La Regione Piemonte in Slala: speriamo sia la volta buona. Poi coronavirus, e senatori a vita….[Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) La Regione Piemonte entra a far parte della compagine della Fondazione Slala, che si occupa della promozione del sistema logistico integrato del Nord-Ovest d’Italia coordinando la partecipazione di tutti gli attori coinvolti: “Polo logistico di Alessandria: la Regione Piemonte rientra nella Fondazione Slala”. La politica di casa nostra che è stata al potere regionale sia in maggioranza che in minoranza di volta in volta negli ultimi 25 anni, pensa che il cittadino abbia la memoria corta. Forse, ma non tutti. Da quanti anni Alessandria è il fanalino di coda negli interessi del potere regionale, che fosse di destra o sinistra? Perlomeno dal dopo alluvione ’94, nonostante il territorio alessandrino avesse dotato il potere istituzionale/politico regionale di uomini suoi eletti. Questa tornata regionale, con a capo il Governatore Cirio e un peso preponderante della Lega, ha posato finalmente gli occhi verso questa città e provincia, e si tratta di un importante segnale. Alessandria avrebbe potenzialità in ogni campo, e sul fronte logistico in particolare, se la nostra posizione geografica fosse sfruttata nel miglior modo. Nel comunicato regionale si legge pure: “Va anche evidenziato che si tratta di una scelta contraria a quella dell’amministrazione regionale precedente, che aveva deciso di uscire dalla Fondazione, mentre la Giunta attuale ha voluto ritornarci per ribadire la centralità di questo settore per il territorio e per poter partecipare attivamente alla tutela del progetto che punta a rendere Alessandria retroporto di Genova al di là delle suggestioni che si sono affacciate e diffuse nell’ultimo periodo”.
Interessante leggere anche qui: “La giunta regionale ha deliberato oggi l’ingresso nella fondazione Slala. Il governatore Cirio risponde così alle critiche del Pd: “Pensi piuttosto alla ministra del suo partito che invece penalizza il Piemonte”. A breve entrerà pure la Liguria” e qui: “Molinari (Lega) sull’ingresso della Regione Piemonte in Slala: “Logistica decisiva per il rilancio dell’economia piemontese: e l’Alessandrino avrà un ruolo di assoluta centralità”.
La Fondazione Slala ha sede in Alessandria ed è un sistema logistico del nord ovest d’Italia. Nata nel 2003 come s.r.l. e trasformata in Fondazione nel 2007, la Fondazione SLALA dal 2019 è una fondazione di partecipazione che ha modificato gli scopi sociali e l’architettura statutaria per ampliare l’attività che all’originale mission della logistica delle merci ora aggiunge quella della mobilità delle persone e della formazione. Alla sua guida, e impegnato nel suo rilancio, c’è oggi l’avvocato alessandrino Cesare Rossini. Qui si può leggere lo Statuto.
Questo 2020, nonostante altre avversità ben note, nasce sotto i migliori auspici per la nostra città e il territorio alessandrino.
Voto: 9

