Lo Inferno 2020 Canto I (e unico) [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai rinchiuso in quarantena
costretto in casa e senza una partita.                              3

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esto virus corona e ignoto e forte
che se ci penso pare iettatura!                                          6

Tant’è amara et infausta questa sorte…
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
raccontarvi altre cose ch’i’ v’ho scorte.                           9

Io non so ben ridir qual fu l’inizio,
tant’era nel lavor immerso e assorto
che non pensava a grattacapi o guai.                               12

Ma poi ch’i’ sullo smartphone ebbi scorto
l’arrivo di un WhatsApp dal Ministero
fui preso dal vederlo con trasporto,                                 15

giacché lo Miur di norma è tipo austero:
comunica con ratto di lumaca
però pretende a te lesto sentiero.                                    18

Allor sulla tastiera un poco opaca,
digitai lo codice d’ingresso
tenendo la tensione quieta e placa.                                  21

E come quel che con lo sguardo fesso
vede la donna ignuda sulla riva,
così mi sento io, così com’esso:                                         24

con l’animo che a latere fuggiva,
ma non potendo far diverso passo
costrinsimi a legger la missiva.                                         27

“Poiché la situazion volge al collasso
si intima di chiudere la scuola:
ciò serva a prevenire lo trapasso!”                                  30

Ed ecco, la mia mente resta sola,
silente nel silenzio del dintorno
e sventola come una banderuola                                      33

perdendo di ogni cosa lo contorno
anzi ’mpediva tanto la ragione
ch’i’ caddi sul divano del soggiorno.                                 36

Temp’era di non fare lo coglione,
il sol saliva ’n sù, scendean le stelle
e lento io a riprender cognizione;                                     39

mossi le rugginose mie rotelle
sperando nella giusta direzione:
tosto telefonai alle bidelle                                                  42

(si sa che in mano lor è situazione)
ma non avean notizie, profetesse

di solita e solerte abnegazione.                                         45

Quando parea che tutto si placasse
e ‘l virus fosse ormai sotto controllo
(la torva restrizion parea bastasse)                                 48

di colpo si ricadde nel tracollo,
li numeri crescean, si fecer sotto.
Tutte le genti in merda fino al collo                                 51

rendonsi conto sì ma non del tutto
della mannaia trista che s’avanza
sulle teste di ciaschedun, sia bello o brutto.                    54

Conte, Ministro in capo dalla stanza
delli bottoni e centro del potere,
non mostra niuna titubanza                                              57

ad applicar misure più severe.
Mugugna opposizion ma serve a nulla,
perché ‘l Governo compie ‘l suo dovere.                         60

Strombazzan i giornalisti a tutta folla
le indicazioni date per decreto:
“Guai a chi ci scherza o si trastulla:                                 63

di uscire in ogni loco è gran divieto,
lava le mani molte volte al giorno,
distanti – se fai incontri – almeno un metro,                   66

cerca di non aver alcun dintorno,
indossa mascherine monouso,
saluta e con la mano fai buongiorno”.                              69

Sullo stesso divano sciolsi il muso,
meditando sull’evo che ci attende

e di quanto fino ad oggi fossi illuso:                                  72

il Covid diciannove ci sorprende
sia per la novità che per il nerbo,
saremo all’erta sufficientemente?                                               75

Altre misure draconiane in serbo
ci renderanno le giornate piene
di istanti vani come frutto acerbo.                                   78

Con sguardo fiero e sangue nelle vene
appresso organizzarci a tutto tondo
per non lasciare a secco pranzi e cene.                            81

Gli ipermercati perscrutammo a fondo
caricando il carrello di ogni cosa
giacché parea giungesse il finimondo.                              84

Davanti a spezierie le code in posa
per guadagnar rimedi e vitamine
stipando sporta in moda vergognosa.                              87

Vidi azzannarsi come bestie al cine
donne datate e teneri barbogi
come davvero fossero alla fine.                                        90

Cani bismunti con gli occhietti mogi
pisciare otto volte in sedici ore
che speran di trovar nei necrologi                                    93

il loro padroncino e buon tutore
fino a febbraio tenero e gentile,

a marzo di vescica distruttore.                                         96

Il ritmo dello stop si fe’ febbrile,
l’epidemia diventa pandemia:

chi avrà fortuna di tornar civile                                        99

non vinto ma vincente (e così sia)
sarà più forte e fornirà la stirpe
che non patisca più la malattia.                                        102

Scienziati, intellettuali, note firme
scrivono ed intervengono nei talk show
colmando con il volto culiforme                                        105

gli schermi come antichi menabò;
veggio, mentre sorseggio camomilla,
gonfiar lo scroto all’ombra del paletot.                            108

Così la mia giornata lenta oscilla
tra il letto, il pouf e lo divan suddetto.
Sol una turba ‘l mio intelletto assilla:                               111

avrò le competenze – non scommetto –
per imbastir le mie video lezioni

senza passar per scarso, schiappa, inetto?                     114

Dirò lo ver: son tanti i fannulloni
che in questi tempi oscuri e malandati

rischiano di passar per cervelloni!                                   117

E vederai color che son contenti
dell’opportuna sorte da fruire
abbindolando ignare e beate genti.                                  120

A te che ascolti, non acconsentire
al malaffare, pensa con la testa
perché lo inferno non dobbiam patire.                            123

Per vivere quel poco che ci resta
godiamoci gli affetti nostri accanto
e confidiam nella futura festa.                                          126

Cazzeggio, me la suono e me la canto,
vivo di frivolezze e bagatelle
tanto nessun mi avrebbe fatto santo.                              129

La sera, mentre lavo le padelle,

ascolto della guerra il bollettino:
le cifre – ahimè – purtroppo sono quelle                          132

ma vengono menate pian pianino,
(se dette bene appar benedizione
e non ti segneranno lo destino).                                        135

Allor svegliommi: fu allucinazione.