Panettone ‘punta di diamante’ di un settore da 13 mila addetti in Piemonte [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

L’8 dicembre si è aperto il calendario dell’avvento, un periodo ricco di celebrazioni religiose e non che si susseguono fino al 25 dicembre per poi proseguire fino all’Epifania.
Grandi e piccini si ritrovano ad addobbare alberi e ad allestire presepi; le strade si abbelliscono di luminarie ricercate che, in alcuni casi sono anche Luci d’Artista.

Ma, soprattutto, l’umanità sembra pervasa da una strana frenesia nella corsa ai regali e alle cene d’auguri. Quella stessa frenesia che aveva fatto dire al bue e all’asinello di Buzzati, tornati sulla Terra dopo quasi due millenni, che di Natale “ce n’è troppo”.

E tra i riti e le tradizioni delle feste natalizie, quello dei dolci da presentare in tavola o da regalare è certamente tra i più diffusi e antichi. Si narra, infatti, che il panettone risalga al 1.400, quando uno sguattero al servizio di Ludovico il Moro, il 24 dicembre dopo aver bruciato il dolce preparato per la cena degli Sforza, sacrificò il panetto di lievito madre, che avrebbe dovuto utilizzare per il suo Natale, aggiungendo zucchero, farina, uova, uvetta e canditi, ottenendo un impasto molto lievitato e soffice, molto gradito al duca, che lo chiamò “Pan de Toni”.

Il primo panettone industriale nasce appena dopo la prima guerra mondiale, quando Angelo Motta, nel capoluogo lombardo apre il suo forno per poi passare alla produzione su larga scala.

Anche in Piemonte, noto per la sua tradizione dolciaria, ben presto si diffonde tale tradizione: Angelo Balocco apre una pasticceria a Fossano e Pietro Ferrua a Pinerolo, dove produce il panettone Galup, che in dialetto significa appunto goloso.

Ancor oggi nella nostra Regione a livello industriale e/o artigianale si sfornano moltissimi panettoni, pandori e ogni genere di biscotto per le festività natalizie: sono più di 2.550 le imprese operanti nel settore della fabbricazione di prodotti da forno e farinacei, di cui più di 300 con sede in provincia di Alessandria, per un totale di quasi 13.000 addetti (1900 nella nostra provincia).

Leader sono due storiche aziende cuneesi, Balocco e Maina. che nel 2018 fatturano rispettivamente 166 e 91 milioni di euro, ma sta crescendo il mercato di piccole e medie aziende artigiane che eccellono per la qualità del prodotto.

E se i poveri bue e asinello non hanno molto da rallegrarsi per la trasformazione consumistica del Natale rispetto al significato religioso, possono invece consolarsi con qualche prelibatezza da forno, che però consente alle famiglie di chi ci lavora di trascorrere delle feste serene.