2) Coronavirus o per meglio dire emergenza sanitaria COVID-19. E’ pari al diluvio universale, tutto travolge e non senti più parlare d’altro. Su CorriereAl c’è stato un sondaggio nella scorsa settimana che poneva questa domanda: “Corona virus, hai paura?”. Ho votato NO, e molti l’hanno pensata come me, perché il risultato finale è stato 75% SI e 25% NO. Del resto, bastava girare un po’ per Alessandria per capire quanto le persone normali considerassero davvero sproporzionata la reazione di fronte ad un problema serio (soprattutto perchè sconosciuto), ma dagli effetti davvero minimali, almeno qui da noi.
Personalmente non ho cambiato il mio modo di vivere. Nelle TV non si parla d’altro, quasi azzerati i dibattiti anti – Salvini, che è lo sport preferito dai democratici/cultural-radical/chic ossessionati da questo politico, escluso uno che è andato oltre il “seminato”. Si tratta di Massimo Giannini editorialista di Repubblica e ospite quasi fisso dalla Gruber, che in pieno delirio sull’argomento del coronavirus ha fatto questa dichiarazione: “Il vero untore è Salvini. Diffonde il morbo della paura. Salvini ha solo questa cifra, aumentare le paure degli italiani. Esprimo anche qualche perplessità sui suoi elettori, si aspettano questo da lui. E sono preoccupato, da cittadino più che da giornalista”. Follia pura, altro che demenza senile. Pazienza insultare sistematicamente l’avversario politico di chi ti paga lo stipendio e garantisce il tuo benessere: tutti teniamo famiglia. Ma insultare i tanti italiani elettori di Salvini pare un atto di pura disperazione. Andiamo oltre. In questo momento guai avere un po’ di febbre, raffreddore, o tossetta: situazione assolutamente normale a febbraio dello scorso anno, ora invece scatta l’allarme. Intanto anche nella nostra città si è scatenata l’incetta di generi alimentari in alcuni supermercati: altra esagerazione. Scuole chiuse con problemi per i genitori che peraltro spesso lavorano in ambienti non sotto controllo, l’economia di una città già barcollante di suo prende ulteriori ‘colpi’ i cui effetti si vedranno presto, e non esiste certo risarcimento per tutti coloro che hanno dovuto modificare anche se per un periodo minimo la propria vita, i propri interessi. I sanitari costretti a ‘marce longhe’. Intanto l’Italia del coronavirus fa paura e le frontiere della cosiddetta Europa libera alla circolazione si sono immediatamente attrezzate. La Francia ha messo in campo misure precauzionali, si legge che un pullman da Milano è stato bloccato a Lione, l’Austria ha fermato due treni al Brennero e quaranta turisti italiani sono stati respinti alle Mauritius, mentre nel sud Italia inveiscono contro i viaggiatori del nord. Noi alessandrini abbiamo una eccellenza sul fronte delle patologie infettive e parassitarie, il Prof. Pierluigi Garavelli che è Direttore della Struttura complessa di Malattie Infettive dell’azienda ospedaliero universitaria “Maggiore della Carità” di Novara. Consiglio la lettura dell’articolo dove vi sono informazioni medico-scientifiche di buon senso; “Coronavirus: i casi “sono tanti perché noi controlliamo, gli altri paesi meno”, i farmaci esistono, la superficialità dei social. Parla l’infettivologo Pietro Luigi Garavelli [Centosessantacaratteri]”. Mi vengono in mente i “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, con le stravaganti cure utilizzate al tempo della peste: era il 1630 e siamo nel 2020.
Voto: 3

 

3) Prossimo Referendum e Senatori a vita: parliamone. Del Referendum si parla poco. Mentre il Governo langue e il coronavirus tiene banco a fronte di uno stupito Conte, tra meno di un mese saremo chiamati a votare il referendum costituzionale disciplinato dall’art. 138 della Carta Costituzionale, sul taglio dei deputati, che da 630 diverranno 400 e dei senatori che da 315 passeranno a 200. La data è fissata il 29 marzo. A differenza dei referendum abrogativi, per la validità del referendum costituzionale non è obbligatorio che vada a votare la metà più uno degli elettori aventi diritto, basterà la maggioranza dei voti validi, indipendente da quante persone si recano ai seggi. Il risultato appare scontato, perché il tema del taglio dei costi della politica è piuttosto popolare nell’opinione pubblica: “Referendum costituzionale il 29 marzo, il quarto dal ’48”.
Ci sono però dei dubbi e i pro e contro vengono spiegati qui: “Taglio dei parlamentari: i pro e i contro”.
Ho voluto trattare questo argomento perché dai telespettatori di “Filo Diretto” Telecity/7 Gold, prima del boom del coronavirus, sono state poste domande sul referendum, e altre domande sono state poste a me sui senatori a vita: ovvero se la loro eliminazione sarà di questa partita. Mi sono documentata e ahimè no, quelli rimangono in ogni caso. Il Sole 24 Ore lo definisce un prestigioso “club” retaggio dei tempi del Regno d’Italia, i senatori a vita sono giunti nell’era repubblicana attraverso l’articolo 59 della Costituzione. Tra i propri iscritti politici, giuristi, industriali, scienziati, poeti, musicisti e scultori, alcuni dei quali premi Nobel. L’albo d’oro del circolo, fondato più di 70 anni fa, è un elenco di 48 nomi: dieci sono entrati come membri di diritto, ma la maggior parte, in tutto 38, lo sono diventati per chiamata del Capo dello Stato di turno. Interessante questo articolo de “Il Tempo” che consiglierei di leggere: “Assenteisti e costosi: i senatori a vita servono davvero?”.
Percepiscono 22 mila euro al mese e hanno infiniti vantaggi: diversi dei quali trasmessi pure agli eredi. Assenti al 99,9% nei lavori del Senato, sono solo presenti quando c’è da fare da “stampella” utile per le sinistre. Per la vetustà di alcuni di loro, in certe occasioni in cui serviva anche solo un voto in più, sono stati portati in Senato in barella: e pare non sia una bufala.
Voto: 4