Cesare Maltoni protagonista di una giornata di studi tra Itis Volta e Ospedale di Alessandria

Condividere conoscenze e competenze sulla stretta correlazione tra l’ambiente e la salute pubblica tra i professionisti del settore ma soprattutto con i giovani che, come dimostrato globalmente dagli appelli di Greta Thunberg, costituiscono un interlocutore sempre più sensibile e attento alle problematiche ambientali.

È stato questo lo spirito della giornata che ha ospitato il primo seminario promosso dall’Azienda Ospedaliera di Alessandria all’interno della rassegna “La ricerca della cura” realizzato in collaborazione con l’Istituto Ramazzini che si è aperta all’Istituto Volta in una sala gremita di studenti a cui si è rivolto il Direttore Generale Giacomo Centini: “Questo evento si inserisce pienamente nel percorso intrapreso dall’Azienda ai fini del riconoscimento IRCCS che sarà dedicato proprio alle patologie ambientali. Condividere con voi temi così sensibili significa impiantare un seme di consapevolezza e conoscenza che nel futuro produrrà un impatto positivo sul territorio e sulla salute dei suoi abitanti. Il motore di tutto però sono la vostra curiosità e la passione: nella speranza che tra voi ci sia qualcuno dei nostri futuri medici, non esitate a contattarci perché grazie alla fattiva collaborazione instaurata con l’Università del Piemonte Orientale, attraverso il lavoro dell’Infrastruttura diretta da Antonio Maconi, avrete la possibilità di formarvi e fare ricerca nel nostro Ospedale”.

Dopo i saluti istituzionali, la proiezione del documentario “VIVERE, CHE RISCHIO – La coraggiosa storia del pioniere della ricerca scientifica: Cesare Maltoni, dedicato a uno dei più brillanti scienziati di questo secolo, padre della medicina ambientale e del lavoro nonché dei moderni studi di ematologia e della sensibilizzazione verso l’importanza degli screening per la prevenzione oncologica e la rilevanza delle cure palliative. “Una significativa occasione culturale ed educativa per gli studenti del Liceo Scientifico di Scienze Applicate – come l’ha definita la Direttrice Elena Dealessi – per confrontarsi con i ricercatori e trarne ottimi spunti di lavoro per un percorso di crescita stimolante e non passivo”.

Un consiglio di cui i giovani presenti in aula hanno fatto subito tesoro, animando il dibattito moderato dalla giornalista di La Stampa Silvana Mossano con domande sull’amianto e sul complesso lavoro del ricercatore.

Teatro del seminario pomeridiano è stato invece il Salone di Rappresentanza dell’Azienda Ospedaliera, dove professionisti di diverse specialità e datamanager si sono riuniti per condividere le numerose attività scientifiche condotte in Ospedale con le esperienze dell’Istituto Ramazzini. “È un onore iniziare questa serie di appuntamenti con l’Istituto Ramazzini – ha aperto Roberta Volpini, Direttore Amministrativo dell’Ospedale di Alessandria – un’eccellenza nell’ambito della ricerca oncologica e nello specifico di quella legata alle patologie ambientali, che concretizza ancora una volta il ruolo dell’Azienda Ospedaliera come promotrice di percorsi di conoscenza e alta formazione che producono un valore tangibile su tutta la comunità”.

I lavori sono poi entrati nel vivo con la presentazione del Direttore Scientifico dell’Istituto Ramazzini, Daniele Mandrioli che ha delineato le principali linee di ricerca sul legame tra ambiente e salute pubblica: “Lo studio di tutte le tipologie di amianto, condotto dallo stesso Cesare Maltoni nel 1980 su richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e della correlata insorgenza di diverse forme di mesotelioma; quello delle radiofrequenze e dell’impatto sempre maggiore che avranno sulla salute con la sperimentazione del 5G e poi le ricerche sul glifosato, i cui risultati dello studio pilota sono stati presentati al Parlamento Europeo. Ci tengo infine ha sottolineare il lato umano di questo scienziato che ha fondato il nostro istituto e al quale ritengo debbano aspirare tutti i medici, ovvero la missione di dare dignità alle persone permettendo loro di vivere in un ambiente che non le fa ammalare e di svolgere un lavoro sicuro”.

A seguire gli interventi della Dr.ssa Federica Grosso che ha illustrato il percorso diagnostico terapeutico assistenziale del paziente che si rivolge alla Struttura Mesotelioma dell’Azienda Ospedaliera di cui è Responsabile, fatto di stretta connessione tra ricerca e assistenza, con un occhio di riguardo per gli aspetti psicologici e le cure palliative, e il Dr. Massimo D’Angelo, Responsabile del Centro regionale per la ricerca, la sorveglianza e la prevenzione dei rischi da amianto (Centro Sanitario Amianto) ASL AL, che invece ha portato l’esempio virtuoso della bonifica del sito di Casale Monferrato come azione di prevenzione per evitare che gli abitanti di questa cittadina, già così duramente colpita dal mesotelioma, rimangano ulteriormente esposti alla cancerogenicità dell’amianto.

In chiusura le parola di Antonio Maconi, Responsabile dell’Infrastruttura Ricerca Formazione Innovazione dell’Ospedale di Alessandria: “L’Azienda Ospedaliera ha recentemente stipulato una convenzione quadro con l’Istituto Ramazzini, che segue quella firmata con l’Istituto Mario Negri, due tra i principali partner europei sulle patologie ambientali. Lo sviluppo, altamente strategico, di creare collaborazioni nell’ambito della ricerca traslazionale in tema di mesotelioma e tumori rari è finalizzato a riunire le competenze necessarie a promuovere la progettazione e l’esecuzione di progetti di ricerca multidisciplinari in tali ambiti, per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici anche personalizzati alla malattia, attraverso la ricerca di base applicata, nell’ottica del riconoscimento IRCCS”.