Legambiente: “Alla Solvay di Spinetta i rischi per la salute ci sono ancora”

I composti perfluoroalchilici (PFOS in particolare) sono stati impiegati per anni nel Polo Chimico di Spinetta Marengo, attualmente gestito dalla multinazionale Solvay, e sono stati rilasciati nelle falde acquifere e nei corsi di acqua. Sono defluiti dalla Bormida al Tanaro e via via fino al Po. Tali composti sono altamente nocivi alla salute umana: per questo motivo sono stati banditi su scala mondiale a decorrere dal 2012. Sono presenti nelle falde acquifere superficiali e purtroppo in quantità assai elevate nel sangue dei lavoratori del Polo Chimico. Anche la popolazione –in particolare di Spinetta- potrebbe essere stata contaminata. L’ASL di Alessandria non ha ritenuto necessario far svolgere analisi del sangue alla popolazione. Per analogo problema- causato dalla ditta Miteni di Vicenza- la Regione Veneto ha deciso di far eseguire analisi e controlli sugli abitanti di una vasta area.
Solvay nel 2012 fu costretta a sostituire il PFOS – vietato come ricordato dalle convenzioni e normative internazionali- con un altro componente fluorurato il C6O4 che iniziò a produrre in un reparto allestito all’interno dello stabilimento di Spinetta Marengo. Il buonsenso vorrebbe che l’adozione di tale composto sostitutivo fosse avvenuta dopo accurati studi e valutazioni relative all’impatto dello stesso sulla salute umana.
Viceversa Solvay ha richiesto alla Provincia una nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per poter costruire un nuovo e più grande reparto per la preparazione del C6O4 in modo da aumentarne la produzione e l’impiego.
Legambiente si è opposta alla richiesta, ed il 28 ottobre scorso ha inviato alla Provincia un documento nel quale si afferma che tale autorizzazione debba essere concessa solo a conclusione di studi condotti da centri di eccellenza “super partes”con la dimostrazione che la nuova sostanza chimica non sia nociva alla salute.
Contemporaneamente Legambiente Ovadese e Valli Orba e Stura ha richiesto alla Provincia di Alessandria di visionare la documentazione integrale prodotta da Solvay Speciality Polymers Italy SPA riguardante il procedimento in oggetto, rendendo accessibile il contenuto dei ben 56 “omissis” presenti nella relazione tecnica attualmente resa pubblica sul sito delle Provincia.
La Provincia di Alessandria, il 14 novembre 2019 ha espresso il diniego alla suddetta richiesta con la seguente motivazione: “… si precisa che la documentazione pubblicata sul sito istituzionale della Provincia è conforme a quanto previsto dall’art. 29 ter, comma 2 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. secondo cui, ai fini dell’accessibilità al pubblico, il richiedente fornisce all’Autorità competente anche una versione della domanda priva delle informazioni che ad avviso del gestore non devono essere diffuse per ragioni di riservatezza industriale, commerciale o personale, di tutela della proprietà intellettuale, e pertanto la Vs richiesta non può essere accettata”.
A questo punto Legambiente, sottolineando come i numerosi omissis presenti nella relazione resa pubblica non consentano di avere a disposizione neppure le informazioni essenziali per la valutazione dei potenziali effetti ambientali dell’attività per la quale Solvay Speciality Polymers Italy SPA richiede l’estensione della AIA per la produzione della nuova sostanza cC6O4, soprattutto per quanto riguarda il quadro emissivo, il 16 novembre ha rivolto al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza una richiesta di riesame del diniego, ai sensi dell’articolo  5 del Dlgs 33/2013.
Martedì 19 novembre,  si è svolta in Provincia la conferenza di autorizzazione a produrre tale composto, alla quale per Legambiente ha partecipato l’ingegner Claudio Lombardi. Dopo i soliti discorsi iniziali ha preso la parola Solvay che ha contestato la sua presenza. Si è dichiarata cioè contraria alla presenza di “esterni” quali Legambiente alla conferenza in nome del “segreto industriale”. La Provincia ha allora deciso che il rappresentante di Legambiente avrebbe potuto presenziare unicamente agli interventi di ARPA, Comune e ASL, ma depurati di dati quantitativi e senza prendere la parola. Riteniamo tale decisione altamente lesiva del diritto alla trasparenza delle informazioni in particolare quando c’e’ di mezzo la salute dei cittadini di una zona –quale quella adiacente alla Solvay- contraddistinta da preoccupanti eccedenze tumorali. Ma un unico e grave dato ha potuto acquisire l’Ing. Lombardi prima di essere allontanato: ARPA ha reso noto che nelle acque del Bormida a valle dello scarico SOLVAY la concentrazione di C6O4 è di 1,6 microgrammi/litro contro un valore di fondo inferiore a 0,1 microgrammi/litro.
“Valuteremo, insieme a Legambiente Nazionale – che in questi giorni tiene a Napoli il proprio congresso – come procedere per assicurare la più rigorosa tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente”.
Michela Sericano 
presidente Legambiente Ovadese, Valli Orba e Stura
Claudio Lombardi
Delegato da Legambiente a partecipare alla Conferenza dei Servizi presso la Provincia