Sindaci martiri e sardine esca [Le pagelle di GZL]

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di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Al giorno d’oggi il sindaco di una comunità deve essere dotato di attributi d’acciaio, e di una vocazione al martirio, perché guidare un comune è diventato compito pericoloso, aggravato da responsabilità, rischi e burocrazia. A leggere certe notizie c’è da chiedersi se questo sia ancora un paese normale: “In sette nei guai per terre e rifiuti alluvionali gestiti senza autorizzazione. Tra gli imputati che devono rispondere della contravvenzione al decreto legislativo in materia di rifiuti anche il sindaco di Castelletto d’Orba”.
Ma che reato avrebbe commesso questo povero diavolo di Sindaco? Ha rubato? No! Si è fatto corrompere? No! Ha presentato bilanci fasulli? No! Ha contravvenuto, causa eccesso di burocrazia, al decreto legislativo 156 del 2006, per aver “consentito ed effettuato attività di raccolta, trasporto, recupero e gestione non autorizzata di rifiuti alluvionali costituiti da terre e rocce di scavo”. Si tratta della piena dell’autunno 2014, che ha prodotto ingenti quantitativi di terra e materiali alluvionali che erano accumulati in varie zone del paese e, in emergenza, poi, depositati nel parcheggio attiguo al palazzetto dello sport del paese. Riporto: “Dal deposito davanti al palazzetto (peraltro legittimo secondo il Protocollo di gestione dei fanghi e dei detriti, elaborato proprio dall’Arpa), una parte di materiale era stata trasferita in discarica; per quella residua era stato autorizzato l’utilizzo come riempimento in una proprietà privata, ma solo dopo che il Comune aveva ordinato delle analisi in un laboratorio privato, il quale aveva escluso fosse inquinante”. Dove sta l’inghippo? Mancava il documento di comunicazione all’Arpa. Ora, questo sindaco e altri sono a processo per un “reato” burocratico per l’alluvione 2014, e in questi giorni ci risiamo: “Castelletto d’Orba alluvionato come cinque anni fa”.
Domanda: come si dovrà comportare per non dimenticare qualche scartoffia e ritrovarsi indagato? Se lascerà fango, detriti e rifiuti alluvionali si beccherà una denuncia, se ripristinerà dovrà dotarsi di un super revisore molto preparato atto ad indicargli ogni passo da fare. Quindi i sindaci che in questi giorni hanno le proprie comunità colpite dal maltempo, con frane e alluvioni, dovranno stare molto attenti, armarsi di attenzione e pazienza, e combattere anche contro il sistema ‘incancrenito’ della burocrazia. Se non cambiano davvero le cose, d’ora in poi alla domanda: “Accetti l’incarico a sindaco?” la risposta di qualsiasi persona seria e perbene sarà: “No grazie!”
Voto: 2

 

 

2) Lunedì 2 dicembre è andato in onda su Rai/3 Report un servizio sul Polo Chimico Solvay: “Report riaccende i riflettori sul polo chimico di Spinetta”.
Molto si sa, perché sono anni che puntualmente gli organi di informazione trattano la preoccupante situazione di Spinetta e dintorni. Il dilemma è sempre quello: salute o lavoro? Ma anche: a fronte di grandi fenomeni di inquinamento ambientale che hanno profonde radici nel passato (si pensi anche, in questi mesi, alla vicenda Ilva), e che non possono essere cancellate da nessuno dalla sera alla mattina, che ha senso fare?
Sono scelte difficili, ma forse il binomio lavoro (e quindi occupazione) e salute non è impossibile. Alle industrie basterebbe rispettare i dettami degli Enti preposti, come ad esempio l’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche). Una Agenzia nata nel 2007 con sede ad Helsinki, Finlandia, con lo scopo di disciplinare le sostanze chimiche e i biocidi sul mercato dell’UE. L’ECHA tratta i fascicoli in materia di sostanze chimiche dell’industria e ne verifica la conformità alla normativa insieme ai governi nazionali della UE, concentra l’attenzione sulle sostanze più pericolose, nei casi in cui potrebbe essere necessaria una gestione rafforzata dei rischi per proteggere le persone e l’ambiente. L’ECHA è arrivata solo nel 2007, e sappiamo bene che, nei decenni precedenti, le regole erano certamente meno rigide, come pure forse la tendenza ad applicarle. Il ‘bubbone’ del cromo esavalente esplose alla fine di maggio del 2008 grazie alla segnalazione di privati, e mi meravigliai dello stupore degli enti politico istituzionali amministrativi, e degli enti di controllo e universitari. Tutti ‘caddero dalle nuvole’, me lo ricordo benissimo. Allora si parlava di cromo esavalente, che aveva inquinato terra e acqua, ora viene fuori un elenco di sostanze non so quante preoccupanti, non essendo un’esperta: polimeri – floruri – nichel- piombo – mercurio – solfati – toluene – tetracloroetilene – tricloroetilene e chissà che altro. Ricordo di un conoscente che anni fa, alla sera innaffiò stupendi pomodori cuore di bue, e il mattino li trovò vuoti, con la buccia gialla rinsecchita. Ci sarebbe molto da dire, ma come nel mio stile inserisco riferimenti per chi vuole conoscere. Qui la puntata di Report. Aggiungo dal mio archivio: 23/10/2008 “Intervista Oreste Rossi su Cromo Esavalente a Spinetta Marengo”.
Anche questo articolo è interessante: 26 Novembre 2013 “Rossi senza freni: “a Spinetta anche i muri sapevano del cromo”.
Il polo chimico è già stato al centro di un lungo processo, che ovviamente non intendo ricostruire qui. La mia impressione di cittadina è che per decenni non pochi sapessero, e abbiano taciuto. Perchè non avevano prove certe, ovviamente, ma anche appunto per non scatenare quella contrapposizione tra lavoro e salute che rivediamo oggi, nelle cronache, all’Ilva di Taranto. Come se ne esce?
Voto: 2

