L’Alessandria espugna Pontedera: la differenza la fa Martignago

di Pier Luigi Cavalchini
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Al “Mannucci” di Pontedera si comincia a quantificare il cambio di passo imposto dal nuovo allenatore dei Grigi. E’ presto per tessere elogi ma qualcosa si continua a vedere e, direi, i 60 minuti finali della partita di Gorgonzola, la convincente prova con il Lecco in casa e questa di oggi (domenica 23 febbraio), ne sono una testimonianza.

Si gioca possibilmente alti con una difesa imperniata sul filtro di centrocampo, si pressa, per quanto è possibile e, soprattutto, non si ha paura della bagarre (atletica) adattandosi ad un gioco veloce, poco tecnico e spigoloso, tipico della categoria. Gregucci, d’altra parte, lo ha confermato più volte, “a parte il Monza, con un organico ampio e di categoria superiore, il resto si equivale, solitamente al ribasso”. Ancora una volta si è visto un buon centrocampo con Gazzi, Sulijc e Chiarello. Più che discreta la prova anche degli esterni, specie di Celia. Resta qualche indecisione di troppo in difesa che sarebbe potuta costare molto.

In presenza di sporadiche azioni toscane nel primo tempo, e di affondo  ficcanti e pericolosi nella ripresa. E proprio da una ribattuta di Risaliti, da calcio d’angolo, è venuto il rischio maggiore.

Si era sullo zero a zero, intorno al 15’ del secondo tempo, e solo il palo ha salvato i grigi. Mancati all’appello i nostri difensori, Dossena in particolare, che in queste occasioni dovrebbero contrarre nel modo migliore. Come sempre da manuale le prove dei probi viri Cosenza e Eusepi e un encomio particolare a Martignago. Da manuale la sua esecuzione su uno dei pochissim errori della retroguardia amaranto. Controllo, leggero spostamento a destra e armonioso movimento della gamba “alla van Basten” con buon carico e ancora più precisa direzione del pallone. Per il pur valente portiere toscano Sarri …nulla da fare. Martignago, con Chiarello e Eusepi, tra l’altro, in più occasioni hanno mostrato velocità di esecuzione, precisione nei passaggi ed efficacia nell’azione.

Buon gioco che da un po’ di tempo non vedevamo più, né in casa, né fuori. Una partita che, da quel che si è visto, è stata preparata nei minimi particolari, andando a pressare sui portatori di palla avversari fin dalla loro metacampo, coprendo sulle fasce e rilanciando a volte per vie esterne, a volte “per dritto”. L’intenzione era quella di far sentire sicurezza ed esperienza, costringendo gli altri alla corsa e al fallo. Missione riuscita.

Nel primo tempo si sono sprecate occasioni propizie e, nel secondo, si è sfiorata la beffa del gol di Risaliti. Ma anche oggi qualcuno ci ha guardato con occhio benevolo di lassù e il risultato, alla fine, è stato quello più giusto. I minuti di recupero, alla fine, sembravano non finire più ma, anche in quei momenti, si è vista la mano dell’allenatore. Chiusure ordinate, attenzione e – quando possibile – ripartenze per rifiatare. Bene così.