Scalo ferroviario di Alessandria: i due milioni ci sono e Uirnet ha il via libera per il progetto (i lavori saranno effettuati da Rfi) per i treni da 750 metri [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

 

I soldi, due milioni di euro, per la progettazione del nuovo centro merci di Alessandria Smistamento ci sono. E Uirnet (organismo di diritto pubblico, costituito nel 2005, e soggetto attuatore unico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la realizzazione e la gestione della Piattaforma Logistica Nazionale Digital) è pronto per dare il via alla progettazione. Nei giorni scorsi, Rodolfo De Dominicis, presidente e amministratore delegato, ha annunciato la costituzione del Comitato direttivo che dovrà sovrintendere alla attività che porterà alla definizione del progetto che interesserà un fascio di quarantuno binari e l’area della ‘sella di lancio’ all’interno dello smistamento ferroviario di Alessandria.

Su questa zona, e non sul resto dello scalo, è previsto l’adeguamento tecnologico delle infrastrutture (i lavori saranno effettuati da Rfi, Rete ferroviaria italiana) per poter formare treni lunghi 750 metri. Non verranno né costruiti capannoni, né un interporto. L’intervento serve per fare diventare strategico lo scalo alessandrino per la formazione dei convogli con la lunghezza che è ormai lo standard nel trasporto internazionale. I treni merci da 300 metri sono quelli che arriveranno dai porti liguri, Genova per prima, consentendo di alleggerire la pressione sulle banchine e riducendo l’impatto dei tir sulle disastrate strade e autostrade liguri.

Durante il Forum Internazionale di Cernobbio l’amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, era stato chiaro. «A Genova – aveva affermato – faremo binari lunghi 750 metri a Pra’ e nel retroporto di Campasso, ma non sarà possibile farlo in altri terminal del porto. Quindi vogliamo usare Alessandria come retroporto cui inviare treni navetta dalle banchine, caricando i container sui convogli mano a mano che sono sbarcati dalle navi, portarli ad Alessandria dove saranno composti treni per le varie destinazioni italiane ed europee». L’obiettivo di Rfi è ridisegnare il reticolo dei porti e degli interporti con lo scopo di ridurre la convenienza chilometrica del treno, per portare l’ultimo miglio dei treni a cinquanta chilometri. È già possibile abbassare la soglia dei cinquecento chilometri a duecento chilometri, aumentando la lunghezza dei treni a 750 metri e rendendo più efficiente la gestione.

«La mission di Alessandria Smistamento – precisa Angelo Marinoni, esperto in mobilità, logistica e trasporti e consulenza della Fondazione Slala, Sistema logistico del nord ovest d’Italia – sarà principalmente ferroviaria e non principalmente intermodale. Arrivano le navette ferroviarie dai porti e qui vengono formati i treni. Questo non è in contrasto con centri di distribuzione dislocati in altri siti e non è in contrasto con la contemporanea presenza di centri intermodali. La quantità di flussi sarà notevole anche a parità di teu (acronimo di twenty-foot equivalent unit, unità equivalente a venti piedi, la misura standard dei container) rispetto all’attuale in una prospettiva di shift modale da gomma a ferro che deve passare da 11 a 30 per cento in dieci anni. Inoltre una compresenza di siti intermodali opportunamente distribuiti diminuisce la distanza in cui il treno diventa più competitivo della gomma».

Gli altri fondi della Bei (Banca europea per gli investimenti) e quelli previsti dal Decreto Genova, pari ad alcune decine di milioni di euro, serviranno per la realizzazione di tre piattaforme (i buffer) al servizio del sistema portuale ligure. E in almeno una di esse sarà presente un raccordo ferroviario interno (non un interporto) per consentire un maggiore interscambio tra ferrovia e trasporto su gomma.

Intanto ad Alessandria ha lasciato il segno la polemica, da parte del Pd, alla notizia dell’avvio del servizio di Cma Cgm, compagnia di navigazione francese (sede a Marsiglia) e tra le prime del mondo, con la trazione affidata a Gts Rail (impresa ferroviaria con sede a Bari, appartiene al gruppo Gts Spa), che si chiama Piacenza Rail Shuttle e che collega il porto di Genova e l’hub di Piacenza. La linea attualmente assicura il trasporto di trecento teu alla settimana. «A Piacenza arrivano le merci, mentre Alessandria sta a guardare» aveva tuonato Domenico Ravetti, consigliere regionale del Pd, al quale hanno si sono accodati altri ex amministratori piddini. Solo un numero, per capire quale sia la situazione reale. Nel 2019 il porto di Genova ha movimentato circa 2,7 milioni di teu e la portualità ligure dovrebbe arrivare nel 2026 a quasi 6 milioni di teu. Il centro logistico di Piacenza dovrebbe attestarsi a circa 16.000 teu all’anno con il servizio di Cma Cgm. In altre parole, c’è davvero spazio per tutti.