Le imprese alessandrine? “Abbastanza fortunate” per Confindustria, anche se la fiducia si raffredda. Confronto aperto fra aziende e scuola per i professionisti di domani [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

«Siamo abbastanza fortunati rispetto alla media regionale e nazionale». Maurizio Miglietta, presidente di Confindustria Alessandria, sintetizza così i risultati della edizione numero 181 dell’indagine congiunturale trimestrale. Le previsioni per i primi tre mesi dell’anno infatti sono «ancora positive, seppure più caute in un clima di fiducia più freddo, a fronte di uno scenario economico nazionale ed estero influenzato da criticità». Migliatta parla dei principali indici che «rimangono sopra lo zero, nonostante una complessiva discesa dei valori», mentre l’export continua a essere «il punto di forza, ma da diverse indagini gli imprenditori ne segnalano stabilità, e non attese di forte crescita». Positivo il fatto di mantenere «robuste prospettive di investimento e buoni portafogli degli ordini», però in alcuni settori non mancano le difficoltà, a partire dalla meccanica e con la plastica «alle prese con la complessa vicenda di una imposizione che rischia di danneggiare fortemente un settore da noi molto forte e molto attento alla sostenibilità».

Ma la riflessione più articolata è sul mercato del lavoro. «Le aziende alessandrine ci credono e assumono personale. E una ricerca non indifferente è quella che avviene nel settore orafo» rileva Miglietta. Però il problema rimane sempre lo stesso: manca la manodopera specializzata, alcune figure rimangono introvabili, per altre ancora il mondo della scuola e della formazione non è in grado di sfornare specialisti con la rapidità che invece chiede il mondo delle imprese. Per questo motivo, Confindustria Alessandria ha organizzato una serie di incontri con l’Ufficio scolastico provinciale e i dirigenti scolastici dei maggiori istituti superiori per mettere a punti un percorso comune per migliorare formazione e didattica. «Bisogna fare conoscere a studenti e famiglie cosa c’è sul territorio, quali sono le realtà imprenditoriali in crescita, quali le figure professionali necessarie. Dobbiamo mettere a fuoco gli strumenti necessari per assicurare un soddisfacente incrocio fra domanda e offerta di lavoro, con un sistema di formazione coerente. A Valenza, grazie alla Fondazione ‘Mani intelligenti’ è stato avviato un processo che – aggiunge Miglietta – può rappresentare un valido esempio di rapporto fra imprese, scuola e formazione».