 

 

2) Tempo da sardine, anche ad Alessandria. La nuova formazione politica (chissà se diventerà presto anche un partito) mi convince poco, ci vedo in embrione tutte le ipocrisie della sinistra di casa nostra. Il movimentino ittico nato a Bologna infatti sta facendo proseliti nelle città del belpaese con lo slogan di “volersi liberare dall’odio e dagli insulti”. Pazienza se tra i pesciolini c’è anche chi, senza andare troppo sul sottile, ha augurato la morte a Matteo Salvini, vittima da sacrificare per tornare ad un mondo di pace. In realtà è chiaro a tutti che le sardine sono
l’ennesimo tentativo, a sinistra, di rivitalizzare un elettorato deluso, amareggiato, scoraggiato. E di bloccare l’avanzata della Lega. Eh sì, le sardine sono il primo movimento di protesta che protesta…contro l’opposizione! E’ l’Italia di oggi, e ci tocca viverci. L’iniziativa di questi giovani (alcuni un po’ meno) è in realtà fortemente connotata ideologicamente, come testimoniano questi articoli:

https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/13538241/sardine-mattia-santori-walter-veltroni-colloquio-privato-la7.html

https://www.diegofusaro.com/ce-davvero-dietro-le-sardine/

Nulla di male, intendiamoci, se non appunto quella sottile ipocrisia ‘de sinistra’, o cattocomunista, per cui si ha un obiettivo, e si dichiara il contrario.
Nelle loro manifestazioni infatti le sardine affermano che non ci deve essere nessun striscione di appartenenza politica, nessun coro di odio, solo un’eventuale inno nazionale: “Bella ciao”. Ma non sarebbe più corretto dichiarare apertamente l’appartenenza partitica, o almeno di area? Per chi non l’ha ancora compreso, chi ha elabotato il progetto (si dice ‘teste fini’ del mondo prodiano) sta cercando il modo di ‘acciuffare’ per le prossime elezioni, l’interesse dei giovani universitari e non, per portare un po’ di linfa fresca ad una parte politica completamente decotta, fallita, che ha perso la capacità di occuparsi concretamente del paese e degli italiani. Le “sardine” bolognesi hanno lanciato lo spunto, e venerdì scorso anche Alessandria ha visto l’esordio in piazza di questa nuova ‘stampella’ del Pd.  Sia chiaro, tutto il rispetto per questi giovani e meno giovani, e per le loro opinioni politiche, ma se il loro unico ‘collante’ è frenare la corsa della Lega (se ce ne sono altri, non sono ancora emersi) faranno poca breccia nel cuore degli elettori, perché la gran parte degli italiani ogni giorno deve far ‘quadrare’ il pranzo con la cena, attendere per le lunghe liste di attesa nella sanità, vivere con pensioni e stipendi non adeguati al costo della vita, allevare figli senza tutele, subire tasse e burocrazia, zero sicurezza personale, ambientale e idrogeologica e qui mi fermo. Chi come me ha superato i settant’anni è francamente sconcertato. Fra “grilli”, “sardine”, “pinguini” e “gattini” rischiamo di far ridere il mondo intero. Ma che sta succedendo in Italia? Come rimpiango i tempi della politica alla Don Camillo e Peppone. Quel mondo di dignità, tutele, certezze, sicurezza. Povera Italia.
Voto: 2