Tacchella, la competitività si misura in micron. A Cassine la nuova stagione della Grinding Technology e delle macchine “verdi” [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

La competitività corre sul filo del micron. Quello che fa la differenza di una rettificatrice totalmente made in Italy, ecologica e prodotta a Cassine dalla Grinding Technology. Lo stabilimento è quello storico della Tacchella Macchine, uno dei fiori dell’occhiello dell’industria di precisione italiana, con un passato complicato, contrassegnato da crisi e passaggi di proprietà e a un passo dal fallimento, che oggi racconta di una ripresa sia di fatturato (passato in tre anni da 5 a 15 milioni di euro), sia di occupazione (da settanta a ottanta addetti). Ma soprattutto racconta di una complessa ripartenza che nell’arco di un paio di anni ha saputo riconquistare la fiducia dei mercati italiani e stranieri, come testimoniano le nuove macchine attualmente in produzione a Cassine e destinate a clienti internazionali, oltre che nazionali.

Attualmente sono una quindicina le rettificatrici pronte per essere spedite in Russia, Cina, Francia, Marocco, Svizzera e India. Se il mercato tricolore oggi pesa il 51 per cento, si sta profilando una costante ripresa di quello internazionale grazie alla capacità di progettazione e l’elevato grado di innovazione della Grinding. A Cassine, dove vengono interamente progettate e realizzate le rettificatrici a marchio Morara (azienda nata a Bologna nel 1919) e Tacchella (fondata ad Acqui Terme nel 1921), si concentra l’intero processo produttivo (compresi i software) e qui è stato messo a punto «il piano di investimenti in ricerca e sviluppo incentrato sui principi dell’industria 4.0 e sull’ecosostenibilità della linea prodotti» sottolinea Fernando Caligaris, Managing director di Grinding Technology, la società che fa parte del gruppo internazionale Ffg, nata nel 2017 per rilanciare tre storici costruttori di macchine rettificatrici: Meccanodora (inizia l’attività a Torino nel 1961), Morara e Tacchella.

La capacità artigianale si fonde con quella industriale e oggi grazie all’innovazione che ha sempre contraddistinto le macchine Tacchella, è stato fatto un salto di qualità, presentando ad autorità e parlamentari nazionali ed europei, durante un ‘Open House’, l’ultima nata: la rettificatrice ecologica denominata Tacchella eProflex. «La macchina – spiega Dario Scazzola, Head of technology Sales – utilizza un olio biodegradabile per la lubrificazione che consente un risparmio annuo di consumi che può toccare il settanta per cento rispetto al normale olio lubrificante, con un impatto bassissimo in relazione allo smaltimento finale». Non mancano poi ottimizzazioni di processo per tutti gli automatismi, materiali innovativi e un design che riduce al massimo le manovre per il montaggio dei pezzi da lavorare.

Gli ambiti applicativi delle rettificatrici – fondamentali nell’ultimo atto del processo produttivo, servono per ottenere le tolleranze migliori e più funzionali al pezzo si cui intervengono – sono molteplici: gruppi powertrain per il settore automotive, assili (l’elemento su cui vengono montate le ruote, ndr) per il settore ferroviario, turbine per i settori energia e aerospace, macchine flessibili per la meccanica generale. Un esempio è la rettificatrice a marchio Morara realizzata per assili ferroviari dell’India. L’azienda assicura, dopo la vendita, un costante monitoraggio delle macchine e un controllo da remoto che consente di intervenire in tempo reale in presenza di un problema.

La riduzione dei consumi e il miglioramento dell’efficienza, la tecnologia innovativa e la scelta dei materiali sono gli elementi caratterizzanti, ma «per le macchine ad alto contenuto tecnologico è indispensabile il sapere umano, sono infatti le persone che fanno crescere l’azienda» commenta Luca Verre, Area sales manager. Dopo l’acquisizione da parte di Grinding, oggi in Tacchella sono entrati diversi giovani, gli ultimi sono classe 1999 e 2000, che provengono da fuori (Torino, Bologna), ma anche dall’Alessandrino.

Per capire quale sia la precisione di lavorazione, basta pensare che un micron (un milione di micron formano un metro; un globulo rosso è grande otto micron) può fare la differenza nella preparazione di un pezzo. Ed è sulla base di queste capacità che l’industria meccanica di precisione alessandrina sta conoscendo una nuova fase di ripresa e sviluppo.

Il gruppo Ffg (Fair Friend Group) dell’imprenditore taiwanese Jimmy Chu è il terzo produttore mondiale di macchine utensili (sono circa ventimila quelle installate), conta su quindici brand e ha un fatturato di 650 milioni di euro.