Borsalino, contestata la bancarotta fraudolenta. Nel mirino è il marchio della storica azienda [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

È stato uno dei passaggi più critici della vicenda Borsalino e maggiormente nel mirino della magistratura. Ora, concluse dopo due anni le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura di Alessandria, sul fallimento della Borsalino Giuseppe & Fratello Spa arriva la contestazione di numerosi reati, a carico di diversi soggetti, e fra questi anche la bancarotta fraudolenta.

La vicenda ruota intorno alla compra-vendita del marchio, valutato nel febbraio 2018, 17,5 milioni di euro. La storia, particolarmente complessa, è iniziata nel 2008 con la vendita del marchio da Borsalino al Mediocredito italiano, da cui la società di Philippe Camperio, la Haeres Equita (sede legale a Valenza), lo acquista. A giudizio della Guardia di Finanza il trasferimento della proprietà del marchio è avvenuta in violazione della legge fallimentare e ha creato un grave danno ai creditori della Borsalino e alla stessa azienda. Sequestrato nel febbraio 2018, il marchio è stato restituito nel giugno dello stesso anno a Camperio in seguito a un accordo transattivo tra le parti.

Cosa era accaduto in quella fase particolarmente difficile per la storica fabbrica di cappelli di Alessandria? L’imprenditore italo-svizzero, che era sceso in campo per salvare il salvabile di una azienda travolta dal crack della galassia societaria dell’astigiano Marco Marenco, si era visto respingere due proposte di concordato, ma aveva acquistato il marchio, però l’operazione, rilevava il collegio della sezione fallimentare (Caterina Santinello, presidente; Eleonora Bortolotto; Pier Luigi Mela) del Tribunale di Alessandria, aveva di fatto «svuotato l’asset principale dell’azienda» con Mediocredito (cui la vecchia società, in grave situazione finanziaria, aveva ceduto il marchio poi prendendolo in lease back dallo stesso istituto di credito) che ottiene il 100 per cento di un credito chirografario, Haeres che acquista l’asset impedendo qualsiasi competizione e Borsalino che paga il debito di pertinenza di Haeres». L’impianto che aveva smantellato l’intera proposta di concordato parlava di «costante e continuo finanziamento posto in essere da Borsalino a Haeres (dai canoni di affitto ai prelievi di magazzino)» e di «palese ed evidente aggiramento» delle norme della legge fallimentare dirette a impedire la presentazione di concordati ‘chiusi’ o ‘preconfezionati’ che «sottraggono gli asset aziendali di maggiore rilevanza all’apertura e alla competizione del mercato».

Dopo l’opposizione al concordato preventivo da parte del Tribunale di Alessandria, la Haeres ha cessato di corrispondere i pagamenti dei canoni di leasing per l’uso del marchio, provocando così la revoca del contratto ma, dopo pochi giorni, la stessa Haeres aveva acquistato il bene direttamente da Mediocredito, che ha corrisposto alla Borsalino, locataria del marchio, un importo definito assai inferiore al suo valore residuo. Le indagini hanno rilevato che, nonostante gli amministratori di Borsalino fossero a conoscenza degli omessi pagamenti, non hanno esercitato le azioni necessarie a tutelare i diritti di credito della società contribuendo, in tal modo, a creare le condizioni determinanti per la risoluzione del contratto di leasing e il successivo acquisto del brand.

In base alla ricostruzione degli inquirenti, il trasferimento della proprietà del marchio avvenuto con queste modalità ha permesso l’aggiramento della procedura competitiva prevista dalla legge fallimentare, cessione del bene al miglior offerente. Una situazione che secondo gli inquirenti ha provocato «un grave danno patrimoniale per i creditori della Borsalino che, intervenuto il fallimento, pativa un gravissimo depauperamento economico».

Dalla società che oggi guida la Borsalino è arrivata una nota che recita così: «Philippe Camperio, amministratore di Haeres Equita Srl, è certo di poter chiarire alla Procura di Alessandria i fatti inerenti la propria posizione, così dimostrando la piena legittimità e correttezza del proprio operato. Ritiene, pertanto, che sussistano tutte le condizioni per poter pervenire in tempi ragionevoli ad una positiva chiusura della vicenda in ogni suo aspetto. Inoltre, va ricordato che Haeres Equita ha acquistato, ad agosto del 2018, dal predetto fallimento l’azienda di Borsalino, così preservandone il know-how, con l’obiettivo di rilanciare il marchio a livello nazionale ed internazionale, mantenendo la produzione diretta ad Alessandria e così garantendone i livelli occupazionali».