Piazza Vittorio Emanuele II e “La mia cara Alessandria” di Lucia Lunati #4 [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina

 

Si avvicina la Pasqua di Resurrezione, e per allietare i miei lettori, ho pensato di continuare a rileggere alcune pagine di La mia cara Alessandria, il piccolo libro di Lucia Lunati stampato nel 1968, in occasione dell’ottavo centenario della fondazione di Alessandria.

“Rammento, a proposito di mia sorella, che la mamma, alla domenica sera, organizzava l’uscita per portare a spasso la figlia da marito. Veramente mia sorella stava tutta la settimana in casa ad aiutare la mamma nelle faccende, ed era giusto che la domenica godesse anche lei lo spasso di ascoltar la musica in piazza Rattazzi e mettersi in mostra come tante altre belle ragazze della sua età. Allora di cinema non se ne parlava ancora o appena vagamente. Dicevo dunque che alla domenica sera la banda municipale teneva concerto in piazza proprio ai piedi del monumento a Rattazzi e precisamente verso lo sbocco di via Umberto I così che tutto il movimento era più da questo lato che non verso la prefettura. Alla mattina della domenica gli incaricati del Municipio provvedevano a portare il cosiddetto «polentone». Era una pista circolare di legno composta in tante parti che messe a punto formavano un semicerchio di legno sopra elevato di mezzo metro e largo quanto bastava per il posto dei suonatori con i rispettivi leggii disposti in giro. Nel bel mezzo vi era una specie di sgabello pure rotondo, ma più alto, come quelli ove salgono oggi i vigili per dirigere il traffico cittadino. Là vi saliva il maestro di musica che teneva gli occhi addosso a tutti i musicanti, con mosse energiche a non finire. Si può ben comprendere quanto io mi annoiassi e non capivo che gusto ci provava tutta quella gente in ascolto a passeggiare avanti e indietro e poi fermarsi ogni tanto per meglio gustare i passaggi più salienti del pezzo in programma. Quante volte ho sentito I Vespri Siciliani, I Lombardi, Poliuto. Certe suites non mi dicevano nulla e mi annoiavo a morte. Il mio pensiero distensivo era rivolto alla fine del concerto. La probabilità di un gelato faceva sì che il mio pensiero andasse davvero «sulle ali dorate» per condurmi alla mèta: «Pedoca»“.

Ecco, quindi una gustosa pagina di Lucia Lunati in cui, oltre a divertirci con il suo spirito libero e sbarazzino, ci racconta finalmente – in maniera chiara – a cosa servisse quella grande ciambella posta sul sedime della piazza Vittorio Emanuele II. Quante volte infatti, osservando questa notissima cartolina dell’inizio secolo, ci eravamo chiesti il significato di quello strano oggetto?

Con divertimento e molta lucidità l’anziana signora ci racconta la domenica degli alessandrini, quando la città era davvero un crogiolo di vita, di sentimenti, di educazione.

Non dobbiamo altresì dimenticare che i vecchi alessandrini avevano l’orecchio allenato al bel canto e alla musica di qualità e se una banda o un cantante o un coro passavano “indenni” dalla piazza alessandrina potevano essere certi di avere il successo garantito in ogni angolo del pianeta.

La cartolina che propongo oggi raffigura proprio il polentone di piazza Vittorio Emanuele II. Questa fotografia è stata stata stampata in migliaia di esemplari da decine e decine di Case Editrici ed infatti, chi iniziasse a collezionare cartoline d’epoca, può trovare questo soggetto con estrema facilità.

Copia di Via Mazzini e "La mia cara Alessandria" di Lucia Lunati #3 [Un tuffo nel passato] CorriereAl