Presepe o albero di Natale? [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

 

Presepe o albero? Nelle case degli italiani ognuno perpetua la sua consuetudine: c’è chi predilige il primo, chi il secondo, chi, non sapendo o non volendo scegliere, allestisce entrambi.

La tradizione del presepe risale a San Francesco d’Assisi, che nel 1223 a Greccio la notte di Natale, dopo aver ottenuto l’autorizzazione di Papa Onorio III, mise in scena il primo presepe vivente.

Fu Arnolfo di Cambio, scultore e architetto toscano, a raffigurare nel 1283 la prima natività con i Magi attraverso otto statue lignee, conservate ancor oggi a Roma nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

Nei secoli successivi in Toscana e nel Regno di Napoli si consolidò tale tradizione, cui fece seguito la formazione di laboratori artigiani.

L’Italia oggi rimane leader mondiale nella produzione di statuine natalizie, la cui produzione è concentrata a San Gregorio Armeno, la celebre via di Napoli dove si possono trovare personaggi di ogni tipo, in Lucchesia, Val Gardena, nel Leccese, a Caltagirone, in Sicilia, e a Faenza, in Emilia.

L’albero riprende una antica usanza pagana dei popoli germanici, fatta propria dal cristianesimo, quando San Bonifacio sostituì alla quercia considerata l’albero di Thor l’abete, considerato “l’albero del Cristo-bambino”, con i suoi sempre verdi aghi, simbolo di vita eterna.

Secondo la Coldiretti l’81% delle famiglie italiane addobba un albero, scegliendo per la maggior parte (il 70%) un albero di plastica, riutilizzabile gli anni successivi.

Passando agi abeti naturali, fanno parte della produzione florovivaistica che in Italia vale 2,6 miliardi di euro di fatturato (pari al 5% della produzione agricola nazionale), di cui 1,3 miliardi sono da imputare al comparto vivaistico e altrettanti a quello floricolo. Il settore dà lavoro a 100.000 addetti.

Il comparto vivaistico occupa una superficie di 27.577 ettari con 10.844 aziende: il Piemonte con i suoi 2.555 ettari è la quarta Regione italiana per estensione (conta 916 aziende), e la provincia di Alessandria occupa un ruolo rilevante all’interno della produzione regionale, con quasi 1.015 ettari e 115 aziende. I grossisti sono 5, mentre il commercio al dettaglio vede la presenza di 113 aziende.

Se si vuole acquistare un abete naturale c’è quindi solo l’imbarazzo della scelta e, optando per uno con le radici, lo si può ripiantare appena dopo l’Epifania, consuetudine che i bambini nati e cresciuti in campagna conoscono bene, decenni prima che i Fridays for Future prendessero piede, con un messaggio che perpetua il senso del Natale e abbellisce il paesaggio.