Grigi sconfitti di misura anche a Renate: tutta la partita in due azioni

print

di Pier Luigi Cavalchini
www.cittafutura.al.it

 

 

L’allenatore Scazzola era stato chiaro prima di iniziare Renate – Alessandria: “Troveremo una squadra quadrata che sa come stare in campo”. E così è stato. Due compagini simili per molti aspetti con un centrocampo fittissimo e con difese – solitamente – sicure.

A fare la differenza sono stati gli episodi. Quello capitato sui piedi di Sartore poco prima del 20esimo minuto, avrebbe potuto portare avanti i Grigi e permettere un gioco ben diverso agli “orsacchiotti”. Purtroppo però il colpo a seguire è stato intercettato dal portiere (Satalino) e non ha trovato nessuno a centro area pronto al tap-in. E questo è il primo episodio, negativo per l’Alessandria.

Il secondo, invece, sta nel DNA della squadra grigia: ogni tanto ci si addormenta e, specie sulle palle alte, si prendono gol da “quajaster”. L’elevazione di Guglielmotti è ammirevole ma, in mezzo a tre “grigi” (quest’oggi in maglia rossa) ci si sarebbe aspettato di più. Un errore già visto altre volte, per esempio a Monza, e che fa pensare.Goal decisivo, che regala tre punti ai padroni di casa del Renate.


Un dato è certo, Prestia non sempre riesce a “prenderle” di testa e, in media, nonostante un super Cosenza, non si compete con chi è una spanna più alto.

Gli innesti dei due nuovi, Di Quinzio e Eleuteri, purtroppo, non ha dato i frutti sperati e, nonostante una prova volonterosa i nuovi acquisti non sono stati in grado di cambiare il match.

Qualche pericolo sulle ripartenze lombarde i “grigi” lo hanno ancora corso, con Grbac al 32esimo e con Galuppini al 60esimo. Niente di particolare, per un attacco che, sulla carta, prometteva faville. Le grane sono state tutte nostre, visto che ci siamo fatti ingabbiare in una ragnatela fittissima, fatta di giocatori magari non particolarmente tecnici, ma tenaci e fisicamente prestanti. Infatti, la barriera della loro difesa ha funzionato fino al 94esimo, così come il filtro di centrocampo.
Una partita che si sarebbe potuto vincere e che non abbiamo nemmeno pareggiato.

Il “come” è presto detto: Casarini e Castellano, oggi un po’ al di sopra delle ultime prestazioni, avrebbero potuto costruire meglio vie veloci di attacco per un discreto Arrighini e per un Sartore ancora una volta evanescente anche se pieno di volontà. Forse con forze nuove innestate prima avrebbero avuto miglior sorte.

Eleuteri in difesa, vista la corporatura, potrebbe essere la chiave di volta per evitare “errori aerei” come quello di oggi e, allo stesso modo, alcuni spunti dell’ex Pisa Di Quinzio hanno fatto capire che sarebbe il caso di metterlo dal primo minuto, tenendo Sartore per la “ripresa”. Certo, “del senno del poi ne sono piene le fosse…” ma così stanno le cose.
Forse oggi con un pizzico d’azzardo in più e qualche cambio anticipato avremmo per lo meno pareggiato. Ma c’è tempo per recuperare punti.
Due note poco positive, comunque, sono doverose. Non eccezionali, per usare un eufemismo, le prove di Chiarello e, soprattutto, di Eusepi. Il primo probabilmente tartassato dalla “guardia” avversaria, il secondo un po’ “svogliato”. Ma anche per loro ci sarà modo di recuperare.

Le prossime occasioni non possono, pero’, essere “schifate”. Ne va della posizione favorevole di classifica che, comunque, ancora riusciamo a tenere. Ma siamo pronti per un vero salto di qualità?