Librerie in crisi a causa dei nuovi canali distributivi? No, sono gli italiani che leggono sempre meno [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

“Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.“

Così lo scrittore barcelloneta Carlos Ruiz Zafón descrive la sensazione di David Martin, il protagonista de “Il gioco dell’Angelo”, nell’entrare in uno dei luoghi principali in cui si dirama il romanzo.

Del resto le librerie hanno costituito a lungo non solo uno spazio commerciale, ma un vero e proprio punto di ritrovo, dove il libraio dispensava consigli per gli acquisti, ma si soffermava anche con i clienti (che talvolta poi diventavano frequentatori abituali) a discutere di politica, di società e di letteratura. Erano, in un certo qual modo, un riferimento culturale per un quartiere o per una città.

Oggi, complici la crisi del commercio, il caro affitti nei centri storici, la concorrenza dei centri commerciali e dell’e-commerce, la diffusione delle nuove tecnologie e degli eBook, molte librerie hanno tirato giù la serranda. Proprio questa settimana Paravia, la storica libreria di Piazza Albarello a Torino, ha annunciato la chiusura.

L’associazione dei librai italiani lancia un campanello d’allarme: negli ultimi cinque anni in Italia sono state chiuse 2.300 librerie.

Tuttavia da una ricerca AIE emerge come le librerie costituiscano ancora il principale canale attraverso cui gli italiani acquistano libri, anche se la situazione è profondamente mutata negli anni, passando dal 79% delle vendite nel 2007 al 69% nel 2018.
Certo ne è cambiata la tipologia: il 41% di esse sono indipendenti, il 27% di catena e le restanti in franchising.

Ma vi è soprattutto un fattore che incide: si legge sempre meno, e in misura minore rispetto agli altri paesi europei. Solo il 40,6% degli italiani ha letto almeno un libro durante l’ultimo anno, e ben una famiglia su dieci non ha nessun libro in casa.

In Piemonte, sebbene la lettura sia il consumo culturale più diffuso e in crescita, non si arriva a toccare la quota del 50% di persone che abbiano letto almeno un libro, fermandosi al 48% circa.

E nella nostra provincia resistono le librerie?

Ce ne sono 6,8 ogni 100.000 abitanti, un dato non trascurabile, considerata la dispersione della popolazione.

Un po’ nostalgici quel piccolo mondo antico che erano le nostre città negli anni’80/90, riusciamo a trovare certezze nel permanere di alcune delle storiche librerie, seppure rimodernate ai mutamenti degli stili vita, cui si affiancano quelle di catena e in franchising.