Casa della Madre e del Bambino #2 [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina

 

 

Anche in questa puntata vi propongo un pezzo d’epoca e una immagine della Casa della Madre e del Bambino.

La cartolina è tratta dal mio Quaderno alessandrino.

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Il Duce ad Alessandria. La vibrante attesa della città laboriosa
Alessandria, martedì sera. (G.C.) – Il Duce fra poco è tra noi: i cuori nostri battono più forte, non accentuano il ritmo ed affrettano col desiderio intenso l’appagarsi del gran sogno della vigilia. Questa terra, che è stata l’antesignana del Risorgimento nazionale per avere nel 1821 sugli spalti della storica cittadella per prima dispiegato al vento il tricolore, ricca del suo glorioso passato, fidente nel luminoso immancabile avvenire, è tutta protesa, mobilitata materialmente e spiritualmente a ricevere il Duce.

Evento inobliabile. La severa preparazione di questa lunga settimana ha conferito un aspetto grandioso, alto, commovente alla città, testimone di tanti imperituri eventi, desiosa di rivedere ed ospitare sì ansiosa attesa il Fondatore dell’Impero. Questa gioia già si era manifestata largamente nella brumosa mattinata del 24 ottobre 1923, allorché Mussolini, diretto a Torino, aveva sostato per un’ora alla nostra stazione ferroviaria.

Dopo quella breve, indelebile apparizione, questo secondo incontro del Duce con Alessandria assume un aspetto più solenne, più alto, più toccante, il trionfo cioè decretato per virtù di popolo all’Uomo nuovo, che ha rinnovato e fatto forte, temuta e rispettata l’Italia nostra.

Questo inobliabile evento, che ci apprestiamo a vivere, presenta molteplici manifestazioni, che la storica giornata registrerà e segnerà a caratteri imperituri negli annali suoi e che saranno religiosamente ricordati e tramandati: è una sintesi delle tradizioni più alte che Alessandria, chiamata, per dispregio, della paglia dal Barbarossa, ed assurta invece in questi ultimi anni alla città del grano, si appresta ad offrire al grande Visitatore da lunghi anni atteso con la promessa di un sicuro pegno di un domani altrettanto fecondo e produttivo.

Ovunque è stata una gara nobile ad abbellirsi, a trasformarsi, ad assumere un volto trionfale per le ambite conquiste, per il ricordo di epiche gesta, nella gloria dei drappi e degli stendardi che palpitano gioiosi al vento. In ogni vetrina, in ogni negozio brilla l’effigie del Duce contornata da scritte inneggianti: sui muri delle case, sulle piazze, in alto, fisse come insegne, è un osanna al Duce, che ritorna festosamente: da ogni finestra, da ogni balcone sventola il tricolore: l’autentico popolo, il lavoratore ignoto non ha voluto restare secondo a nessuno, adornando con festoni e bandierine improvvisate la casa sua in una concorde, unanime plebiscitaria armonia di cuori.

Il programma delle visite. Gli ultimi preparativi per ricevere il Duce sono veramente febbrili, intensi, appassionati. Festoni di alloro for mano l’arco trionfale eretto nel piazzale della stazione ove il Duce passerà appena giunto ad Alessandria e riceverà il primo saluto delle alte autorità e gerarchie della provincia. Renderanno gli onori un battaglione del R. Esercito con bandiera e musica, una compagnia di Camicie Nere, una compagnia di Giovani Fascisti ed Avanguardisti, ed un plotone di Balilla moschettieri.

Il Duce percorrerà quindi il viale dei giardini di fronte alla Fontana imperiale; quindi il corso Crimea, via Arnaldo Mussolini sfavillanti di vessilli e gonfaloni, per giungere a Casa Littoria ove inaugurerà la Mostra che riassume l’attività svolta dalle varie organizzazioni fasciste per il raggiungimento delle mète fissate dal Regime, ed il Sacrario dei Caduti Fascisti, austero tempio della fede patriottica alessandrina. Poscia, ritornando per via Arnaldo Mussolini, Corso Crimea, piazza Garibaldi, corso Cento Cannoni, piazza Valfrè, Corso Lamarmora, via Giulio Claro, via Burgonzio, inaugurerà il Dispensario antitubercolare ed il Gabinetto chimico.

Il Duce proseguirà poi per Spalto Marengo per l’inaugurazione della Casa della Madre e del Bambino; qui saranno ad attenderLo le madri prolifiche con i loro pargoli, ed una duplice siepe di Figli della Lupa. Da Spalto Marengo il Duce fondatore dell’Impero si recherà in spalto Gamondio, piazza D’Annunzio, corso Acqui con la visita al grande stabilimento ausiliario Mino, e la Casa dei Mutilati in Largo Torino, poi in piazza Biffi per l’inaugurazione della Casa della G.I.L. e delle opere di risanamento di quella zona.

In piazza Garibaldi faranno corona all’ammassamento delle forze fasciste diecimila gagliardetti. Sulla «M» mussoliniana eretta nel centro dell’ampia maestosa piazza trasformata in un tripudio di drappeggi, gonfaloni, vessilli, contornata da aiuole profumate, oltre cinquemila organizzati della G.I.L. eseguiranno gli inni Giovinezza, Inno dell’Impero, Saluto al Duce, inni che il Capo del Governo ascolterà sul podio. Saranno presenti inoltre cinquantamila fascisti in divisa, inquadrati militarmente, diecimila Massaie Rurali, diecimila lavoratori dell’industria, quindicimila lavoratori agricoli ed i Fascisti universitari nelle loro vivaci uniformi.

[Stampa Sera – Martedì 16 Maggio 1939]