Nuovi insediamenti industriali ad Alessandria: ma serve un nuovo ponte sulla Bormida. Intanto a Spinetta Marengo e a Palazzo Rosso…[Le pagelle di GZL]

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di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Notizia eccellente: presto sul territorio comunale alessandrino arriveranno tre insediamenti industriali, che produrranno posti di lavoro di cui abbiamo tanto bisogno. Più occupazione, quindi reddito e la possibilità per molte famiglie oggi precarie di poter tornare a spendere, e a ‘far girare’ l’economia nella nostra città. Da Il Piccolo di venerdì 14 febbraio, a firma Marcello Feola: “Tre insediamenti alla D5: al Comune 1,4 milioni di euro. Il vicesindaco Buzzi Langhi: “Rende la strategia delle premialità. Eppure c’è chi ha votato contro”.
Ci sta scritto: “È da oltre dieci anni che non si registrano grossi insediamenti industriali ad Alessandria e dintorni: adesso, invece, tre grosse realtà internazionali – Guala Closures, Bevco Srl e Next Energy – sono pronte a scommettere sulla D5, a Spinetta Marengo, e a investire complessivamente più di 1,4 milioni di euro per tre nuovi siti di produzione, che andranno a occupare quasi totalmente i 186mila metri quadrati di terreno ancora disponibili”. La Guala Closures non necessita di presentazione. La Bevco srl produce colonne ed erogatori per acqua e bevande, erogatori e refrigeratori per latte e succhi, sistemi di filtrazioni, dispenser ed erogatori per vino ed alcolici. La Next Energy pannelli solari innovativi. Alessandria possiede una articolata rete viaria autostradale verso altre regioni e importanti città, manca però un’importante opera per puntare ad un nuovo sviluppo per questa città e territorio provinciale che solo il settore industriale può garantire: un secondo ponte sulla Bormida. E’ un’opera necessaria e tutti, dal Comune alla Provincia alla Regione, dovrebbero impegnarsi in questa direzione: sarebbe una bella medaglia da appuntarsi al petto per ogni politico, se si riuscisse ad ottenere questo risultato di mandato.
Voto: 8

 

2) A Spinetta, nel raggio di tre chilometri dal polo chimico, si muore e ci si ammala di più, Politici e bonifica di Spinetta Marengo CorriereAlsoprattutto per determinate patologie, rispetto al resto della città, della provincia, della regione. Cito un articolo di dicembre 2019 perché ho trovato un punto interessante: “Spinetta Marengo, «Rischio tumori più alto del 50% nelle zone attorno al polo chimico”. Il punto a cui mi riferisco è questa frase spiegata dall’ARPA rispetto all’area di inquinamento: “si deve immaginare come se puntaste un compasso nel polo chimico e faceste una circonferenza del raggio di 3 chilometri”. La famosa cartina con “quel cerchio di compasso”, e altro cerchio interno che evidenziano la delimitazione di un’area di alto rischio e un’area di massimo rischio e infine un’area di guardia, che partendo dal Polo chimico si irraggiava appunto per i Km. sopra citati, la conosco da molti anni. Era il maggio 2006 quando una mia amica mi chiese un aiuto per presentare un esposto denuncia ai vari preposti di controllo responsabili in ambito. Come oggetto veniva evidenziata la richiesta del rispetto della Legge Seveso III – D,L, n. 238 del 21 settembre 2005- art.8 (a parziale modifica del D.L. n.334 del 17 agosto 1999 -art.14). Il contenuto della segnalazione era corposo, ben dettagliato e riferito a nuovi insediamenti e altro a Spinetta Marengo e la Legge Seveso parlava chiaro in merito: sarebbe stato opportuno che chi di dovere per questo tipo di controllo si attivasse.
Sto parlando del 2006. A seguire dopo mesi la mia amica ricevette una risposta educata ma il senso del contenuto fu come per dire ”signora viva tranquilla e si faccia gli affari suoi”, oppure altre risposte garbate dai “Ponzio Pilato” al potere, dichiarando che non era di loro competenza. Siamo sempre nel 2006, quando contro l’inquinamento e il pericolo sanitario si batteva solo Lino Balza. A fine maggio inizio giugno 2008 la grande “scoperta” dell’inquinamento al cromo, grandi titoli in cui ognuno predicava il suo sapere, ma nel 2006 alla mia amica fu risposto” stia serena”. Sempre in quei giorni Piero Bottino (al tempo responsabile della redazione di Alessandria de La Stampa) nel suo “Posso sbagliarmi”, titolo “Non c’era la vendetta anti cromo” iniziava così: “Inquinamento cromo, dieci giorni dopo. Divisi in due gruppi. Quelli che dicono: «Si sapeva da mesi, anzi anni, anzi da decenni». Quelli che replicano: «Ma se lo si è saputo un mese, due settimane, tre giorni fa». Un po’ è buona fede, un po’ no. I disagi ambientali della Fraschetta sono davvero noti da tanti, troppi anni; ma, davvero, il livello del cromo nelle falde è apparso nei tabulati di recente. Solo perché non lo si è mai cercato? Questa una delle domande chiave”. Da troppo tempo tante denunce anche inascoltate e tante chiacchiere per anni da chi avrebbe dovuto dare risposte, e individuare una soluzione che potesse mitigare l’enorme inquinamento. La Legge Seveso e tutte le sue modifiche negli anni, dice che chi inquina paga, ma chi ha inquinato? Pare nessuno. Lavoro o salute? Salute o lavoro? Sono necessarie tutte e due, basterebbe rispettare le regole per limitare rischi e effetti nocivi. Qui si parla di tumori, ma anche di intolleranze o allergie di tipo respiratorio. Abbiamo una struttura potenziata con tanti medici laureati in allergologia anche in ambito pediatrico? Ripeto: laurea specialistica in Allergologia ed Immunologia Clinica.
Voto: 2

Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAl 43) Da parecchi giorni Alessandria è la brutta copia del Governo giallo/rosso. Si consumano energie in dispute per ciò che è stato detto, per ciò che è stato denunciato, minacce, richieste di espulsioni da commissioni sia in maggioranza che in minoranza, picche e ripicche che non fanno bene a nessuno. A noi cittadini questa “brancata” di eletti paiono gatti arruffati mentre litigano attorno ad un cassonetto per una lisca di pesce. A mio pensare stanno litigando per un tozzo di pane secco che è il loro compenso, o per gettoni di presenza percepiti che non sono cifre che pagano il tempo e il seppur esiguo impegno di alcuni. Attenzione, c’è pure chi si dà da fare e lavora seriamente per la nostra comunità. Detto ciò, mentre qui si perdono in tale miseria e su misere cifre, a Roma il Governo giallo/rosso, oltre a mal sopportarsi e litigare, mal governare (o non governare) e aggiungere tasse, emettere leggi o normative confuse e peggiorative per il nostro vivere, che fa? Leggete l’articolo sotto, altro che il 2% del nulla dovuto ai nostri amministratori locali: “Il regalino di “Giuseppi”: 7 milioni ai suoi dipendenti. Nel decreto sui ministeri spunta l’aumento per gli stipendi di personale e dirigenti di Palazzo Chigi”. E qui si tratta dello spendi e spandi solo per i 1.900 dipendenti di Palazzo Chigi: impiegati, funzionari, uscieri che si sono ritrovati in busta paga un aumento di stipendio da 270 euro circa. Come nasce l’aumento? Il primo mini aumento è conseguenza del rinnovo del Ccnl 2016/2018 che vale un aumento medio del 3,48%. Tradotto in cifre, come stimato dall’Adnkronos, parliamo di 125 euro in più. A questi soldi bisogna aggiungere quelli derivanti dall’iniezione di risorse stabilita dal governo Conte. L’esecutivo ha infatti stanziato cinque milioni di euro in più per salario accessorio. Il provvedimento è stato inserito nella legge di bilancio e vale circa 145 euro al mese. Che sommati ai 125 di cui sopra danno 270 euro circa. La notizia degli aumenti ai dipendenti di Palazzo Chigi ha sollevato diverse polemiche, perchè contrasta con le direttive dell’Unione europea, che aveva consigliato all’Italia di abbassare la spesa della Pubblica Amministrazione per provare ad abbattere il debito pubblico. Ora: mentre il Governo fatica a erogare il dovuto alle “periferie” dello Stato, a Roma Conte non bada a spese, tanto gli euro mica sono i suoi!
Interessante leggere l’articolo che ho citato e scoprire le altre “generose elargizioni” di Conte. Trovo assurde certe polemiche di casa nostra insomma: i cittadini hanno bisogno che gli eletti (maggioranza e opposizione) lavorino insieme per il bene della città. A fare i buffoni e pure strapagati ci pensano già quelli di Roma.
Voto: 2