Scuola Arti e Mestieri [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Leggendo l’articolo scritto da Piero Angiolini, il 15 dicembre 1951, non possiamo evitare di constatare quanto importante sia stata l’istituzione della scuola serale in Alessandria. Importante dicevamo, tuttavia non tutti compresero appieno quanto lungimirante sia stata quella decisione caldeggiata dalle istituzioni dell’epoca.
Infatti, a fronte di insegnanti illuminati e disponibili a sacrificare buona parte del loro tempo per istruire giovani che, in assenza di quelle scuole serali, non avrebbero mai avuto la possibilità di esprimere le loro capacità operative, è evidente che ci furono anche istituzioni che ne osteggiarono la realizzazione.
Ne è un chiaro esempio la destinazione di fondi destinati in questo senso, nel 1932, dalla Cassa di Risparmio la quale: “già nel 1906 aveva dotato la scuola di un laboratorio di elettrotecnica che porta il suo nome, disponeva per la costruzione, su terreno offerto dal Comune, di un grande edificio scolastico per tutte le scuole serali della città: per quella d’Arti e mestieri veniva (o per meglio dire, avrebbe dovuto essere) attrezzato uno spazioso laboratorio sotterraneo”.
Ma, allora come oggi, l’esercizio più usato dalla poliitica in questo nostro magnifico Paese, una volta di più, è sempre stato quello di far sparire a sinistra quello che successivamente apparirà a destra (e viceversa). E così è stato anche nel 1932 (o giù di lì), infatti, ecco che i fondi originariamente destinati dalla Cassa di Risparmio, “a lavori ultimati, Comune e Ministero ottennero invece di destinarli al nuovo palazzo per il Liceo classico, mentre la scuola operaia – sottolinea Angiolini – finiva nei locali lasciati dal Liceo stesso in via Plana (già convento di Loreto).
Ma non è finita quì, e rileggendo quanto scritto all’epoca, pure questa veniva “sloggiata anche da questa sede dopo la costituzione della scuola Media di avviamento, oggi la scuola d’Arti e mestieri che ha raggiunto il nuovo titolo di “Guglielmo Marconi” funziona (o meglio ancora, funzionava) nei locali dell’Istituto tecnico di via Trotti, mentre i laboratori furono attrezzati nella ex caserma di Santo Stefano”.
Ma il tempo scorre veloce per cui ora, i locali che furono destinati negli anni cinquanta alla Scuola Secondaria di Avviamento Professionale con sede in via Plana, sempre nel già citato ex convento di Loreto, ora sono nuovamente tornati alle origini, sia pure come succursale del vecchio Liceo classico, attualmente noto come Saluzzo-Plana.
E le scuole d’arte e mestieri? Beh, sembrerebbero sorpassate ormai, perbacco siamo nel 2020 e che diamine! Anche se..
Era il 1850 quando sorse la Scuola serale d’arte e mestieri
Cento anni fa, nel 1850, per iniziativa di alcuni cittadini, del Comune e della Società alessandrina artisti e operai, fondata in quello stesso anno, aveva origine nella nostra città una scuola popolare artigiana , oggi ancora in funzione e ben nota col primitivo titolo di Scuola serale d’arte e mestieri. Scopo della provvida istituzione, impartire ai ragazzi che lasciano le scuole elementari, gli insegnamenti pratici necessari perintraprendere utilmente un mestiere; primo e lontano esempio di scuola a carattere professionale con fine a se stessa.
L’insegnamento aveva, ed ha ancora, valore essenzialmente pratico, con esclusione di ogni suprfluo elemento di cultura generica. Il disegno e qualche modesta nozione di matematica costituivano infatti le materie di addestramento, tanto che dapprima era detta volgarmente la scuola dei falegnami! Anticipazione quindi nel 1850 delle odierne scuole secondarie di avviamento al lavoro; sicchè quando nel 1929 sorse il Consorzio obbligatorio per promuovere le scuole tecniche, Alessandria da 80 anni già aveva precorso i tempi nell’intento di preparare l’operaio specializzato.
Fatto invero notevole, reso ancor più evidente dalla continuità della nostra scuola serale durante un secolo, senza mutamenti e senza deviazioni, anzi portata grado a grado, grazie a dirigenti e insegnanti volonterosi, sino alla costituzione annuale di numerosi corsi, ramificazioni di un albero rigoglioso: decoratori, stuccatori, intagliatori, falegnami , argentieri, fabbri, carpentieri, muratori, cementieri, ferraioli, piastrellisti, elettricisti,radiotecnici, idraulici, fumisti.
Non sappiamo dire dove fu tenuto il primo corso scolstico nel 1851: forse in qualche vecchia scuola elementare. Sappiamo però che quando il Comune fece acquisto per 200 mila lire dell’isolato del Palazzo Cassine (exTribunale, ora sededella Camera del lavoro) si parlò di usarlo in parte per la scuola serale. L’acquisto aveva sollevato la leggenda popolare delle tre cariatidi frontali del palazzo: “Quanti debiti! – Chi li pagherà? – Mah! “. Il Comune aveva allora dovuto accendere un debito!
Una prima sistemazione certa avvenne nel 1865; il Comune in quell’anno aveva trasformato il pubblico macello in edificio scolastico, creando le odierne scuole Bobbio.
Al piano terra venivano radunate 18 scuole elementari e al piano superiore, con la Biblioteca, la scuola serale d’arte e mestiri. Più tardi però si trasferiva, sempre in via dei Collegi (ora Tripoli), a fianco della scuola tecnica statale Migliara. Chi dei nostri anziani non ricorda, nelle serate invernali, lungo la via Pontida la frotta dei giovani ravvolti nella classica mantellina allora in uso, che da un fianco segnava il rettangolo della tavoletta da disegno? Nel 1932 la Cassa di risparmio che già nel 1906 aveva dotato la scuola di un laboratorio di elettrotecnica che porta il suo nome, disponeva per la costruzione, su terreno offerto dal Comune, di un grande edificio scolastico per tutte le scuole serali della città: per quella d’Arti e mestieri veniva attrezzato uno spazioso laboratorio sotterraneo.
A lavori ultimati Comune e Ministero ottennero invece di destitnare il nuovo palazzo per il Liceo classico, mentre la scuola operaia finiva nei locali lasciati dal Liceo stesso in via Plana (già convento di Loreto). Sloggiata anche da questa sede dopo la costituzione della scuola Media di avviamento, oggi la scuola d’Arti e mestieri che ha raggiunto il nuovo titolo di “Guglielmo Marconi” funziona nei locali dell’Istituto tecnico di via Trotti, mentre i laboratori sono attrezzati nella ex caserma di Santo Stefano.