Le zone artigianali, il Comune di Alessandria e la creatività. Ma alle volte basta solo la buona volontà e una organizzazione efficiente [Centosessantacaratteri]

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di Enrico Sozzetti

 

Una volta c’era la ‘finanza creativa’. E ad Alessandria potrebbe sbarcare ‘l’amministrazione creativa’. In tempi di risorse ridotte al lumicino, (quasi) tutto sembra possibile e così l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Alessandria, Giovanni Barosini, ha dichiarato a un giornale locale che sta valutando una proposta presentata dall’Unione artigiani Spa per la zona artigianale D3 (nella storica foto, scattata al termine della realizzazione del primo lotto). In sostanza, l’associazione ha presentato uno studio relativo ai lavori da fare per la manutenzione delle strade, dei marciapiedi, delle aree verdi e dell’illuminazione rispetto ai quali lascia intendere di essere pronta (pare d’intesa con gli insediamenti presenti sull’area) a farsi carico dei lavori, però in cambio di sgravi fiscali da parte del Comune. L’articolo indica in due milioni di euro l’ammontare delle imposte che sarebbero versate ogni anno a Palazzo Rosso.

E Barosini che dice? In modo diplomatico parla di interesse per la proposta e della necessità di approfondire gli aspetti giuridici e normativi. Però a un certo punto si pronuncia in modo esplicito rispetto al possibile «sgravio per il Comune» e all’opportunità per le imprese dell’area di agire in modo più autonomo per la valorizzazione delle attività della zona D3.

I privati possono certamente avanzare proposte, però che un assessore si pronunci in modo abbastanza esplicito nei confronti di una idea che vedrebbe, se mai attuata, calare in modo netto le entrate, solleva un po’ di perplessità. Anche perché, se andasse in porto, significherebbe ‘privatizzare’ una intera area artigianale, facendola passare dal pubblico al privato. Altrimenti non avrebbe senso nemmeno discutere dell’idea. Una strada davvero praticabile?

Forse però sarebbe più opportuno migliorare la macchina organizzativa comunale, controllando in modo più rigoroso le attività, i cantieri e la programmazione. La latitanza degli interventi di manutenzione è anche il frutto di un mancato controllo del rispetto della programmazione dei lavori. Anni fa, proprio in relazione alla eterna questione del mancato taglio dell’erba nelle aree artigianali e industriali, un assessore rispose a chi scrive: “Gli uffici mi hanno assicurato di essere intervenuti”. La risposta è stata: “Assessore, ma lei un sopralluogo in D3 lo ha fatto?”. La replica: “No, in effetti”. L’assessore un giro lo fece dopo qualche giorno e per miracolo l’erba venne tagliata. Semplicemente ‘gli uffici’ avevano detto una cosa, ma la realtà era ben un’altra. Certo, non è pensabile che si debba controllare tutto di persona. Ma nemmeno pensare di abdicare a un ruolo pubblico solo perché abbagliati da un possibile risparmio.

Nelle imprese private l’ottimizzazione dei processi produce risparmi, efficienza e migliora la competitività. Non è scritto da nessuna parte che l’amministrazione pubblica non debba fare altrettanto al suo interno.