Femminicidi in crescita costante: parliamone tutto l’anno [Piemonte Economy]

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di Cristina Bargero

 

Scrivere di violenza sulle donne una settimana dopo la data ufficiale ad essa dedicata non deriva da un ritardo o da una dimenticanza, ma da da una scelta consapevole e voluta.

Le Nazioni Unite nell’ormai lontano hanno scelto il 25 novembre per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in ricordo di un feroce  assassinio accaduto nel  1960 nella Repubblica Domenicana, sotto la dittatura di Trujillo: le tre sorelle Mirabal, oppositrici del regime, dopo essere state torturate vennero uccise.

Le società, anche quelle moderne  hanno bisogni di simboli e ricorrenze che diventino  momenti collettivi di riconoscimento di valori e battaglie. Ma ancora troppo spesso accade che, passata la ricorrenza, i riflettori sul problema si affievoliscano o ancor peggio si spengano per poi riaccendersi in occasione dell’ennesimo efferato fatto di cronaca.

Secondo la banca dati Eures nel 2018 i femminicidi sono cresciuti rispetto all’anno prima arrivando a 142 (+0,7%) di cui più la metà da parte del partner o dell’ex partner. L’85% dei femminicidi accade in famiglia, e in circa un terzo dei casi le vittime avevano giù subito violenze e maltrattamenti, che erano noti anche ad altri nella comunità e nel contesto in cui vivevano.

L’ultimo caso è solo di un paio di giorni fa ed è accaduto nella bassa bresciana, dove un uomo  prima di togliersi a sua volta la vita ha massacrato di bastonate la ex compagna. Il termine femminicidio indica, come nel 1990 ha scritto la criminologa americana Diana Russel in The Politics of woman killing,  una categoria crimonologica vera e propria, ossia ” una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna proprio perché donna”.

Inoltre i numeri della violenza di genere sono preoccupanti: secondo i dati ISTAT una donna su 3 ha subito nella sua vita violenza almeno una volta e nel 2017 43.467 donne si sono rivolte a un centro antiviolenza .

Anche la nostra provincia non è estranea a tali fenomeni:  due anni fa a Casale Monferrato una donna è stata uccisa dall’ex marito geloso. Medea, l’associazione fondata nel 2008 da un gruppo di volontarie che svolge un prezioso lavoro a livello territoriale di supporto e di formazione, ogni anno si prende in carico 180 nuovi casi.

Questo è il motivo per cui  ho scelto di trattare questo argomento non in coincidenza con la ricorrenza ufficiale: i numeri ahimè sono troppo elevati, per una cultura ancora maschilista e misogina e per una sorta di indifferenza latente nella società, talora da parte anche alcune donne. Ecco perché, a proposito di simboli, dobbiamo metaforicamente indossare le scarpe rosse ogni giorno.