Il culto di Santa Varena a Villa del Foro [Alessandria in Pista]

di Mauro Remotti

 

Il piccolo borgo di Villa del Foro annovera la presenza di ben due santi[1]: Baudolino e Varena[2]. San Baudolino, patrono di Alessandria[3], è sicuramente più noto, sebbene il culto di Santa Varena sia più antico risalendo infatti al IV secolo d.C.

Santa Varena potrebbe corrispondere a Verena di Zurzach, nata a Tebe da famiglia benestante intorno al 260, che si convertì alla religione cristiana grazie al vescovo Cheremone di Nilopolis. Dall’Egitto si recò in Italia in qualità di vivandiera della Legione tebea che verrà in seguito sterminata su ordine dell’imperatore Massimiano nella località di Agaunum (l’attuale Saint-Maurice). Varena accorse per curare i feriti scoprendo di possedere doti taumaturgiche. L’ultima parte della sua esistenza la passò sulle alpi svizzere (dove si trova la sua tomba)[4] dedicandosi alla cura dei poveri e dei lebbrosi.

Il sorgere della devozione nei confronti di Varena a Villa del Foro è avvolto nel mistero. Sino al diffondersi del cristianesimo, gli abitanti praticavano antichi culti pagani utilizzando come altare una particolare pietra (forse un menhir singolo o parte di un complesso megalitico) situata al di fuori dell’abitato, probabilmente nella regione di Parasio.

La leggenda più conosciuta narra che durante il suo peregrinare Santa Varena fece tappa a Forum Fulvii proprio nel momento in cui si stavano celebrando cerimonie magiche sopra il grosso megalite. Lo sollevò allora con la forza della fede scagliandolo al centro del villaggio. Si rivolse quindi agli abitanti pregandoli di costruire in quel punto una chiesa.

Esistono ovviamente numerose varianti del racconto, che sono state raccolte “sul campo” da Franco Castelli. Una di queste riferisce che Varena si riposò presso la cascina Parasio, appoggiando a terra la pesante pietra che portava sempre con sé. Al momento di riprendere il cammino, chiese aiuto a un bovaro, il quale non fu però pronto a darle una mano. Sollevato da sola il masso, Varena riprese il viaggio collocandolo nel luogo dove sarà poi costruita la chiesa parrocchiale. Secondo un’altra versione, la pietra venne sistemata a un crocevia creando una disputa per il suo possesso tra i paesi di Villa del Foro, Oviglio e Cantalupo. Al fine di risolvere la contesa, il masso fu sistemato sopra un carro a cui vennero attaccati due torelli che si mossero speditamente verso Villa.

Ad avviso del settimanale Cronache Alessandrine, Letture domenicali di Fra Chichibio, del 16 luglio 1863[5], Santa Varena sarebbe arrivata dal lontano Egitto sino a Villa del Foro portando sul capo un grosso macigno “cui appena venti uomini nerboruti sollevar potrebbero” posizionandolo esattamente dove ora è ubicata la chiesa del paese. Infine, un’anacronistica narrazione popolare riporta che Varena si fermò a Villa per tre giorni incontrando San Baudolino al quale lasciò in ricordo, oltre alla pietra, anche il dito medio della mano destra. In effetti, la reliquia della santa è tuttora conservata in una teca d’argento.

Ancora oggi, nelle vicinanze della scalinata della chiesa parrocchiale (precisamente sul lato sinistro, in basso), è possibile  scorgere un grande masso di granito incastonato nel muro. Si dice che appoggiando la parte del corpo dolorante si riesca a provare sollievo, in particolare per il mal di schiena, i dolori reumatici e artritici[6]. Le virtù guaritrici sono però a beneficio soltanto delle donne, che dopo aver fatto il segno della croce, pronunciano in vernacolo la formula di rito: “Santa Vareina, Santa Varesina famme passè l’mal de scheina” (Santa Varena, Santa Varena fammi passare il mal di schiena).

Ad avviso dello studioso Roberto Gremmo, lo stesso nome Varena potrebbe derivare dal termine dialettale “vareina” che significa appunto “guaritrice”.

La festa della santa viene celebrata a Villa del Foro il primo di settembre di ogni anno con una solenne processione[7].

 

[1]Giuseppe Dagna, Villa del Foro, un paese con due Santi,WR Edizioni, 1989

[2] La bibliografia riguardante Santa Varena, al contrario di quella su San Baudolino, non è particolarmente ricca. Vedi: Franco Castelli, Il culto magico-terapeutico di Santa Varena a Villa del Foro, Provincia di Alessandria, n.4, 1979, e Mauro Remotti, Varena “guaritrice”, La Voce Alessandrina n.29 del 26 luglio 2018.

[3]San Baudolino è vissuto nell’VIII secolo ai tempi del re longobardo Liutprando.

[4]La tomba di Verena testimonia le prime presenze del cristianesimo in Svizzera. Il monastero, eretto nel secolo X, divenne subito meta di pellegrinaggi.

[5]Fra Chichibio (pseudonimo di Carlo A-Valle), Tradizioni patrie. Il sasso di Santa Varena, Cronache alessandrine, n.8, 16 luglio 1863, pp.60-61.

[6]La litoterapia “dechelatrice” è una metodica terapeutica basata sull’uso di minerali e rocce, diluiti e dinamizzati secondo il metodo omeopatico.

[7]Nel 2018 si è festeggiato il bicentenario della costruzione della statua in suo onore commissionata a Milano dall’allora parroco don Giovanni Andrea Robotti