Festa di Sant’Antonio: l’Ospedale 25 anni dopo l’alluvione

“25 anni fa l’emergenza alluvione: come eravamo e cosa è cambiato”. Questo il tema della seconda giornata di celebrazioni per Sant’Antonio, che ha visto i protagonisti stessi di quel tragico evento ripercorrere gli attimi di emergenza e paura ma anche e soprattutto di solidarietà, coraggio e ricostruzione. Grazie infatti alle testimonianze di Massimo Brusasco, Piero Bottino, Dante Ferraris, Massimo Desperati, Claudio Pesce, Antonio Maconi e i numerosi cittadini e professionisti aziendali che hanno voluto condividere i propri ricordi, i presenti sono stati catapultati nel 1994 attraverso racconti, immagini, video e registrazioni audio.

Il Direttore Generale Giacomo Centini ha ricordato nei saluti: “Ripercorrere quei drammatici attimi della storia recente ci permette di ragionare sulla resilienza dell’Ospedale e dell’intera città che ha saputo rialzarsi ancora più forte, facendo tesoro di quanto accaduto per rinnovarsi e guardare al futuro con maggiore consapevolezza”.

Un pomeriggio di memoria ma anche di slancio e stimolo che ancora una volta ha sottolineato la stretta collaborazione dell’Azienda Ospedaliera con tutte le istituzioni del territorio e come questa sia sempre stata al centro delle azioni solidali di tutti i cittadini: “Ricordo con piacere la mobilitazione dei volontari e del personale dell’ospedale per rispondere all’emergenza. – ha affermato il Vicesindaco di Alessandria Davide Buzzi Langhi – Una situazione che ci ha permesso di trarre insegnamento per delle best practice, tra cui figura certamente la nuova organizzazione della protezione civile, ma che ci ha fatto anche comprendere come solo l’unione e la sinergia possa produrre un meccanismo virtuoso che oggi ci permette di avanzare nel progetto ambizioso dell’Irccs”.

Un tema, quello delle patologie ambientali – a cui sarà dedicato proprio l’Irccs – e dei cambiamenti climatici, che ha molto a cuore anche l’Università del Piemonte Orientale e su cui, davanti alle immagini dell’acqua che ha invaso ogni cosa, ha riflettuto il Magnifico Rettore Gian Carlo Avanzi: “La sostenibilità ci deve riguardare tutti da vicino, in primis in qualità di abitanti di questo pianeta e poi come istituzione: l’Università ha infatti recentemente ridotto l’utilizzo quotidiano della plastica perché solo attraverso la ricerca e i piccoli gesti si possono produrre grandi cambiamenti”. Parole di auspicio a cui si è infine aggiunto il ringraziamento del Presidente della Provincia Gianfranco Baldi a tutti gli operatori sanitari e ai volontari che durante quei giorni, pur co scarsi mezzi a disposizione, compirono gesti straordinari.

L’Ospedale, cuore della Città, fortemente colpito il 5 e il 6 novembre 1994, ha voluto quindi ricordare l’alluvione soprattutto per il bagaglio di memoria che porta con sé e per farne tesoro per il futuro. Molti infatti i ricordi emersi a seguito della tavola rotonda: Elisabetta Campese, all’epoca ostetrica, ha evocato l’immagine dei corridoi illuminati solo dai lumini comprati dai papà presenti in Ospedale quella notte, Biagio Polla ha spiegato di come fu il primo medico a entrare con il trattore al Borsalino ormai da tempo isolato, Elio Tamburelli ha raccontato come ha cercato di rivolvere il problema della mancanza di elettricità, Antonella Bittolo, tecnica del centralino, diventato un punto di riferimento per le comunicazioni tra l’ufficio tecnico, i direttori, gli operatori, i volontari e le forze dell’ordine e infine il presidente dell’Associazione Idea Paolo Berta che ha visto nell’alluvione un’occasione di riscatto e innovazione battendosi per la trasformazione del Borsalino nel Centro di Riabilitazione di altissimo livello quale è oggi.