Il Coronavirus è tra noi: prevenzione, paura e rischio di collasso economico [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

Quello che tutti temevamo, ma speravamo non accadesse, purtroppo è avvenuto: il coronavirus è arrivato in Italia, soprattutto al Nord, con una diffusione spaventosa. Icontagi sono raddoppiati in 24 ore e aumentano di ora in ora in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e in Piemonte e siamo terzi al mondo ( dopo i paesi del Sud Est Asiatico) per numero di persone colpite.

In un solo week end abbiamo assistito da un lato a fenomeni di psicosi collettiva (con gli scaffali dei supermercati svuotati non solo di amuchina e di ogni genere di disinfettante, ma anche di alimentari) e dall’altro a una pericolosa superficialità, in cui si tende a sottovalutare il fenomeno che per la velocità di contagio, il tasso di mortalità e di ricovero non è certo paragonabile a una banale influenza, come illustri virologi, quali Burioni e Ricciardi, hanno documentato.  Niente psicosi collettiva quindi, ma, riguardo agli aspetti sanitari, la parola ultima deve spettare agli alla scienza che da settimane sta fornendo indicazioni corrette di comportamento sia ai singoli sia alle istituzioni

Rispetto alle misure di contenimento il Governo domenica ha adottato un decreto legge per circoscrivere i focolai di contagio attraverso l’isolamento dei centri dove si sono verificati il maggior numero di casi, con circa 50 mila cittadini coinvolti, che, tuttavia, si possono spostare all’interno di quella che è stata definita la “zona rossa”.

Anche la Regione Piemonte, dopo i 6  casi riscontrati, ha emanato un’ordinanza, d’intesa con il Ministero della Salute, che prevede la chiusura delle scuole, delle Università, dei servizi per l’infanzia, dei musei, la sospensione delle gite scolastiche e delle manifestazioni pubbliche  e private.

Ma già prima dell’ordinanza la paura ha tenuto lontano gli spettatori dalle sale cinematografiche ( da domenica chiuse in diverse regioni del Nord) -44% di spettatori rispetto al week end precedente.

Il Carnevale di Venezia e  quello di Ivrea sono stati cancellati e presto, purtroppo, assisteremo a una cancellazione delle prenotazione turistiche negli alberghi e nelle strutture ricettive, con ricadute negative anche sulla ristorazione.

Molte aziende stanno invitando i loro dipendenti, ove possibile, ad utilizzare lo smart working, ossia a lavorare da casa, evitando così un sovraffollamento degli uffici e dei mezzi di trasporto.

Il Nord motore economico d’Italia, quello dove si produce quasi metà del prodotto interno nazionale (solo quella della Lombardia ammonta a 383,2 miliardi di euro) sta rischiando il blocco.