ai giorni nostri: abbiamo un gravissimo problema sanitario, oltre a dover stare in casa, e non sempre è possibile perché la spesa bisogna farla, il cane va portato fuori, e ci sarebbero pratiche burocratiche da concludere, bollette da pagare, quindi “state a casa” è esortazione giusta, ma non sempre attuabile. Gli italiani hanno necessità di mascherine che non si trovano. Le persone anziane o meno abbienti si proteggono come possono, a Roma il Dipartimento di Protezione Civile (Governo) già da subito si è affrettato a raccogliere donazioni su un conto presso Banca Intesa Sanpaolo Spa. La cifra ad oggi raccolta è oltre i cento milioni di euro, ma pensare e provvedere ad un dovuto e solidale gesto, inviando un kit di mascherine alle famiglie, non pare una priorità? Vero è che il governo e il Dipartimento con ben due Commissari straordinari già nei confronti di medici e tutto il personale sanitario mostrano di avere le “manine corte”, e Borrelli piuttosto dichiara agli organi di informazione che la mascherina non serve, tant’è che lui non la mette, ma allora che ci viene raccontato? Nel frattempo Conte dichiara: “La Protezione civile distribuirà nei prossimi giorni mascherine e guanti gratis per tutti i lavoratori, un atto di responsabilità verso l’Italia intera”.
Ma quando mai? Infine: come viene speso il denaro raccolto dal Dipartimento? Bella domanda. Leggete qui: c’è l’elenco di chi si sta riempiendo i personali “granai” grazie al coronavirus; “Donazioni – Covid19”. Ecco spiegato il paragone tra Berlusconi e Conte: Conte 2 e Berlusconi 10.
Voto: 2

 

2) Alla proposta di utilizzare chi percepisce il reddito di cittadinanza nel settore agroalimentare, duramente colpito dal coronavirus, oppure per la spesa agli anziani. La penso esattamente come il Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova,  o come Giorgia Meloni di Fratelli di Italia,
oppure come Giorgio Mercuri Presidente dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari, e ancora come Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura che chiede anche la reintroduzione momentanea dei voucher e aiuti per il settore che vive una drammatica carenza di manodopera.
Per questo motivo bisognerebbe attivare i PUC- Progetti Utili alla Collettività, istituiti dalla Legge sul Reddito di Cittadinanza D.L. 28/01/ 2019, n. 4-comma 15-(convertito con modificazioni dalla Legge 28/03/ 2019, n. 26). Tale D.L. stabilisce che il beneficiario di tale provvidenza è tenuto ad offrire la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, presso il Comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore compatibili con le altre attività dell’interessato e comunque non inferiori a 8 ore settimanali, aumentabili sino a 16 con il consenso di entrambe le parti. La mancata partecipazione a detti progetti da parte di uno dei componenti maggiorenni il nucleo familiare comporta la decadenza del beneficio. L’eventuale obbligo sancito dal D.L. diventa facoltativo per le persone esonerate individuate dai commi 2 e 3 del medesimo art. 4 sopracitato, vale a dire per coloro che sono occupati o frequentano un regolare corso di studi, anche corsi di formazione, disabili, pensionati, componenti con carichi di cura, ultimo aggiornamento.
Voto: 6

 

 

3) Coronavirus: lo slogan che pressappoco recita così: “tutto è cambiato e niente sarà più come prima”, lo si legge e lo si ascolta ma nessuno spiega il significato di tale affermazione, per cui mi sono interrogata su cosa intendono dire e cos’è che sarà diverso. Forse nelle “alte sfere” del potere mondiale inizieranno a pensare che il prodotto interno lordo non potrà più essere l’unico riferimento di progresso, e che metteremo la salute, il lavoro e il benessere della persona al primo posto delle priorità? La lettura di questo articolo fornisce spunti sul “niente sarà più come prima”, un testo condivisile in ogni suo punto: “Dopo il Coronavirus niente sarà più come prima?”
Intanto: nel nostro quotidiano dopo il “liberi tutti” cambieremo le nostre abitudini migliorandole? Credo proprio di no, anzi, ci riprenderemo con gli interessi ogni vecchia abitudine che fosse buona o cattiva prima del “blocco” imposto, semmai tali vecchie abitudini saranno ampliate da nuove azioni causate dalla repressione per troppo tempo. Al contrario è vero che niente sarà più come prima, ci sarà la brutta situazione di nuovi poveri e tanta rabbia, persone a noi care che se ne sono andate da sole senza il nostro conforto, e tale rancore coverà dentro di noi per lungo tempo e malgrado il già precario equilibrio sociale preesistente al coronavirus, l’aggiunto disastro economico porterà disperazione e rivolte inimmaginabili. Chissà se dopo questa batosta il popolo italiano, abitualmente tollerante fino alla sopportazione da troppo tempo sulle scelte dei vari governi e politici, deciderà di mettere in “quarantena” la pazienza e ribellarsi, perché in questa terribile vicenda sono chiari i colpevoli. C’è chi parla di una class action nazionale, con la legge 31/2019 che ha esteso la class action a tutti coloro che lamentano una violazione per condotte lesive di diritti fondamentali, quali il diritto alla salute o all’ambiente. Sono tante le denunce, in primis da parte dei medici e degli infermieri ed è solo l’inizio. molte sono le critiche dell’operato del governo, e sposo in toto il contenuto dell’articolo del giornalista Toni Capuozzo, che demolisce la gestione dell’emergenza: “Coronavirus, Capuozzo: Governo tragicomico”. Già “nulla sarà più come prima” per noi, ma soprattutto per chi dovrà rispondere sui molti “perché…”.
Voto: 3